«Il sistema turismo in Campania è in crisi principalmente per il fallimento politico del centrosinistra che ha messo in ginocchio la nostra terra ed è stato totalmente incapace di affrontare le emergenze degli ultimi tempi». Lo dichiara in una nota Tiberio Brunetti, responsabile turismo di An per Napoli e provincia in merito all'analisi di mercato commissionata dall'assessorato al Turismo della Regione che attribuisce larga parte delle colpe della crisi turistica alle notizie negative diffuse dai mass media. «Prendersela con i media - continua Brunetti - mi sembra una giustificazione semplicistica che offende l'intelligenza dei campani e dell'assessore Velardi. O forse si ha nostalgia di un sistema mediatico asservito alla volontà di chi detiene il potere e che dovrebbe dedicare più spazio alla tintura di capelli di Bassolino che all'emergenza criminalità e spazzatura?»
Un blog per uno scambio di idee sulla politica del turismo. Uno spazio per poter parlare,discutere e confrontarsi sui temi di politica sociale,cultura,ambiente,sviluppo sostenibile e comunicazione,attraverso esperienze personali e nuove proposte.
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30 gennaio 2009
Brunetti (An): crisi turismo non è colpa dei media
La Regione: i turisti allontanati da Gomorra e dai servizi di Report
Perché il turismo è in crisi nera? Perché il marchio Campania è difficilmente spendibile? Da oggi sappiamo che tra le cause del tracollo di un pezzo forte dell'economia nostrana c'è il film Gomorra.
Ma anche trasmissioni televisive come Report, Le Iene, Striscia la Notizia, tg e stampa che indulgono sull' «emergenza spazzatura, sul clan dei Casalesi, sulle scorrettezze gestionali delle amministrazioni locali». Qualcuno le chiamerebbe diseconomie. Insomma Gomorra equivale alla mancanza di una rete autostradale decente. Report all'assenza di incentivi alle imprese. Questo (e molto altro) è quanto emerge da un'analisi di mercato, svolta dalla Jwt per la Regione Campania, che verrà presentata oggi al Centro direzionale dall'assessore al Turismo, Claudio Velardi. Viva la trasparenza. Certo. Velardi, ne ha fatto vessillo. Tant'è che in anticipo e a portata di click per tutti la ricerca è scaricabile dal suo sito. Ottantacinque pagine in cui si traccia un disegno dello stato di salute del settore, delle cause appunto del mancato decollo e si pone gli obiettivi di individuare le nuove tendenze e proporre le soluzioni. Ebbene per gli stranieri Napoli resta un luogo pittoresco e originale, anche se, si legge nella ricerca, parlano «dell'arretratezza economica della regione che si trasforma in declino dell'immagine e ai problemi di caos e sporcizia». Il vero nodo resta però il turismo italiano. E l'idea che gli italiani hanno della Campania. Pagina 56: «Le cause di questa immagine parzialmente negativa o profondamente ambivalente vanno individuate nell'attenzione reiterata da parte della stampa in relazione sia a fatti negativi specifici che ad un'immagine negativa nel suo complesso (e qui si citano Gomorra e Report, ndr); nella mancanza di una propaganda pubblicitaria altrettanto forte e persuasiva; nell'esperienza diretta che non è sempre positiva a causa delle criticità ambientali e della filiera turistica vissute in prima persona». E ancora: «Napoli è un potente catalizzatore di emozioni e immagini negative a causa della reputazione storica problematica ri-attualizzata dall'emergenza spazzatura. Si va affermando così un'immagine turistica stereotipata della Campania assimilabile a quella dei Paesi a rischio che neppure i viaggiatori europei del Gran Tour dell‘800 possedevano». Insomma Napoli dai due volti, gioia e dolore, crea «un grumo di sensazioni inquietanti che inquina le attese dei visitatori». Esempio? I profumi dei limoni di Sorrento o della pizza Margherita s'incrociano con le «preoccupazioni per le condizioni igieniche, espresse in particolare dai genitori di figli piccoli. S'insinuano i dubbi sulla salubrità degli alimenti tipici, dopo le notizie allarmanti legate all'emergenza spazzatura (ha fatto scalpore la puntata di Report sulla mozzarella alla diossina)». La ricerca regionale è una sorta di conferma ad un comune sentire nella politica campana. Basti ricordare la frase che la sindaca Rosa Russo Iervolino destinò a Gomorra: «Quel film distorce la realtà di Scampia». L'assessore Velardi, però, puntualizza: «Si tratta di una ricerca in cui non esistono giudizi di valore o politici. Non si danno colpe al sistema mediatico. Mi sembra, però, un dato di fatto che qualsiasi cosa si dica su Napoli sia in chiave negativa. Per invertire la tendenza dovremmo avere un flusso enorme di notizie positive ». Non la vede così l'autrice di Report, Milena Gabanelli. Che dice: «Si togliessero i rifiuti e non si buttassero soldi».
Ma anche trasmissioni televisive come Report, Le Iene, Striscia la Notizia, tg e stampa che indulgono sull' «emergenza spazzatura, sul clan dei Casalesi, sulle scorrettezze gestionali delle amministrazioni locali». Qualcuno le chiamerebbe diseconomie. Insomma Gomorra equivale alla mancanza di una rete autostradale decente. Report all'assenza di incentivi alle imprese. Questo (e molto altro) è quanto emerge da un'analisi di mercato, svolta dalla Jwt per la Regione Campania, che verrà presentata oggi al Centro direzionale dall'assessore al Turismo, Claudio Velardi. Viva la trasparenza. Certo. Velardi, ne ha fatto vessillo. Tant'è che in anticipo e a portata di click per tutti la ricerca è scaricabile dal suo sito. Ottantacinque pagine in cui si traccia un disegno dello stato di salute del settore, delle cause appunto del mancato decollo e si pone gli obiettivi di individuare le nuove tendenze e proporre le soluzioni. Ebbene per gli stranieri Napoli resta un luogo pittoresco e originale, anche se, si legge nella ricerca, parlano «dell'arretratezza economica della regione che si trasforma in declino dell'immagine e ai problemi di caos e sporcizia». Il vero nodo resta però il turismo italiano. E l'idea che gli italiani hanno della Campania. Pagina 56: «Le cause di questa immagine parzialmente negativa o profondamente ambivalente vanno individuate nell'attenzione reiterata da parte della stampa in relazione sia a fatti negativi specifici che ad un'immagine negativa nel suo complesso (e qui si citano Gomorra e Report, ndr); nella mancanza di una propaganda pubblicitaria altrettanto forte e persuasiva; nell'esperienza diretta che non è sempre positiva a causa delle criticità ambientali e della filiera turistica vissute in prima persona». E ancora: «Napoli è un potente catalizzatore di emozioni e immagini negative a causa della reputazione storica problematica ri-attualizzata dall'emergenza spazzatura. Si va affermando così un'immagine turistica stereotipata della Campania assimilabile a quella dei Paesi a rischio che neppure i viaggiatori europei del Gran Tour dell‘800 possedevano». Insomma Napoli dai due volti, gioia e dolore, crea «un grumo di sensazioni inquietanti che inquina le attese dei visitatori». Esempio? I profumi dei limoni di Sorrento o della pizza Margherita s'incrociano con le «preoccupazioni per le condizioni igieniche, espresse in particolare dai genitori di figli piccoli. S'insinuano i dubbi sulla salubrità degli alimenti tipici, dopo le notizie allarmanti legate all'emergenza spazzatura (ha fatto scalpore la puntata di Report sulla mozzarella alla diossina)». La ricerca regionale è una sorta di conferma ad un comune sentire nella politica campana. Basti ricordare la frase che la sindaca Rosa Russo Iervolino destinò a Gomorra: «Quel film distorce la realtà di Scampia». L'assessore Velardi, però, puntualizza: «Si tratta di una ricerca in cui non esistono giudizi di valore o politici. Non si danno colpe al sistema mediatico. Mi sembra, però, un dato di fatto che qualsiasi cosa si dica su Napoli sia in chiave negativa. Per invertire la tendenza dovremmo avere un flusso enorme di notizie positive ». Non la vede così l'autrice di Report, Milena Gabanelli. Che dice: «Si togliessero i rifiuti e non si buttassero soldi».
