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09 agosto 2008

MANTOVA E NAPOLI GEMELLATI NEL SEGNO DEL VOLONTARIATO

Il Presidente dell’AMM Onlus Daniele Marconcini incontra Maria Amendola, fondatrice dell’Associazione ABRADERE di Napoli per un gemellaggio nel volontariato sociale.

Daniele Marconcini Presidente dell’Associazione dei Mantovani nel Mondo Onlus ha incontrato a Napoli Maria Amendola , fondatrice del sodalizio ABRADERE e insegnante elementare di “frontiera” nei quartieri difficili della Napoli orientale per iniziare una collaborazione al fine di collaborare per creare un modello di volontariato ,atto a sviluppare azioni civiche e sociali positive. Un gemellaggio tra Mantova e Napoli che consolida il clima di amicizia che l’AMM ha da anni con l’Associazione Amici della Campania e delle Isole del Golfo ,presieduta da Carlo Muccio residente a Cassano d’ Adda (MI) che raccoglie i residenti di origine partenopea in Lombardia, recentemente ospite a Mantova.
“Questa collaborazione nasce dalla vocazione, insita nel sodalizio virgiliano “ spiega Marconcini “ di aiutare altre organizzazioni a crescere e a creare attività di volontariato per migliorare socialmente l’ambiente in cui si vive e per creare un senso civico e di solidarietà nelle persone. La nostra attività a favore degli italiani all’estero, si lega infatti a molte iniziative che svolgiamo sul territorio per promuovere cultura,tradizioni ma soprattutto valori legati alla storia civile e democratica del nostro paese e delle nostre comunità. A tal fine abbiamo sviluppato un nostro modello di volontariato che mettiamo a disposizione di altri sodalizi per aiutarli a crescere ( e per creare un clima di confronto su una realtà multiculturale che accomuna oramai tutta l’Italia ).Siamo quindi onorati di essere stati chiamati a collaborare con una organizzazione di volontariato napoletana che si propone “di intervenire nel disagio sociale, contro ogni forma di esclusione promuovendo attività miranti a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della solidarietà, sostenendo l’accesso a percorsi di formazione professionale anche attraverso l’ausilio di Enti specializzati e di collaboratori dell’associazione e di esperti esterni.”
Maria Amendola spiega che “la parte orientale di Napoli comprende tre quartieri (Barra, San Giovanni a Teduccio e Ponticelli ) tra più popolari della città con una popolazione che ha vissuto e che vive in condizioni di abbandono e marginalità . Una realtà circondata da una totale indifferenza che alimenta atti illegali nati spesso da sensi di rabbia e di rancore, nei confronti di chi dovrebbe dare oneste e serie risposte a chi è “meno fortunato”e che alla fine fa diventare molti giovani senza futuro, facili prede della criminalità organizzata come la camorra.. Una indifferenza che avvolge i cittadini onesti in “ una rete” di solitudine in cui le istituzioni appaiono lontane ed impotenti. Il corpo sociale della zona orientale di Napoli è costituito da un proletariato che da una fascia di operai specializzati che degrada, attraverso fasce intermedie, a strati che vivono nell’illegalità.”
Sempre Maria Amedola evidenzia che “questi quartieri rappresentano, nella già difficile realtà della condizione minorile nella città di Napoli, una delle zone a più alto rischio di devianza e di coinvolgimento criminoso dei minori che vi abitano. La fascia più disagiata della popolazione nutre una forte diffidenza nei confronti delle istituzioni, considerate incapaci di offrire risposte ai bisogni delle persone; tra i preadolescenti risultano molto diffusi modelli di comportamento aggressivi e di sopraffazione che ricalcano quelli dei giovani più “rispettati” nei quartieri, già inseriti in attività criminose. Le condizioni di marginalità e degrado nelle quali vivono le famiglie sono spesso accettate