Occhio alla condotta!
Da settembre torna nelle scuole il voto in condotta. Lo ha deciso oggi il Consiglio dei ministri, come annunciato in una conferenza stampa dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini.
"Torna il voto in condotta. Il cinque in condotta comporta la bocciatura", ha detto Gelmini illustrando il decreto legge approvato dal Cdm.
"La valutazione della condotta del comportamento fa media", ha precisato il ministro.
"Gli studenti saranno valutati certamente in base ai risultati conseguiti nelle singole materie, ma anche con riferimento ai comportamenti tenuti", ha aggiunto Gelmini, spiegando che si tratta di una "risposta necessaria e anche molto urgente al moltiplicarsi degli episodi di bullismo" recentemente registrati nelle scuole.
TORNANO ANCHE EDUCAZIONE CIVICA E VOTI IN PAGELLA
Ma col nuovo anno scolastico torneranno anche l'educazione civica - che si chiamerà "Cittadinanza e Costituzione" - e i voti in decimi per le singole materie.
"Cittadinanza e Costituzione" comprenderà "l'educazione ambientale, alla salute e l'educazione stradale", ha spiegato il ministro, soffermandosi in particolare su quest'ultimo punto: "Riteniamo che per educazione alla Costituzione e alla cittadinanza si intenda anche la prevenzione degli incidenti stradali" che tanto spesso coinvolgono giovanissimi.
La disciplina, come precisa un comunicato di Palazzo Chigi, viene introdotta in via sperimentale nelle scuole dell'infanzia e del primo e secondo ciclo, e punta a "una presa di coscienza sui comportamenti collettivi civilmente e socialmente responsabili".
"Crediamo che nella scuola serva chiarezza ... quindi ritorniamo ai voti accompagnati dai giudizi, che però avranno una valenza diversa, ovvero di essere esplicativi del risultato conseguito", ha proseguito Gelmini, sottolineando che il ritorno dei voti in pagella è stato fortemente voluto, oltre che da lei, dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti
Gelmini ha parlato di "tre provvedimenti molto importanti ... che ci aiutano a ripristinare un ordine e una chiarezza" tra i banchi.
"Cittadinanza e Costituzione" comprenderà "l'educazione ambientale, alla salute e l'educazione stradale", ha spiegato il ministro, soffermandosi in particolare su quest'ultimo punto: "Riteniamo che per educazione alla Costituzione e alla cittadinanza si intenda anche la prevenzione degli incidenti stradali" che tanto spesso coinvolgono giovanissimi.
La disciplina, come precisa un comunicato di Palazzo Chigi, viene introdotta in via sperimentale nelle scuole dell'infanzia e del primo e secondo ciclo, e punta a "una presa di coscienza sui comportamenti collettivi civilmente e socialmente responsabili".
"Crediamo che nella scuola serva chiarezza ... quindi ritorniamo ai voti accompagnati dai giudizi, che però avranno una valenza diversa, ovvero di essere esplicativi del risultato conseguito", ha proseguito Gelmini, sottolineando che il ritorno dei voti in pagella è stato fortemente voluto, oltre che da lei, dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti
Gelmini ha parlato di "tre provvedimenti molto importanti ... che ci aiutano a ripristinare un ordine e una chiarezza" tra i banchi.
PRESTO IL "MODULO" SARA' UN RICORDO
Gelmini ha poi confermato la volontà di tornare nella scuola elementare al maestro unico, archiviando così l'esperienza del "modulo".
"Il Cdm ha espresso parere favorevole a questa misura", ha detto il ministro, spiegando che verrà presentata "all'interno del piano programmatico sulla scuola per applicare la Finanziaria che con il ministro Tremonti stiamo ultimando proprio in queste settimane".
Secondo il governo il provvedimento, soprattutto nei primi tre anni di elementari, "risponde all'esigenza pedagogica ... che i bambini abbiano nel maestro unico un punto di riferimento".
Il ministro dell'Istruzione, da ultimo, ha ricordato che "continua la battaglia contro il caro-libri". per aiutare le famiglie.
"Abbiamo ribadito la volontà ferma di suggerire che la riedizione dei libri avvenga laddove strettamente necessario... C'è un forte incentivo da parte del governo alle case editrici" in questo senso, ha spiegato Gelmini.
"Si è ipotizzata una durata di tre, quattro o cinque anni entro i quali i libri non possono essere cambiati", ha detto ancora il ministro. Nel comunicato di Palazzo Chigi si parla invece di un periodo di "almeno cinque anni".
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