Scritto da Simona Brandolini da il Corriere del Mezzogiorno
28 gennaio 2009
Addio a Mino Reitano emigrante della musica
A tre settimane dal Festival di Sanremo, la musica italiana è in lutto. Mino Reitano è morto nella sua casa-ranch di Agrate Brianza, dove aveva affrontato l'ultima fase della malattia che lo aveva colpito due anni fa.
Il popolarissimo cantante di origine calabrese, che aveva appena compiuto 65 anni, aveva combattuto contro il tumore che lo stava divorando, sperando in un ritorno su quelle scene che aveva preso a calcare giovanissimo, dopo otto anni di studio al conservatorio di Reggio Calabria. Non faceva mistero delle sue umili origini, e incarnava il prototipo dell'italiano emigrante, senza nascondere nelle sue canzoni la nostalgia per la terra natia. Raccontava spesso, e con orgoglio, dei concerti in Germania che lo vedevano suonare in un locale di Amburgo, prima dei Quarrymen: quelli che di lì a poco sarebbero diventati i Beatles.
Il popolarissimo cantante di origine calabrese, che aveva appena compiuto 65 anni, aveva combattuto contro il tumore che lo stava divorando, sperando in un ritorno su quelle scene che aveva preso a calcare giovanissimo, dopo otto anni di studio al conservatorio di Reggio Calabria. Non faceva mistero delle sue umili origini, e incarnava il prototipo dell'italiano emigrante, senza nascondere nelle sue canzoni la nostalgia per la terra natia. Raccontava spesso, e con orgoglio, dei concerti in Germania che lo vedevano suonare in un locale di Amburgo, prima dei Quarrymen: quelli che di lì a poco sarebbero diventati i Beatles.
26 gennaio 2009
Crisi: al Sud giu' l'industria, tiene il turismo
La crisi pesa sul Mezzogiorno, con un calo dell'occupazione, della produzione e delle vendite al dettaglio, mentre sembra tenere il turismo. Uno studio di Confesercenti ricorda come nelle regioni del Sud le imprese manufatturiere sul totale dei settori economici sono pari al 10,7% del totale contro il 13% del Centro Nord. Di queste il 65% artigiane. Sul totale delle imprese italiane, il 27,5% sono al Sud. E se, come detto, almeno il turismo tiene, non e' pero' cosi' per Campania e Sicilia.
21 gennaio 2009
Corso per animatore sociale
Il Consorzio Promoter Service PMI in collaborazione con il Centro Turistico Acli e con l’Unione Sportiva Acli organizza il 1° corso di Animatore Sociale rivolto alla formazione di n° 20 ragazzi per l’inserimento in strutture turistiche del centro sud Italia. Il corso ha la finalità di elevare il livello di preparazione degli operatori del settore e di offrire concrete opportunità di lavoro agli iscritti. Il periodo formativo sarà caratterizzato da 500 ore di teoria e 500 di stage in strutture turistico alberghiere del centro sud Italia. La parte tecnica del corso sarà curata dalla VIVICLUB con la direzione artistica di Gigi Salvati.
Al termine del periodo di formazione sarà effettuato un esame finale con membri della Regione Campania per il conseguimento dell’attestato di qualifica regionale. Tale atto risulta un importante sviluppo di un settore che troppe volte è bistrattato a livello regionale e nazionale, ma che rappresenta sicuramente uno dei principali punti di forza del sistema paese Italia. Realizzare corsi in cui si qualifichino gli operatori turistici in maniera elevata è sicuramente un importante punto di forza per offrire ai ragazzi nuove opportunità di lavoro qualificato.
Per informazioni ed adesioni rivolgersi al Consorzio Promoter Service PMI via Nicolodi, 27 – 83100 Avellino al seguente N° di Telefono 0825/780805 o visitate il sito http://www.promoterservice.net/. Le iscrizioni si concluderanno in data 16/02/2009.
Al termine del periodo di formazione sarà effettuato un esame finale con membri della Regione Campania per il conseguimento dell’attestato di qualifica regionale. Tale atto risulta un importante sviluppo di un settore che troppe volte è bistrattato a livello regionale e nazionale, ma che rappresenta sicuramente uno dei principali punti di forza del sistema paese Italia. Realizzare corsi in cui si qualifichino gli operatori turistici in maniera elevata è sicuramente un importante punto di forza per offrire ai ragazzi nuove opportunità di lavoro qualificato.
Per informazioni ed adesioni rivolgersi al Consorzio Promoter Service PMI via Nicolodi, 27 – 83100 Avellino al seguente N° di Telefono 0825/780805 o visitate il sito http://www.promoterservice.net/. Le iscrizioni si concluderanno in data 16/02/2009.
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Nel Gargano il turismo è Ko
Logica della monocultura balneare, crisi del sistema associativo degli operatori turistici, poca sinergia tra pubblico e privato, crisi del turismo congressuale, sociale e scolastico, stagione limitata. Sono queste alcune «criticità» di cui soffre il turismo garganico e, in particolare, di Vieste che ne costituisce la punta di diamante. Dati e cifre riferite al 2008, tra l’altro ancora in via di elaborazione, indicano una sostanziale ed apprezzabile tenuta del settore più importante dell’economia locale che, di riflesso, si spalma su tutta la regione. Stando, infatti, alle denunce Istat presentate all’ufficio Iat di Vieste, sono state un milione 900 mila le presenze nel 2008 a fronte di un milione 700 mila del 2007.
Il governo punta sul turismo sociale
Durante l'audizione in commissione Attività produttive della Camera, il sottosegretario al Turismo, Michela Vittoria Brambilla, ha spiegato che il governo intende puntare anche sul turismo sociale. Come? Identificando sei città di mare e sei di montagna che verranno "adeguate" per ospitare anziani e disabili. Dodici località a vocazione turistica per liberare dalle barriere architettoniche per favorire il turismo di anziani e persone con disabilità. Lo ha annunciato il sottosegretario al Turismo, Michela Vittoria Brambilla, durante la sua audizione in commissione Attività produttive della Camera. Presentando le linee programmatiche del governo nel settore del turismo, Brambilla ha spiegato che il progetto intende favorire una "destagionalizzazione" del turismo italiano, puntando su nicchie di mercato come "il turismo congressuale, quello termale legato al benessere e quello sociale". L'obiettivo ultimo è quello di aprire le porte di un turismo accessibile ad una fascia di popolazione allargata, in grado di rispondere a bisogni diversificati: svago, sport, tempo libero, relazionalità, ambiente e socializzazione. Su questo ultimo fronte, si procederà quindi a "identificare sei città di mare e sei di montagna" su cui procedere a un "adeguamento strutturale, che comunque andava fatto, per poter ospitare disabili e persone anziani".
15 gennaio 2009
I vescovi contro la tassa che il Governo applicherà ai permessi di soggiorno
Immigrati tartassati - Maroni "non si sente toccato"
La tassa sul permesso di soggiorno agli immigrati, nonostante la contrarietà dichiarata dal premier Berlusconi, sembra proprio che ci sarà, il ministro Maroni e la Lega tengono duro, e vengono investiti dalla dura reazione dei vescovi italiani: «inaccettabile balzello». Ecco come i giornali affrontano il tema.
La tassa sul permesso di soggiorno agli immigrati, nonostante la contrarietà dichiarata dal premier Berlusconi, sembra proprio che ci sarà, il ministro Maroni e la Lega tengono duro, e vengono investiti dalla dura reazione dei vescovi italiani: «inaccettabile balzello». Ecco come i giornali affrontano il tema.
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14 gennaio 2009
Bocciato «Gomorra».
Il verdetto di Hollywood a sole 24 ore dalla delusione per il Golden Globe
Niente corsa all'Oscar per il film di Garrone. Il regista: «Senza parole». Critica Usa stupita Gomorra non entra nemmeno tra i 9 semi-finalisti. Inserito tra i migliori film dell'anno da Entertainment Weekly, sostenuto dalla critica americana in modo compatto, il film di Garrone (24 ore dopo aver perso il Golden Globe) è rimasto fuori dalla gara nella sezione dei migliori film stranieri, la cui cinquina sarà annunciata il 22 gennaio. A questo punto, data la forza dei film americani in concorso, appare improbabile il suo reinserimento (teoricamente possibile) tra i cinque migliori titoli concorrenti all'Oscar principale.
