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30 gennaio 2009

La Regione: i turisti allontanati da Gomorra e dai servizi di Report

Perché il turismo è in crisi nera? Perché il marchio Campania è difficilmente spendibile? Da oggi sappiamo che tra le cause del tracollo di un pezzo forte dell'economia nostrana c'è il film Gomorra.
Ma anche trasmissioni televisive come Report, Le Iene, Striscia la Notizia, tg e stampa che indulgono sull' «emergenza spazzatura, sul clan dei Casalesi, sulle scorrettezze gestionali delle amministrazioni locali». Qualcuno le chiamerebbe diseconomie. Insomma Gomorra equivale alla mancanza di una rete autostradale decente. Report all'assenza di incentivi alle imprese. Questo (e molto altro) è quanto emerge da un'analisi di mercato, svolta dalla Jwt per la Regione Campania, che verrà presentata oggi al Centro direzionale dall'assessore al Turismo, Claudio Velardi. Viva la trasparenza. Certo. Velardi, ne ha fatto vessillo. Tant'è che in anticipo e a portata di click per tutti la ricerca è scaricabile dal suo sito. Ottantacinque pagine in cui si traccia un disegno dello stato di salute del settore, delle cause appunto del mancato decollo e si pone gli obiettivi di individuare le nuove tendenze e proporre le soluzioni. Ebbene per gli stranieri Napoli resta un luogo pittoresco e originale, anche se, si legge nella ricerca, parlano «dell'arretratezza economica della regione che si trasforma in declino dell'immagine e ai problemi di caos e sporcizia». Il vero nodo resta però il turismo italiano. E l'idea che gli italiani hanno della Campania. Pagina 56: «Le cause di questa immagine parzialmente negativa o profondamente ambivalente vanno individuate nell'attenzione reiterata da parte della stampa in relazione sia a fatti negativi specifici che ad un'immagine negativa nel suo complesso (e qui si citano Gomorra e Report, ndr); nella mancanza di una propaganda pubblicitaria altrettanto forte e persuasiva; nell'esperienza diretta che non è sempre positiva a causa delle criticità ambientali e della filiera turistica vissute in prima persona». E ancora: «Napoli è un potente catalizzatore di emozioni e immagini negative a causa della reputazione storica problematica ri-attualizzata dall'emergenza spazzatura. Si va affermando così un'immagine turistica stereotipata della Campania assimilabile a quella dei Paesi a rischio che neppure i viaggiatori europei del Gran Tour dell‘800 possedevano». Insomma Napoli dai due volti, gioia e dolore, crea «un grumo di sensazioni inquietanti che inquina le attese dei visitatori». Esempio? I profumi dei limoni di Sorrento o della pizza Margherita s'incrociano con le «preoccupazioni per le condizioni igieniche, espresse in particolare dai genitori di figli piccoli. S'insinuano i dubbi sulla salubrità degli alimenti tipici, dopo le notizie allarmanti legate all'emergenza spazzatura (ha fatto scalpore la puntata di Report sulla mozzarella alla diossina)». La ricerca regionale è una sorta di conferma ad un comune sentire nella politica campana. Basti ricordare la frase che la sindaca Rosa Russo Iervolino destinò a Gomorra: «Quel film distorce la realtà di Scampia». L'assessore Velardi, però, puntualizza: «Si tratta di una ricerca in cui non esistono giudizi di valore o politici. Non si danno colpe al sistema mediatico. Mi sembra, però, un dato di fatto che qualsiasi cosa si dica su Napoli sia in chiave negativa. Per invertire la tendenza dovremmo avere un flusso enorme di notizie positive ». Non la vede così l'autrice di Report, Milena Gabanelli. Che dice: «Si togliessero i rifiuti e non si buttassero soldi».
Scritto da Simona Brandolini da il Corriere del Mezzogiorno

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