Ecco in quali settori
Addetti alla contabilità, infermieri, disegnatori hanno buone possibilità di trovare impiego.
La crisi economica e finanziria sta imperversando e flagellando i mercati, ma il mondo del lavoro non sembra risentirne, stando a quanto dice il raporto Unioncamere. I dati della Commissione Europea parlano di un aumento della disocuppazione nell'Eurozona, eppure ci sono settori in Italia immuni dalla recessione. Anzi le richieste si moltiplicano a tal punto che è difficile far fronte a tutte. Un'indagine di Unioncamere, riferita alle assunzioni del 2008, fa luce sulle categorie non inflazionate in cui c'è discrepanza fra domanda e offerta. Il fabbisogno occupazionale cresce per amministratori, contabili, progettisti e tecnici informatici. Le figure che hanno registrato una maggior crescita, in termini percentuali negli ultimi anni, sono quelle che si occupano di contabilità, revisione e imposte, insieme ai “soliti” ingegneri (progettisti software). Se per i contabili e gli amministratori va dai 12mila ai 16mila posti annui (44mila assunti nell'ultimo triennio), l'ambito culturale e umanistico è fermo al palo (per queste cassi di laureati rimane il pubblico impiego o l'adattamento ad altre professioni). Si tratta quindi di settori piuttosto floridi in cui fare recruitment, caratterizzati dalla dinamicità ed efficienza. La tendenza fotografa l'andamento generale del mercato del lavoro più o meno in linea con la fornitura delle attitudini. I mestieri dove c'è più movimento rimangono quelli dove non serve un'alta specializzazione. Il discorso allora si sposta anche sulle professioni low skills. Gli ambiti che prevedono una bassa qualificazione professionale sono a caccia di forza lavoro. L'Italia rimane un paese che ha bisogno di 67mila commesse e 43mila donne delle pulizie. Se è prevedibile il calo degli esperti del marketing e della comunicazione, che godono di miglior sorte quando l'economia va a gonfie vele, rimane alta la richiesta per i lavori dove non serve un particolare percorso formativo (come nel caso dei muratori).Cala il silenzio sui salari bloccati ai livelli degli anni 90 e sulla tipologia contrattuale dei nuovi assunti. Sui salari l'associazione che raggruppa le Camere di Commercio italiane avrebbe potuto fornire qualche indicazione in più. Manca una saldatura tra il mondo del lavoro e l'Università? E' un dato da valutare per un paese che vuole migliorare e confrontarsi con la competitività. Il futuro va inequivocablmente nella direzione dell'ICT: soprattutto in ambito tecnico-informatico e amministrativo ci vorrà un'alternanza. È prevista una crescita della richiesta del 30% nei prossimi 5 anni.
Addetti alla contabilità, infermieri, disegnatori hanno buone possibilità di trovare impiego.
La crisi economica e finanziria sta imperversando e flagellando i mercati, ma il mondo del lavoro non sembra risentirne, stando a quanto dice il raporto Unioncamere. I dati della Commissione Europea parlano di un aumento della disocuppazione nell'Eurozona, eppure ci sono settori in Italia immuni dalla recessione. Anzi le richieste si moltiplicano a tal punto che è difficile far fronte a tutte. Un'indagine di Unioncamere, riferita alle assunzioni del 2008, fa luce sulle categorie non inflazionate in cui c'è discrepanza fra domanda e offerta. Il fabbisogno occupazionale cresce per amministratori, contabili, progettisti e tecnici informatici. Le figure che hanno registrato una maggior crescita, in termini percentuali negli ultimi anni, sono quelle che si occupano di contabilità, revisione e imposte, insieme ai “soliti” ingegneri (progettisti software). Se per i contabili e gli amministratori va dai 12mila ai 16mila posti annui (44mila assunti nell'ultimo triennio), l'ambito culturale e umanistico è fermo al palo (per queste cassi di laureati rimane il pubblico impiego o l'adattamento ad altre professioni). Si tratta quindi di settori piuttosto floridi in cui fare recruitment, caratterizzati dalla dinamicità ed efficienza. La tendenza fotografa l'andamento generale del mercato del lavoro più o meno in linea con la fornitura delle attitudini. I mestieri dove c'è più movimento rimangono quelli dove non serve un'alta specializzazione. Il discorso allora si sposta anche sulle professioni low skills. Gli ambiti che prevedono una bassa qualificazione professionale sono a caccia di forza lavoro. L'Italia rimane un paese che ha bisogno di 67mila commesse e 43mila donne delle pulizie. Se è prevedibile il calo degli esperti del marketing e della comunicazione, che godono di miglior sorte quando l'economia va a gonfie vele, rimane alta la richiesta per i lavori dove non serve un particolare percorso formativo (come nel caso dei muratori).Cala il silenzio sui salari bloccati ai livelli degli anni 90 e sulla tipologia contrattuale dei nuovi assunti. Sui salari l'associazione che raggruppa le Camere di Commercio italiane avrebbe potuto fornire qualche indicazione in più. Manca una saldatura tra il mondo del lavoro e l'Università? E' un dato da valutare per un paese che vuole migliorare e confrontarsi con la competitività. Il futuro va inequivocablmente nella direzione dell'ICT: soprattutto in ambito tecnico-informatico e amministrativo ci vorrà un'alternanza. È prevista una crescita della richiesta del 30% nei prossimi 5 anni.
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