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A chi compete la giustizia sociale?
di Flavio Felice
Più volte è stato ripetuto che cosa non è la Dottrina sociale della Chiesa. In primo luogo si suole affermare che essa non è un ricettario delle buone azioni; in secondo luogo, per Dottrina sociale della Chiesa non dobbiamo neppure intendere un’asettica analisi sociologica dove gli elementi dell’indagine (le persone) appaiono come una caricatura antropologica: homo oeconomicus, politicus, sociologicus, etc.
Ebbene, chiarito che cosa la Dottrina sociale della Chiesa non può essere, tentiamo di comprendere che cosa essa realmente sia. In primo luogo, essa è una prospettiva sull’uomo, un’antropologia che assume la dimensione relazionale come ragione fondante la sua prassi. Dunque, la Dottrina sociale della Chiesa è prassi sociale relazionale, ovvero un agire con gli altri ed un agire per gli altri che evidenzia la realtà unitaria della pastorale sociale. In secondo luogo, in forza di una simile dimensione antropologica, gli interpreti della Dottrina sociale della Chiesa operano a partire dalla consapevolezza che le ragioni delle persone sono sovra ordinate alle ragioni delle strutture sociali: Stati, imprese, classi, partiti e via dicendo. In tal senso, tornano alla mente le parole della Redemptor Hominis, che rimandano alla suggestiva frase con cui Kierkegaard intese definire il paradosso cristiano: “Il genere umano ha la proprietà, perché ogni singolo è fatto a somiglianza di Dio, che il singolo è più alto del genere”. Una frase che, tra l’altro, commenta Augusto Del Noce, rappresenta l’antitesi assoluta di quanto afferma Marx nella sesta di quelle Tesi su Feuerbach che compendiano il suo pensiero filosofico: “l’essenza umana non è qualcosa di astratto che sia immanente all’individuo singolo. Nella sua realtà è l’insieme dei rapporti sociali”. Il cuore della riflessione e della prassi cattolica nel sociale è racchiuso tutto in questa rivendicazione del primato della persona; un personalismo che diventa strumento metodologico per l’indagine in ordine alla scoperta del come e del perché dei fenomeni sociali, ma è anche uno strumento volto alla prassi sociale per contribuire a rendere più umano il mondo cui viviamo.
I pilastri sui quali poggia il doppio profilo della Dottrina sociale della Chiesa – la comprensione scientifica e l’azione nel contesto unitario del riferimento teologico pastorale – sono il principio di solidarietà e quello di sussidiarietà. Storicamente, non sono mancati interpreti che hanno tentato di comprendere i due principi l’uno a scapito dell’altro, mostrando erroneamente che la solidarietà e la sussidiarietà rappresentano due dimensioni antitetiche, in quanto il prevalere dell’una farebbe retrocedere l’altra, e viceversa. È stato un merito di Giovanni Paolo II, al contrario, quello di aver mostrato la complementarietà dei due principi, evidenziando l’impossibilità di concepire coerentemente, da un punto di vista cristiano, la sussidiarietà a prescindere da un’altrettanto coerente comprensione della solidarietà. In tal modo, la solidarietà è liberata dal rischio di apparire come l’evasione di un certo numero di pratiche da parte di un sistema burocratico impersonale che pretende di conoscere il bene degli individui; e la causa efficiente della solidarietà smette di essere lo “Stato” onnipotente. Nelle società contemporanee, estremamente complesse, nessun governo, partito ed organizzazione burocratica può arrogarsi il diritto di conoscere quale possa essere il bene di coloro che intende “assistere”. Sicché, il principio di sussidiarietà disegna l’articolazione sociale, umanamente più coerente, perché chi è più prossimo al portatore del bisogno si faccia carico – in base alle proprie possibilità – della sua soluzione. In questo caso, non si identifica un unico soggetto responsabile del benessere ovvero della giustizia sociale al quale le persone sarebbero obbligate a cedere la loro quota di responsabilità e, di conseguenza, di libertà. La “soluzione personalista-relazionale”, proposta dalla Dottrina sociale della Chiesa, in pratica, incontra il principio di solidarietà sul terreno del principio di sussidiarietà. Essa si oppone alla “soluzione totalitaria-hobbesiana”, in cui il tema della solidarietà è ricondotto nell’ambito del paternalismo di stato, e si caratterizza per il riconoscimento civile di quelle attività poste in essere da persone libere e responsabili per dar vita ad organizzazioni sociali con l’obiettivo di rispondere alle più svariate domande che provengono dalla società civile. È questa: la solidarietà vissuta alla luce del principio di sussidiarietà, in sostanza, a rappresentare la pratica della “giustizia sociale” cristianamente intesa.
In questo contesto si inserisce l’iniziativa dell’Arcidiocesi di Milano di dar vita ad un fondo di dotazione iniziale di un milione di euro per le famiglie in difficoltà. È quanto ha annunciato l'arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, durante l'Omelia pronunciata nella messa di Natale al Duomo di Milano: “In questa Notte Santa, come Arcivescovo di Milano mi appello alla responsabilità dei singoli e delle comunità cristiane della diocesi e propongo di costituire il ‘Fondo famiglia-lavoro’ per venire incontro a chi sta perdendo l’occupazione. Come avvio di questo fondo, attingendo dall’otto per mille destinato per opere di carità, dalle offerte pervenute in questi giorni ‘per la carità dell’Arcivescovo’, da scelte di sobrietà della diocesi e mie personali metto a disposizione la cifra iniziale di un milione di euro”.L’iniziativa dell’Arcidiocesi di Milano si inscrive nella lunga tradizione di pastorale sociale dalla Chiesa italiana e del mondo e, se ben analizzata, offre numerosi spunti per tentare di andare ben oltre la contrapposizione ideologica tra mercato e apparati statali burocratici. Non sono mancati, anche in questa occasione, coloro che hanno lamentato il fatto che lo Chiesa starebbe prendendo il posto dello Stato, come se quest’ultimo fosse per definizione lo strumento unico ed il più adatto a rispondere alle esigenze di giustizia sociale. Se per mercato intendiamo il sistema di relazioni attraverso il quale persone e associazioni di persone ignoranti e fallibili, ma perfettibili, tentano di soddisfare le proprie aspettative, tentando di ricorrere alla soddisfazione delle aspettative altrui, allora non si tratta di declamare in modo ideologico i confini invalicabili ed angusti della società civile, per difendere una presunta sfera di competenza esclusiva dello Stato: una sfera che tende inesorabilmente ad ampliarsi fagocitando tutto quello che incontra, quanto di elaborare ordinamenti politici e giuridici conformi al sistema di libero mercato e alla democrazia e che possano consentire la soluzione di problemi allocativi relativi a beni e a servizi disponibili.
Più volte è stato ripetuto che cosa non è la Dottrina sociale della Chiesa. In primo luogo si suole affermare che essa non è un ricettario delle buone azioni; in secondo luogo, per Dottrina sociale della Chiesa non dobbiamo neppure intendere un’asettica analisi sociologica dove gli elementi dell’indagine (le persone) appaiono come una caricatura antropologica: homo oeconomicus, politicus, sociologicus, etc.
Ebbene, chiarito che cosa la Dottrina sociale della Chiesa non può essere, tentiamo di comprendere che cosa essa realmente sia. In primo luogo, essa è una prospettiva sull’uomo, un’antropologia che assume la dimensione relazionale come ragione fondante la sua prassi. Dunque, la Dottrina sociale della Chiesa è prassi sociale relazionale, ovvero un agire con gli altri ed un agire per gli altri che evidenzia la realtà unitaria della pastorale sociale. In secondo luogo, in forza di una simile dimensione antropologica, gli interpreti della Dottrina sociale della Chiesa operano a partire dalla consapevolezza che le ragioni delle persone sono sovra ordinate alle ragioni delle strutture sociali: Stati, imprese, classi, partiti e via dicendo. In tal senso, tornano alla mente le parole della Redemptor Hominis, che rimandano alla suggestiva frase con cui Kierkegaard intese definire il paradosso cristiano: “Il genere umano ha la proprietà, perché ogni singolo è fatto a somiglianza di Dio, che il singolo è più alto del genere”. Una frase che, tra l’altro, commenta Augusto Del Noce, rappresenta l’antitesi assoluta di quanto afferma Marx nella sesta di quelle Tesi su Feuerbach che compendiano il suo pensiero filosofico: “l’essenza umana non è qualcosa di astratto che sia immanente all’individuo singolo. Nella sua realtà è l’insieme dei rapporti sociali”. Il cuore della riflessione e della prassi cattolica nel sociale è racchiuso tutto in questa rivendicazione del primato della persona; un personalismo che diventa strumento metodologico per l’indagine in ordine alla scoperta del come e del perché dei fenomeni sociali, ma è anche uno strumento volto alla prassi sociale per contribuire a rendere più umano il mondo cui viviamo.