con una sorta di fatalismo che rafforza nei ragazzi la convinzione che l’illegalità sia l’unica opportunità a loro disposizione per costruirsi una vita che abbia “successo”, che sia cioè sottratta agli stenti economici e ad un quotidiano senso di inferiorità nei confronti degli altri ceti sociali. Complessivamente si può affermare che, in questo contesto, il bisogno principale dei ragazzi sia, da un lato, la presenza di modelli di riferimento positivi, adulti in grado di comunicare costruttivamente con loro, solidi punti di riferimento necessari per avviare percorsi di crescita alternativi; dall’altro, esperienze ed attività culturali e sociali “alternative”, che per loro natura si contrappongono allo stile di vita condotto da tanti ragazzi in ambienti in cui vige permanentemente un clima di prepotenza e violenza. Sono convinta “ conclude Maria “ che un intervento solo sui minori sarebbe inutile, necessitando, invece, intervenire, soprattutto, sulle famiglie e sui cittadini tutti “ .
“Grazie a Maria e al marito Enzo Gallo” ha ribadito Daniele Marconcini “ho avuto modo di vedere una realtà di cittadini onesti che nella loro quotidianità si battono contro l’inerzia istituzionale (e contro i pregiudizi preconfezionati ) per dimostrare che esiste una Napoli diversa ,fatta di valori morali e senso civico espressione di un cultura millenaria di cui l’Italia deve essere orgogliosa. Ho visto anche una città che ha reagito alla “crisi della spazzatura” con orgoglio ,impegnandosi nella raccolta differenziata e facilitando le operazioni di pulizia che ad oggi appaiono concluse. Il mio invito agli italiani all’estero è quello di difendere Napoli dalla denigrazione,pur essendo consapevole che le responsabilità devono essere evidenziate e colpite e che qualcosa deve finalmente cambiare non solo a Napoli ma in tutta la Campania. Sono testimone della gentilezza e della cortesia che mi sono state riservate come ospite e turista ,da parte di tutti i napoletani che ho incontrato e della bellezza di Napoli .Ritengo che il mondo dell’emigrazione e degli italiani all’estero debba e possa interessarsi di quell’Italia che attende e che vuole un riscatto sociale ,adoperandosi affinchè le istituzioni regionali,affrancate da un centralismo spesso inefficiente possano dare la loro collaborazione in nome di un federalismo solidale che unisca le comunità nella difesa della legalità e della crescita civile.”.
Di questa esperienza vorrei infine ricordare il mio pellegrinaggio alla Santuario della Madonna di Pompei,a cui erano e sono devoti molti emigranti lombardo – veneti ,anche grazie alla particolare venerazione di Don Luigi Guanella (1842-1915) originario di Sondrio ,le cui opere benefiche sono ancora presenti in Sud America.Una devozione fortemente alimentata dalla famosa “Supplica alla Regina del Santo Rosario di Pompei scritta, nel 1883, da Bartolo Longo (fondatore del santuario )con il titolo “Atto d’amore alla Vergine”. Essa viene recitata solennemente due volte l’anno, alle ore 12 dell’8 maggio e della prima domenica d’ottobre, richiamando migliaia di pellegrini, provenienti da tutta Italia e dall’Estero , dove è letta contemporaneamente da milioni di fedeli in diverse parti della terra, da New York a Buenos Aires, da Toronto a Sidney, da Johannesburg a Caracas. Per la cronaca esiste un piccolo Santuario dedicato alla Madonna di Pompei : si trova a Silverira Martins, “Quarta Colonia italiana “ a Rio Grande do Sul dove arrivarono nel 1877 ben 50 famiglie mantovane e che visitai nel 2000.Lo costruì un emigrante trevigiano di nome Guerra agli inizi del ‘900 ,a seguito di un voto che lo portò in Italia a visitare il Papa e poi per anni e anni a costruire da solo questo piccolo Santuario,caro ai nostri emigrati mantovani e lombardo-veneti.

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