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29 agosto 2008

Thailandia, fermi aerei e treni


BANGKOK - Violente proteste

I manifestanti che stanno cercando di sovvertire il governo thailandese hanno attaccato oggi il quartier generale della polizia a Bangkok, mentre in tutta la capitale dilagano le proteste contro il primo ministro Samak Sundaravej, che hanno causato l'interruzione di gran parte dei servizi aerei e ferroviari.
La polizia ha caricato la folla di 2.000 persone con quello che sembrerebbe gas lacrimogeno, durante le proteste che hanno suscitato timori di gravi violenze e di un intervento militare a meno di due anni dal colpo di Stato del settembre 2006.
I manifestanti hanno anche costretto gli aeroporti a chiudere nelle destinazioni turistiche di Phuket e Krabi e nella città meridionale di Hat Yai, lasciando a piedi centinaia di passeggeri.
I dipendenti delle ferrovie in sciopero hanno fermato il 30% dei servizi in tutto il Paese, e gli operatori delle linee aeree e dei porti sono stati spinti dai loro superiori a prendere dei congedi per malattia.
A Bangkok, dove i manifestanti occupano da martedì scorso l'area dove ha sede il primo ministro, alcuni dei consiglieri di Samak lo stanno spingendo a imporre un governo di emergenza, hanno detto due fonti governative.
Samak tuttavia, che guida un governo di coalizione eletto lo scorso dicembre, non ha voluto essere eccessivamente duro con l'Alleanza del popolo per la democrazia (Pad), che ha avviato la sua campagna di protesta il 25 maggio.
"Non lascerò. Se volete che me ne vada, fatelo con la legge, non con la forza. Questo è imbarazzante davanti al resto del mondo", ha detto Samak.
L'imposizione dello Stato di emergenza permetterebbe al governo di dispiegare l'esercito per disperdere i manifestanti, anche se il capo dell'esercito Anupong Paochinda ha detto che la situazione non lo garantisce.
"Un colpo di Stato non risolverebbe niente. Danneggerebbe l'immagine del Paese e peggiorerebbe la situazione", ha detto, quasi due anni dopo che un colpo di Stato che ha deposto il premier Thaksin Shinawatra e che non ha alleviato le divisioni nella società

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