I pilastri sui quali poggia il doppio profilo della Dottrina sociale della Chiesa – la comprensione scientifica e l’azione nel contesto unitario del riferimento teologico pastorale – sono il principio di solidarietà e quello di sussidiarietà. Storicamente, non sono mancati interpreti che hanno tentato di comprendere i due principi l’uno a scapito dell’altro, mostrando erroneamente che la solidarietà e la sussidiarietà rappresentano due dimensioni antitetiche, in quanto il prevalere dell’una farebbe retrocedere l’altra, e viceversa. È stato un merito di Giovanni Paolo II, al contrario, quello di aver mostrato la complementarietà dei due principi, evidenziando l’impossibilità di concepire coerentemente, da un punto di vista cristiano, la sussidiarietà a prescindere da un’altrettanto coerente comprensione della solidarietà. In tal modo, la solidarietà è liberata dal rischio di apparire come l’evasione di un certo numero di pratiche da parte di un sistema burocratico impersonale che pretende di conoscere il bene degli individui; e la causa efficiente della solidarietà smette di essere lo “Stato” onnipotente. Nelle società contemporanee, estremamente complesse, nessun governo, partito ed organizzazione burocratica può arrogarsi il diritto di conoscere quale possa essere il bene di coloro che intende “assistere”. Sicché, il principio di sussidiarietà disegna l’articolazione sociale, umanamente più coerente, perché chi è più prossimo al portatore del bisogno si faccia carico – in base alle proprie possibilità – della sua soluzione. In questo caso, non si identifica un unico soggetto responsabile del benessere ovvero della giustizia sociale al quale le persone sarebbero obbligate a cedere la loro quota di responsabilità e, di conseguenza, di libertà. La “soluzione personalista-relazionale”, proposta dalla Dottrina sociale della Chiesa, in pratica, incontra il principio di solidarietà sul terreno del principio di sussidiarietà. Essa si oppone alla “soluzione totalitaria-hobbesiana”, in cui il tema della solidarietà è ricondotto nell’ambito del paternalismo di stato, e si caratterizza per il riconoscimento civile di quelle attività poste in essere da persone libere e responsabili per dar vita ad organizzazioni sociali con l’obiettivo di rispondere alle più svariate domande che provengono dalla società civile. È questa: la solidarietà vissuta alla luce del principio di sussidiarietà, in sostanza, a rappresentare la pratica della “giustizia sociale” cristianamente intesa.
In questo contesto si inserisce l’iniziativa dell’Arcidiocesi di Milano di dar vita ad un fondo di dotazione iniziale di un milione di euro per le famiglie in difficoltà. È quanto ha annunciato l'arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi, durante l'Omelia pronunciata nella messa di Natale al Duomo di Milano: “In questa Notte Santa, come Arcivescovo di Milano mi appello alla responsabilità dei singoli e delle comunità cristiane della diocesi e propongo di costituire il ‘Fondo famiglia-lavoro’ per venire incontro a chi sta perdendo l’occupazione. Come avvio di questo fondo, attingendo dall’otto per mille destinato per opere di carità, dalle offerte pervenute in questi giorni ‘per la carità dell’Arcivescovo’, da scelte di sobrietà della diocesi e mie personali metto a disposizione la cifra iniziale di un milione di euro”.L’iniziativa dell’Arcidiocesi di Milano si inscrive nella lunga tradizione di pastorale sociale dalla Chiesa italiana e del mondo e, se ben analizzata, offre numerosi spunti per tentare di andare ben oltre la contrapposizione ideologica tra mercato e apparati statali burocratici. Non sono mancati, anche in questa occasione, coloro che hanno lamentato il fatto che lo Chiesa starebbe prendendo il posto dello Stato, come se quest’ultimo fosse per definizione lo strumento unico ed il più adatto a rispondere alle esigenze di giustizia sociale. Se per mercato intendiamo il sistema di relazioni attraverso il quale persone e associazioni di persone ignoranti e fallibili, ma perfettibili, tentano di soddisfare le proprie aspettative, tentando di ricorrere alla soddisfazione delle aspettative altrui, allora non si tratta di declamare in modo ideologico i confini invalicabili ed angusti della società civile, per difendere una presunta sfera di competenza esclusiva dello Stato: una sfera che tende inesorabilmente ad ampliarsi fagocitando tutto quello che incontra, quanto di elaborare ordinamenti politici e giuridici conformi al sistema di libero mercato e alla democrazia e che possano consentire la soluzione di problemi allocativi relativi a beni e a servizi disponibili.
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13 gennaio 2009
Il Grande Fratello s'inventa sociale
Riuniti nella casa un rom ex clandestino, un cieco e la hostess Alitalia con il cappio.
Emigrazione, licenziamenti, degrado. Ma non siamo né dentro un tg né al centro di un’inchiesta di «Report». Il luogo è la casa del «Grande fratello», ex-tempio della tv più frivola, edonista e patinata che ci sia. Ma i tempi cambiano, e l’edizione numero 9 del programma di Canale 5 si adegua. Nella stagione della grande crisi non si poteva star lì a cincischiare con i soliti superbelli in preda al culto dell’immagine. Ci volevano i problemi, e così domani sera, sulla soglia della celebre porta rossa, vedremo sfilare Ferdi, ex clandestino rom arrivato in Italia su un gommone quando aveva otto anni, Claudia, una ragazza cresciuta nel difficile quartiere Zen di Palermo, e Daniela, l’hostess Alitalia fotografata con il cappio al collo, simbolo della drammatica vertenza. E, per la prima volta, farà parte del cast un non vedente, Jerry, 31 anni, calabrese trapiantato a Roma e impiegato all’aeroporto di Fiumicino. «Il cast - dice Andrea Palazzo, capo degli autori del GF - è un microcosmo della realtà in cui viviamo, in sintonia con la fase di crisi attraversata dal nostro Paese e con il clima internazionale».Una scelta che non riguarda solo la squadra dei partecipanti. In linea con il clima di risparmio, il montepremi per il vincitore è sceso a quota 300mila euro. Negli ultimi due anni toccava il mezzo milione, mentre nella terza edizione aveva raggiunto il record di quasi un milione. Stavolta tutto è più essenziale, non c’è l’inviato sul tappeto rosso e non è un caso che il bunker del «Grande fratello», sulla collina di «Cinecittà», sia ecologico, realizzato seguendo i dettami della bioarchitettura. Quindi via alla raccolta differenziata, agli elettrodomestici a ridotto impatto ambientale, ai dispensatori d’acqua per evitare le bottigliette di plastica.Le dinamiche tra concorrenti saranno, come sempre, il sale dello show e le prime notizie che li riguardano (in lizza anche un surfista colpito da un fulmine e un piccolo imprenditore napoletano) fanno prevedere 99 giorni di movimentata prigionia. Ognuno mette in gioco il proprio bagaglio di esperienze. Nel video-assaggio presentato ieri nel Palastudio di Cinecittà, da dove Alessia Marcuzzi condurrà per la quarta volta il programma, Daniela Martani si descrive: «Ho fatto tante cose, il lavoro principale è quello dell’assistente di volo, ho iniziato a 24 anni, quindi 11 anni fa. La lotta che abbiamo fatto per l’Alitalia l’ho condotta veramente con passione». Le chiedono dell’idea di mostrarsi con la fune intorno alla gola, una foto rimbalzata sulle pagine di tutti i giornali: «Era il nostro primo giorno di presidio, ho chiamato uno dei sindacalisti, gli ho detto, senti mi è venuta un’idea, un cappio al collo, questa è la vera cordata italiana». Claudia, la ragazza palermitana che fa volontariato nel quartiere Zen, ricorda di quando si è trovata a fronteggiare un uomo che brandiva un coltello in mezzo alla folla. Scene di inferno metropolitano. Il non vedente Jerry ci tiene a precisare che non cerca facili pietismi: «Faccio un uso propositivo della mia disabilità, sono sempre pronto a mettermi in discussione». C’è anche un fornaio bergamasco, Marcello, che si sveglia ogni giorno alle 3 di mattina e si lamenta perché non trova una ragazza con cui costruire il futuro, ma solo storie «da una botta e via». Anche questo è un segno dei tempi. Dal suo trono di vincitrice dell’«Isola dei famosi», Vladimir Luxuria plaude all’arrivo del giovane rom nella casa telespiata: «Tempo fa avevo dichiarato a un giornale che mi sarebbe piaciuto che in un reality entrasse un rom, e così è stato. O è un’allegra coincidenza o qualcuno ha letto le mie dichiarazioni». Questa presenza, dice Luxuria, «sarà l’occasione per dimostrare una convivenza possibile, anche con i rom, una delle categorie di persone ultimamente più criminalizzate». Reality che insegnano a vivere? Si, potrebbe essere proprio questo l’ultimo paradosso dell’inverno 2009.
