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25 agosto 2008

Curiosità:Lo scandalo delle Pro loco


Pro loco, scandalo che non c'è

Un articolo del Venerdì di Repubblica e la dura replica del presidente dell'Unpli Claudio Nardocci
Un titolo che è un attacco in piena regola, all’interno di un ampio servizio sul turismo uscito sul Venerdì di Repubblica nei giorni di Ferragosto. Sarebbero troppe, a detta dell’estensore dell’articolo: “Tra Apt, pro loco, consorsi per la valorizzazione di questo o quel territorio ce ne sono più di 12mila. In pratica è come se ogni tre alberghi (in tutto sono 33mila) ci fosse una struttura di public relazion pagata con fondi statali o degli enti locali”. Peccato che le Pro loco non siano affatto “pagate con fondi statali”. «Noi non siamo enti pubblici, siamo associazioni di volontariato e piu’ precisamente di promozione sociale», spiega Claudio Nardocci, presidente dell’Unpli, l’organismo che riunisce il 95% delle Pro loco italiane. «Tutti e ripeto tutti i soci che operano nelle Pro Loco e nell’UNPLI sono volontari! Gli scarsi, scarsissimi contributi che riceviamo dagli Enti Pubblici, sono sempre ed esclusivamente legati a progetti e a manifestazioni da realizzare per raggiungere gli scopi che Le ho già citato».Per Nardocci, e non solo per lui, l’articolo del Venerdì ha avuto l’effetto di una bomba, arrivata nel pieno della stagione estiva, quando le 6mila pro loco italiane e i migliaia di volontari che ci lavorano sono al lavoro in ogni angolo di Italia per valorizzare piccoli centri, organizzare sagre, eventi, tutelare monumenti e tradizioni. Un danno di immagine notevole (e infatti l’Unpli si prepara ad azioni legali contro Repubblica), ma soprattutto un attacco percepito come profondamente ingiusto, a poche settimane dall’esclusione dell’Unpli dalla Conferenza nazionale del Turismo. Tanto da spingere Nardocci a prendere carta e penna e scrivere una lettera aperta all’autore dell’articolo. «Le nostre Associazioni», scrive Nardocci, «operano da più di un secolo in tutta Italia, non solo nel settore turistico ma anche in ambito culturale e sociale, rappresentando, in alcuni casi, l’unico punto di aggregazione esistente nelle piccole e piccolissime località italiane. Le Pro Loco contano attualmente oltre 600.000 soci. Noi, per sostenere la cultura del territorio e tutelare il patrimonio culturale e immateriale del nostro bellissimo Paese non riceviamo compensi».
«Nei bilanci delle circa 20.000 iniziative che organizziamo ogni anno», sottolinea Nardocci, «non sono mai quantificate oltre 7.000.000 (7 milioni) di ore lavorative che servono a realizzarle. Lo sanno bene Comuni, Province e Regioni che, assillati dall’ormai atavica mancanza di soldi, cercano la nostra collaborazione per moltiplicare l’efficacia dei fondi disponibili. Da una ricerca da noi effettuata, dati alla mano, si rileva che mediamente, per ogni 1.000 euro di contributo, la Pro Loco riesce a mettere in moto un’iniziativa del costo di 10.000 euro.«E questo sarebbe uno scandalo?», domanda Nardocci, «600.000 persone che si impegnano gratis per il proprio paese!? Lo scandalo è quello di fare di ogni erba un fascio o quello di sparare nel mucchio perché costa meno fatica. Non pensando che in un attimo si distruggono anni di duro lavoro. Siamo inseriti nell’Osservatorio Nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale insieme ad ACLI, F.I.Tu.S.,ENDAS,LEGAMBIENTE ecc.. anche Loro danno scandalo? Certo in una società dove ognuno pensa solo al denaro, lavorare gratis per gli altri fa un po’ notizia ma di quanti di questi scandali positivi avrebbe urgente bisogno il nostro paese?».
Per il turismo italiano, scrive Nardocci, «non servono solo i grilli parlanti, servono soprattutto i sette nani».I “nani” delle Pro loco, vale la pena di ricordarlo, organizzanoo ogni anno circa 20.000 manifestazioni, iniziative, convegni, sagre a cui partecipano milioni di persone, si impegnano nella tutela del patrimonio culturale immateriale del nostro paese, riconosciuto dall’Unesco nell’anno 2006 patrimonio dell’umanità. Dove sarebbe lo scandalo?

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