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06 ottobre 2008

Scuola, il Governo pone la fiducia. Sindacati verso lo sciopero

Sciopero generale che però non potrà essere attuato prima della fine di ottobre (probabilmente il 31) poiché il 17 c'è già in programma, da prima dell'estate, quello dei Cobas.

Il Governo presenta un maxiemendamento al ddl di conversione del decreto Gelmini sulla scuola e pone la fiducia, l'opposizione insorge e parla di "violenza alla Costituzione", i sindacati, confederali e autonomi, si preparano allo sciopero. Per il governo il maxiemendamento è un "nuovo testo solo da un punto di vista tecnico", precisa il ministro dei Rapporti con il Parlamento Elio Vito, e non introduce "nuove norme o modifiche contrarie alla volontà espressa dalla Commissione". Fin dalla mattinata il segretario del Partito democratico Walter Veltroni si scaglia contro il governo: "Si parla di una riforma della scuola ma - dice in una intervista radiofonica - è una espressione sbagliata, non c'è nessuna riforma, ci sono solo 8 miliardi di tagli". Inoltre, accusa, "ormai il Parlamento è considerato una specie di camera di ratifica". Il ministro Vito si difende spiegando che la scelta della fiducia è dovuta "all'impossibilità di avere una data certa per l'approvazione". Dura la replica in aula del capogruppo democratico alla Camera, Antonello Soro, secondo il quale il governo fa "violenza alla Costituzione vigente", e anche la questione dei tempi non è altro che una scusa, visto che l'opposizione "non ha fatto ostruzionismo". Di tutt'altro avviso il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, che commenta: "Non è vero che non c'è stato ostruzionismo, perché il numero degli emendamenti è aumentato". Nella giornata di ieri c'è anche il giallo della copertura finanziaria: alla presentazione del maxiemendamento il presidente della Camera Gianfranco Fini annuncia una sospensione di un quarto d'ora della seduta della Camera, invece l'esame in commissione Bilancio si prolunga e la seduta riprende quasi quattro ore dopo. "Questo provvedimento - dice Gianluca Galletti dell'Udc - è in parte non coperto: si prevede il maestro unico che dovrà fare 2 ore in più e questo comporterà la necessità di un rinnovo contrattuale che avrà maggiori oneri per lo Stato. Per tutto il pomeriggio abbiamo chiesto alla Ragioneria dello Stato, al governo e alla maggioranza di quantificare questo maggiore onere per vedere se era compatibile con la copertura derivata dai tagli che prevede il decreto 112. Non lo sappiamo". Davanti a Montecitorio in giornata c'è stata anche la protesta dei coordinamenti, in prevalenza romani, di insegnanti, genitori, personale non docente, studenti delle scuole di specializzazione, movimenti e associazioni. Presenti al sit-in, chiamato 'salva la scuola', circa 250 contestatori, molte bandiere della Cgil, del Partito democratico e di Sd, e striscioni contro il ministro dell'Economia Giulio Tremonti e quello dell'Istruzione Mariastella Gelmini, ritratta in una effigie pseudoreligiosa e ribattezzata 'Beata Ignoranza'. Nel frattempo, sempre nella giornata di ieri, si sono mossi anche i sindacati firmatari del contratto che hanno confermato la volontà a scendere in piazza qualora il governo non dovesse cambiare linea di indirizzo: anche lo Snals, dopo la Cisl e la Uil, ha rotto gli indugi dei giorni passati minacciando il ricorso allo sciopero.

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