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vacanze all'estero o in Italia?
La soluzione sarebbe? non andare più a fare le vacanze nei paesi poveri così da potergli togliere anche la fonte di reddito del turismo. non è facendo fare le vacanze in Italia agli italiani che possiamo far risorgere questo settore ma solo attirando turisti esteri.
Il sospetto che sia questo il fine ultimo della campagna.
Brambilla: il turismo sessuale vale 100 milioni di dollari
Il turismo sessuale ha un giro d'affari pari a 100 miliardi di dollari e che coinvolge 3 milioni di bambini nel mondo. Lo ha detto il sottosegretario Brambilla, sottolineando: 'Sono viaggi della vergogna, ma Italia il fenomeno non viene denunciato come si deve, anche se abbiamo una legislazione all'avanguardia, che fa rientrare nella giurisdizione il reato anche se compiuto all'estero. Il governo ha chiesto l'impegno di tutti i Paesi Ue nella lotta al turismo sessuale'.
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11 gennaio 2009
Decreto anticrisi: aiuti a commercio e turismo.
Il decreto anticrisi supera l'esame delle Commissioni bilancio e finanze della Camera. Il provvedimento da lunedi passa all'esame dell'aula. Dopo la maratona nottuna, in cui sono state apportate significative novitá, nella seduta di stamattina si è deciso di procedere con un unico voto su un pacchetto di emendamenti che raccoglie le proposte dei relatori e quelle dei deputati sui quali c'era il parere favorevole del Governo e che ancora non erano state esaminate.
No alla tassa sui permessi di soggiorno. Parere negativo del governo sull'emendamento della Lega che propone il pagamento di 50 euro per ottenere il permesso di soggiorno. È quanto è stato annunciato nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, alla ripresa dei lavori sul decreto legge anticrisi. Difficile anche che vada al voto la proposta, sempre della Lega, di introdurre l'obbligo di una fidejussione da 10mila euro da parte delle società o da da parte dei cittadini stranieri non comunitari che vogliono aprire una partita Iva.
Ok alla retroattività sul bonus energia. È salva la detrazione Irpef del 55% sugli interventi per la riqualificazione energetica degli edifici, ma il credito d'imposta sarà spalmato su 5 anni (non più su 3). È stato infatti approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera un emendamento dei relatori al decreto anticrisi che mantiene sostanzialmente intatto il bonus per il risparmio energetico, confermando la non retroattività delle nuove misure. I lavori delle commissioni dovrebbero proseguire ancora concentrandosi sugli emendamenti che riguardano la cassa integrazione e gli studi di settore. Il testo così modificato, spiegano fonti della maggioranza, dovrebbe quindi confluire in un maxi-emendamento su cui probabilmente il governo metterà la fiducia, accelerando così i tempi della conversione in legge (il dl scade a fine gennaio).
Sostegno ai negozi costretti a chiudere. Via libera dalle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera all'emendamento al decreto anti-crisi, presentato dai relatori di maggioranza, che offre un sostegno ai negozi costretti a chiudere per la crisi. Arriva un contributo per l'acquisto di pannolini e latte artificiale per i figli da 0 a 3 mesi. L'aiuto è riservato alla platea che ha già diritto alla social card. Arriva un sostegno al reddito per gli operatori del settore commerciale e turistico che, con la crisi economica, sono stati «costretti a cessare anticipatamente l'attività senza poter usufruire» di alcuna forma di aiuto. Secondo un emendamento dei relatori al decreto anticrisi approvato in commissione Bilancio e Finanze alla Camera, viene ripristinato l'accesso agli indennizzi per le aziende commerciali in crisi. L'intervento, di importo pari alla pensione minima, viene concesso a favore degli esercenti di attività commerciali costretti a cessare anticipatamente l'attività nei 3 anni precedenti il pensionamento di vecchiaia. Si tratta, spiega la relazione tecnica che accompagna la norma, di «una forma di ammortizzatore sociale la cui erogazione non comporta alcun onere per lo Stato, dal momento che viene autofinanziato dalla categoria attraverso una specifica contribuzione a carico di tutti gli iscritti alla gestione pensionistica commercianti presso l'Inps». Ok ai pre-pensionamenti per i giornalisti. Le pensioni anticipate dei giornalisti attualmente in capo all'Inpgi passeranno a carico dell'Inps, per un tetto massimo di 10 milioni di euro a decorrere dall'anno 2009. Inoltre, gli scivoli contributivi sarebbero riconosciuti fino a un massimo di 5 anni. Lo prevede un emendamento al dl anticrisi che ha ottenuto il via libera delle commissioni Bilancio e Finanze di Montecitorio. Inoltre su esodi e prepensionamenti dei giornalisti professionisti non sarà il solo ministero del Lavoro a individuare il numero di unità ammesse ma avrà voce in capitolo anche il ministero dell'Economia. E ciò avverrà «sulla base delle risorse finanziarie disponibili».Una boccata di ossigeno arriva per le imprese che vantano crediti nei confronti della pubblica amministrazione. Le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno approvato un emendamento al decreto anticrisi, presentato dal deputato del Pd Massimo Vannucci e riformulato dai relatori, che facilita la riscossione del credito. Nel 2009, su istanza del creditore, le regioni e gli enti locali hanno facoltà di certificare, nel rispetto dei limiti del Patto di stabilità interno, l'esigibilità del credito. Con la certificazione, le aziende potranno cedere il credito alle banche e a società finanziarie. La cessione sarà valida anche se il contratto di fornitura o di servizio con la pubblica amministrazione aveva escluso la cedibilità del credito. "Porno tax" anche per i maghi delle televendite Estensione della porno tax anche a quanti utilizzano trasmissioni televisive che puntano a sollecitare la credulità popolare e che utilizzano numeri telefonici a pagamento.
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08 gennaio 2009
Il decreto Gemini sull'Unversità è legge
La Camera lo ha approvato voti favorevoli e definitivamente con 281 voti a favore, 196 contrari e 28 astenuti.
Il decreto Gelmini di riordino del sistema univerisitario è legge. La Camera lo ha approvato voti favorevoli e definitivamente con 281 voti a favore, 196 contrari e 28 astenuti. Nel corso delle dichiarazioni di voto, si sono espressi a favore i gruppi di maggioranza (Pdl e Lega), contrari Pd e Idv. L'Unione di centro ha dichiarato la sua astensione. Trasparenza nei concorsi, stop alle baronie, piu' spazio ai giovani, premiare i bilanci virtuosi delle Universita'. Questi i temi in sintesi della legge sull'Universita' approvata in tarda mattinata in via definitiva alla Camera. Nel reclutamento dei professori universitari, le commissioni che giudicheranno gli aspiranti professori universitari di prima e seconda fascia saranno composte, a differenza di quanto accadeva fino ad ora, da 4 professori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando e da 1 solo professore ordinario nominato dalla facolta' che ha richiesto il bando. Si evita cosi' il rischio di predeterminare l'esito dei concorsi e si incoraggia un piu' ampio numero di candidati a partecipare.
Per quanto riguarda il reclutamento dei ricercatori, in attesa di un riordino organico del sistema di reclutamento dei ricercatori universitari le commissioni che giudicheranno i candidati al concorso saranno composte da 1 professore associato nominato dalla facolta' che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando. La valutazione dei candidati avverra' secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale.
Le universita' con una spesa per il personale troppo elevata (piu' del 90% dello stanziamento statale) non potranno effettuare nuove assunzioni. La norma pone un freno alle gestioni finanziarie non adeguate di alcune universita' (soprattutto nel rapporto entrate-uscite). Da oggi le universita' che spendono piu' del 90% dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo. Piu' ricercatori assunti dalle Universita': Per favorire l'assunzione dei giovani ricercatori, il blocco del turn over (a quota 20% nelle altre amministrazioni) viene elevato al 50%. Delle possibili assunzioni presso le Universita', almeno il 60% dovra' essere riservato ai nuovi ricercatori. I concorsi di ricercatore gia' banditi fuori dal turn over: I bandi di concorso per posti da ricercatore gia' banditi sono esclusi dal turn over. 2300 ricercatori dunque saranno esclusi dal blocco del turn over.
Gli enti di ricerca sono esclusi dal blocco delle assunzioni che e' entrato in vigore per tutte le amministrazioni pubbliche. Queste tre iniziative permetteranno di assumere 4000 nuovi ricercatori.
Piu' finanziamenti (cioe' il 7% del Fondo del Finanziamento Ordinario e del Fondo Straordinario della Finanziaria 2008) saranno distribuiti alle Universita' migliori: quelle con offerta formativa, con qualita' della ricerca scientifica, qualita', efficacia ed efficienza delle sedi didattiche migliori.Le universita' piu' virtuose saranno individuate in tempi molto brevi attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario). Per la prima volta in Italia si distribuiscono soldi alle Universita' in base a standard di qualita'.
Borse di studio ai ragazzi piu' meritevoli: Per la prima volta in Italia tutti gli aventi diritto avranno la borsa di studio.L'incremento di 135 milioni di euro sara' destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici. 180 mila ragazzi oggi sono idonei a ricevere la borsa di studio e l'esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono di fatto gia' oggi. 65 milioni per nuove strutture per il 2009: 1700 posti letto in piu' per studenti universitari. Saranno realizzati progetti per le residenze universitarie.
Il decreto Gelmini di riordino del sistema univerisitario è legge. La Camera lo ha approvato voti favorevoli e definitivamente con 281 voti a favore, 196 contrari e 28 astenuti. Nel corso delle dichiarazioni di voto, si sono espressi a favore i gruppi di maggioranza (Pdl e Lega), contrari Pd e Idv. L'Unione di centro ha dichiarato la sua astensione. Trasparenza nei concorsi, stop alle baronie, piu' spazio ai giovani, premiare i bilanci virtuosi delle Universita'. Questi i temi in sintesi della legge sull'Universita' approvata in tarda mattinata in via definitiva alla Camera. Nel reclutamento dei professori universitari, le commissioni che giudicheranno gli aspiranti professori universitari di prima e seconda fascia saranno composte, a differenza di quanto accadeva fino ad ora, da 4 professori sorteggiati da un elenco di commissari eletti a loro volta da una lista di ordinari del settore scientifico disciplinare oggetto del bando e da 1 solo professore ordinario nominato dalla facolta' che ha richiesto il bando. Si evita cosi' il rischio di predeterminare l'esito dei concorsi e si incoraggia un piu' ampio numero di candidati a partecipare.
Per quanto riguarda il reclutamento dei ricercatori, in attesa di un riordino organico del sistema di reclutamento dei ricercatori universitari le commissioni che giudicheranno i candidati al concorso saranno composte da 1 professore associato nominato dalla facolta' che richiede il bando e da 2 professori ordinari sorteggiati da una lista di commissari eletti tra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando. La valutazione dei candidati avverra' secondo parametri riconosciuti anche in ambito internazionale.
Le universita' con una spesa per il personale troppo elevata (piu' del 90% dello stanziamento statale) non potranno effettuare nuove assunzioni. La norma pone un freno alle gestioni finanziarie non adeguate di alcune universita' (soprattutto nel rapporto entrate-uscite). Da oggi le universita' che spendono piu' del 90% dei finanziamenti statali (Fondo di Finanziamento Ordinario) in stipendi non potranno bandire concorsi per docenti, ricercatori o personale amministrativo. Piu' ricercatori assunti dalle Universita': Per favorire l'assunzione dei giovani ricercatori, il blocco del turn over (a quota 20% nelle altre amministrazioni) viene elevato al 50%. Delle possibili assunzioni presso le Universita', almeno il 60% dovra' essere riservato ai nuovi ricercatori. I concorsi di ricercatore gia' banditi fuori dal turn over: I bandi di concorso per posti da ricercatore gia' banditi sono esclusi dal turn over. 2300 ricercatori dunque saranno esclusi dal blocco del turn over.
Gli enti di ricerca sono esclusi dal blocco delle assunzioni che e' entrato in vigore per tutte le amministrazioni pubbliche. Queste tre iniziative permetteranno di assumere 4000 nuovi ricercatori.
Piu' finanziamenti (cioe' il 7% del Fondo del Finanziamento Ordinario e del Fondo Straordinario della Finanziaria 2008) saranno distribuiti alle Universita' migliori: quelle con offerta formativa, con qualita' della ricerca scientifica, qualita', efficacia ed efficienza delle sedi didattiche migliori.Le universita' piu' virtuose saranno individuate in tempi molto brevi attraverso i parametri di valutazione Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario). Per la prima volta in Italia si distribuiscono soldi alle Universita' in base a standard di qualita'.
Borse di studio ai ragazzi piu' meritevoli: Per la prima volta in Italia tutti gli aventi diritto avranno la borsa di studio.L'incremento di 135 milioni di euro sara' destinato ai ragazzi capaci e meritevoli, privi di mezzi economici. 180 mila ragazzi oggi sono idonei a ricevere la borsa di studio e l'esonero dalle tasse universitarie, ma solo 140.000 li ottengono di fatto gia' oggi. 65 milioni per nuove strutture per il 2009: 1700 posti letto in piu' per studenti universitari. Saranno realizzati progetti per le residenze universitarie.
Gaza: Acli mobilitate per il 17 gennaio ad Assisi
Manifestazione nazionale promossa dalla Tavola della Pace.
Olivero: «Non possiamo rassegnarci alla guerra»
Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani si mobilitano per la manifestazione nazionale del 17 gennaio ad Assisi, promossa dalla Tavola della Pace «per non assistere con indifferenza alla guerra» che dall'inizio del 2009 sta segnando tragicamente i territori della Striscia di Gaza. «Non possiamo rassegnarci alla logica della guerra come se fosse inevitabile - afferma il presidente nazionale Andrea Olivero - abbiamo il dovere di manifestare per testimoniare che è possibile una strada diversa. Solo una società civile matura può oggi spingere gli Stati ad adottare soluzioni di pace che garantiscano la sicurezza di tutti i soggetti e le popolazioni coinvolte. La politica appare tutta presa da logiche interne che ne rallentano o paralizzano l'azione». Per la manifestazione nazionale del 17 ad Assisi, di cui vanno definendosi i dettagli organizzativi, le Acli hanno invitato alla mobilitazione i propri iscritti e le sedi territoriali in tutta Italia.
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2 milioni di euro per i nostri Patch Adams
Il dottor Patch Adams e il suo naso rosso hanno vinto ancora. La clownterapia entra ufficialmente nelle corsie degli ospedali italiani con fondi del governo. In tutto due milioni di euro per "finanziare" il sorriso fra i bambini ricoverati in ospedale. L'avviso per il sostegno dei progetti è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale alla vigilia di Natale. Delle risorse - attinte dal Fondo per le politiche ai diritti e le pari opportunità - potranno usufruire associazioni del terzo settore impegnate in attività di 'clowneria'. Obiettivo "é stimolare la parte sana della persona, ironizzando sulle pratiche mediche. Così da accelerare il processo di guarigione. Il clown dottore non fa animazione, ma opera un cambiamento terapeutico usando la 'clowneria', la magia, il gioco comico o poetico, come metafora terapeutica per far scaturire l'energia vitale del ridere come emozione-sfondo e stato alterato di coscienza". Saranno finanziati non solo progetti di clown terapia in ospedale ma, fra l'altro, anche corsi di formazione in materia. Per la presentazione delle domande per accedere ai fondi c'é tempo fino a 40 giorni a partire dal 24 dicembre scorso. I medici, anche quelli degli istituti pediatrici di maggior prestigio in tutto il mondo, hanno da tempo vinto le resistente che incontrò Hunter "Patch" Adams, il medico statunitense che mise le basi di una terapia olistica molto particolare: quella appunto del sorriso, anche nota come clownterapia. Conosciuto ai più grazie al film Patch Adams, interpretato da Robin Williams, il medico sostiene che il vero scopo non è curare le malattie, ma prendersi cura del malato, stravolgendo alcuni dei concetti cardine della medicina accademica. Oggi i clown hanno le porte aperte di tutti gli ospedali occidentali e lavorano anche come volontari in molte zone di guerra. I clown in corsia all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma sono ormai una presenza fissa da diversi anni in alcuni reparti difficili, come oncologia ed ematologia. "Lavorano in squadra con il personale medico ed infermieristico - ha spiegato il coordinatore del dipartimento di medicina pediatrica dell'ospedale Bambino Gesù, Alberto Ugazio - ogni giorno entrano nelle stanze, aiutano i piccoli ricoverati". Non c'é nulla di improvvisato nello strappare un sorriso ad un bambino che sta male. I volontari seguono un corso, guidati da personale che, spesso si è specializzato negli Stati Uniti. Alcuni corsi interregionali per la "Medicina del sorriso" sono stati anche finanziati in passato dall' Unione europea e coinvolto le Regioni Toscana, Calabria, Lazio, Piemonte e Sardegna.
07 gennaio 2009
EDUCATORI. A Scampia apre la scuola Mammut
Un percorso per insegnanti e operatori sociali. Incontri da gennaio a dicembre. Iscrizioni entro il 10 gennaio.
L’impegno del Centro Territoriale a Scampia – Mammut di approfondimento e sperimentazione sui temi della pedagogia, della didattica e dell’educazione, prosegue la sua azione di “ricerca” e condivisione con l’attivazione della “Scuola per formatori Mammut”: un percorso di formazione rivolto a quanti-e, tra maestri, insegnanti, educatori ed operatori sociali, abbiano attività educative e didattiche in corso o in via di attuazione e l'interesse ad intraprendere un percorso formativo fondato sulla con-ricerca, sul confronto e sulla sperimentazione. Il progetto Centro Territoriale a Scampia – Mammut, nasce con l'obbiettivo di attivare processi volti a implementare e potenziare le forze positive già attive nei contesti in cui opera, tramite percorsi pedagogici ed emancipativi e grazie a un rapporto di cooperazione e partecipazione col territorio.
La sua attività, svolta in rete con l'Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Campania, con la Fondazione Banco di Napoli per l’Assistenza all’Infanzia e con altre agenzie educative in ambito cittadino e nazionale, mira ad essere una presenza leggera e incisiva, che non si sovrapponga alle pratiche già esistenti e lontana dal consueto e deleterio “sostituirsi” alla società civile nell’assunzione di responsabilità politiche, pedagogiche e sociali. A partire da questi presupposti, confrontandosi con l'atrofia dell'usuale modo di fare educazione e riconoscendo la necessità di ricercare una nuova identità ideale e culturale a cui ispirare l’azione educativa, il Centro territoriale Mammut si è proposto di partire dalla formazione con una scuola per operatori, pensando che di formazione c'è senz'altro bisogno – visto che la scuola e l’università raramente attendono a questo ruolo – ma di una formazione “critica” e “necessaria” che non si vada a sommare alla miriade di percorsi formativi proposti o imposti, che parta da talenti individuali, passioni e vocazioni e fondata, più che sulla presenza di formatori d’eccezione, sulla condivisione e il confronto di esperienze e metodi diversi.
Uno degli obiettivi che la “Scuola per formatori” si pone è la spinta a ricomporre la frattura che sempre più spesso si avverte nel lavoro sociale e pedagogico fra teoria e pratica, e il desiderio di produrre e far circolare “cultura dell’educazione” mentre azioni didattiche ed educative vengono messe in campo. La “Scuola per formatori” partirà a gennaio 2009. Per iscriversi è necessario compilare il “bando di partecipazione”, con scadenza il 10 gennaio, scaricabile dal sito http://www.mammutnapoli.org/
Il programma formativo prevede una formazione base, costituita da alcuni stage intensivi e residenziali in diverse località italiane sui temi della didattica, e una serie di sottopercorsi tematici (seminari, incontri, gruppi di ricerca) su temi pedagogici di diversa natura: letteratura per ragazzi, relazione di cura, prima infanzia, “bambini e città”, dipendenze, organizzazione del lavoro sociale… L’insieme dei due percorsi costituirà la “Scuola per formatori” i cui obbiettivi restano quelli di condividere esperienze, sollecitare riflessioni, far circolare idee e critiche, creare un’area di discussione per dare maggiore efficacia a quanto già, in diverse regioni e in diversi ambiti si sta facendo.
Il programma della formazione base è curato da un comitato scientifico che provvederà a un progressivo aggiornamento seguendo esigenze e potenzialità del gruppo di apprendimento/insegnamento, al fine di favorire il contatto con contesti e strumenti, e di sperimentare metodi di riferimenti vecchi e nuovi della pedagogia e della didattica. La formazione prevede 5 incontri programmati tra gennaio e dicembre 2009, con una cadenza trimestrale e la durata di circa 3 giorni ciascuno. La full immersion residenziale gioverà a far fronte al poco tempo a disposizione, insieme alla necessità di confrontare e sperimentare temi, spunti, consegne di azioni e letture nate durante l’incontro comune, nel contesto educativo di ciascun operatore. Un foglio condiviso (Il Barrito del Mammut) che circolerà, sia in versione cartacea che telematica, nelle città di provenienza dei vari partecipanti e in quelle incontrate durante la nostra attività, sarà un importante mezzo di condivisione e di riflessione teorica per ragionare su quanto appreso dall’esperienza, confrontandolo con le teorie (attuali e passate) e le esperienze di chi si è posto e si pone domande simili alle nostre.
L’impegno del Centro Territoriale a Scampia – Mammut di approfondimento e sperimentazione sui temi della pedagogia, della didattica e dell’educazione, prosegue la sua azione di “ricerca” e condivisione con l’attivazione della “Scuola per formatori Mammut”: un percorso di formazione rivolto a quanti-e, tra maestri, insegnanti, educatori ed operatori sociali, abbiano attività educative e didattiche in corso o in via di attuazione e l'interesse ad intraprendere un percorso formativo fondato sulla con-ricerca, sul confronto e sulla sperimentazione. Il progetto Centro Territoriale a Scampia – Mammut, nasce con l'obbiettivo di attivare processi volti a implementare e potenziare le forze positive già attive nei contesti in cui opera, tramite percorsi pedagogici ed emancipativi e grazie a un rapporto di cooperazione e partecipazione col territorio.
La sua attività, svolta in rete con l'Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Campania, con la Fondazione Banco di Napoli per l’Assistenza all’Infanzia e con altre agenzie educative in ambito cittadino e nazionale, mira ad essere una presenza leggera e incisiva, che non si sovrapponga alle pratiche già esistenti e lontana dal consueto e deleterio “sostituirsi” alla società civile nell’assunzione di responsabilità politiche, pedagogiche e sociali. A partire da questi presupposti, confrontandosi con l'atrofia dell'usuale modo di fare educazione e riconoscendo la necessità di ricercare una nuova identità ideale e culturale a cui ispirare l’azione educativa, il Centro territoriale Mammut si è proposto di partire dalla formazione con una scuola per operatori, pensando che di formazione c'è senz'altro bisogno – visto che la scuola e l’università raramente attendono a questo ruolo – ma di una formazione “critica” e “necessaria” che non si vada a sommare alla miriade di percorsi formativi proposti o imposti, che parta da talenti individuali, passioni e vocazioni e fondata, più che sulla presenza di formatori d’eccezione, sulla condivisione e il confronto di esperienze e metodi diversi.
Uno degli obiettivi che la “Scuola per formatori” si pone è la spinta a ricomporre la frattura che sempre più spesso si avverte nel lavoro sociale e pedagogico fra teoria e pratica, e il desiderio di produrre e far circolare “cultura dell’educazione” mentre azioni didattiche ed educative vengono messe in campo. La “Scuola per formatori” partirà a gennaio 2009. Per iscriversi è necessario compilare il “bando di partecipazione”, con scadenza il 10 gennaio, scaricabile dal sito http://www.mammutnapoli.org/
Il programma formativo prevede una formazione base, costituita da alcuni stage intensivi e residenziali in diverse località italiane sui temi della didattica, e una serie di sottopercorsi tematici (seminari, incontri, gruppi di ricerca) su temi pedagogici di diversa natura: letteratura per ragazzi, relazione di cura, prima infanzia, “bambini e città”, dipendenze, organizzazione del lavoro sociale… L’insieme dei due percorsi costituirà la “Scuola per formatori” i cui obbiettivi restano quelli di condividere esperienze, sollecitare riflessioni, far circolare idee e critiche, creare un’area di discussione per dare maggiore efficacia a quanto già, in diverse regioni e in diversi ambiti si sta facendo.
Il programma della formazione base è curato da un comitato scientifico che provvederà a un progressivo aggiornamento seguendo esigenze e potenzialità del gruppo di apprendimento/insegnamento, al fine di favorire il contatto con contesti e strumenti, e di sperimentare metodi di riferimenti vecchi e nuovi della pedagogia e della didattica. La formazione prevede 5 incontri programmati tra gennaio e dicembre 2009, con una cadenza trimestrale e la durata di circa 3 giorni ciascuno. La full immersion residenziale gioverà a far fronte al poco tempo a disposizione, insieme alla necessità di confrontare e sperimentare temi, spunti, consegne di azioni e letture nate durante l’incontro comune, nel contesto educativo di ciascun operatore. Un foglio condiviso (Il Barrito del Mammut) che circolerà, sia in versione cartacea che telematica, nelle città di provenienza dei vari partecipanti e in quelle incontrate durante la nostra attività, sarà un importante mezzo di condivisione e di riflessione teorica per ragionare su quanto appreso dall’esperienza, confrontandolo con le teorie (attuali e passate) e le esperienze di chi si è posto e si pone domande simili alle nostre.
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02 gennaio 2009
Turisti allo sbando
Nel pomeriggio piovoso di ieri, quando alle cinque del pomeriggio pareva che già fosse mezzanotte, i turisti che avevano optato per una visita all'Archeologico non potevano raccomandarsi neanche agli amuleti: la Collezione Egiziana che — come ricorda il sito internet — comprende «numerosi bronzetti votivi di divinità egizie ed amuleti contro il malocchio», era chiusa ai visitatori per chissà quale motivo.
E non è che occorresse indagare tanto per saperlo. In un museo gremito di gente era il personale stesso a spiegare come il piano sotterraneo, insieme ad altre sale del prestigioso Museo Nazionale, fosse interdetto. Un cartello ad avvisare, un cancello ad inibire, e il gioco (sporco) è fatto. «La Collezione Farnese è in allestimento. Ci scusiamo per la temporanea assenza dell'apparato didascalico ». E' un'altra sorpresa, e non certamente l'ultima. Se la «Testa di Apollo tipo Kassel» lascia il supporto in marmo (vuoto) languire di un solitudine imbarazzante, non è perché i romani, nel secondo secolo d. C., conoscessero tecniche per rendere il marmo invisibile. E neanche Apollo, per quanto «viva» possa risultare la sua testa, poteva decidere autonomamente di lasciare il posto di lavoro. Forse è andato a nascondersi lì, dove c'è il cartello «Vietato l'accesso ai non addetti al lavoro», lui che può. La sala, il cui accesso è chiuso con un nastro rosso, piena di busti e statue dalle bellezze solo intraviste, funge allo stato da deposito «vedo-non vedo». Collezioni chiuse, collezioni work in progress, sale-deposito e teste di Apollo latitanti. Trascurato a Capodanno, trascurato tutto l'anno. A confermare la grossa presenza di turisti nei siti di interesse archeologico, anche i 2.600 tagliandi staccati all'ingresso degli Scavi di Pompei durante la giornata di visite gratuite. Ma al Museo Nazionale non finisce qui. Pipì bagnata, pipì fortunata: fu proprio Mario Resca, consigliere del ministro Bondi per le Politiche museali e direttore generale per i Musei e le Gallerie, a sottolineare la situazione critica in cui versano i bagni pubblici della struttura museale. Secondo lui erano «al limite del praticabile ». Ma forse è stato troppo clemente.Ieri, soddisfare i propri bisogni fisiologici era possibile solo a patto di possedere un ombrello o di spugnarsi da capo a piedi. I bagni dell'Archeologico sono infatti allestiti in due capannoni prefabbricati, piazzati al centro del cortile interno. Chissà per quanto tempo si andrà avanti così.Sorprese (negative) anche a San Martino. Il museo allestito nella storica certosa napoletana, è rimasto chiuso fino alle 14. A saperlo, però, erano solo i custodi. Gruppi di turisti si sono recati a più riprese davanti all'ingresso della certosa, trovando il portone chiuso, senza alcun cartello che avvertisse dell'apertura posticipata.
E non è che occorresse indagare tanto per saperlo. In un museo gremito di gente era il personale stesso a spiegare come il piano sotterraneo, insieme ad altre sale del prestigioso Museo Nazionale, fosse interdetto. Un cartello ad avvisare, un cancello ad inibire, e il gioco (sporco) è fatto. «La Collezione Farnese è in allestimento. Ci scusiamo per la temporanea assenza dell'apparato didascalico ». E' un'altra sorpresa, e non certamente l'ultima. Se la «Testa di Apollo tipo Kassel» lascia il supporto in marmo (vuoto) languire di un solitudine imbarazzante, non è perché i romani, nel secondo secolo d. C., conoscessero tecniche per rendere il marmo invisibile. E neanche Apollo, per quanto «viva» possa risultare la sua testa, poteva decidere autonomamente di lasciare il posto di lavoro. Forse è andato a nascondersi lì, dove c'è il cartello «Vietato l'accesso ai non addetti al lavoro», lui che può. La sala, il cui accesso è chiuso con un nastro rosso, piena di busti e statue dalle bellezze solo intraviste, funge allo stato da deposito «vedo-non vedo». Collezioni chiuse, collezioni work in progress, sale-deposito e teste di Apollo latitanti. Trascurato a Capodanno, trascurato tutto l'anno. A confermare la grossa presenza di turisti nei siti di interesse archeologico, anche i 2.600 tagliandi staccati all'ingresso degli Scavi di Pompei durante la giornata di visite gratuite. Ma al Museo Nazionale non finisce qui. Pipì bagnata, pipì fortunata: fu proprio Mario Resca, consigliere del ministro Bondi per le Politiche museali e direttore generale per i Musei e le Gallerie, a sottolineare la situazione critica in cui versano i bagni pubblici della struttura museale. Secondo lui erano «al limite del praticabile ». Ma forse è stato troppo clemente.Ieri, soddisfare i propri bisogni fisiologici era possibile solo a patto di possedere un ombrello o di spugnarsi da capo a piedi. I bagni dell'Archeologico sono infatti allestiti in due capannoni prefabbricati, piazzati al centro del cortile interno. Chissà per quanto tempo si andrà avanti così.Sorprese (negative) anche a San Martino. Il museo allestito nella storica certosa napoletana, è rimasto chiuso fino alle 14. A saperlo, però, erano solo i custodi. Gruppi di turisti si sono recati a più riprese davanti all'ingresso della certosa, trovando il portone chiuso, senza alcun cartello che avvertisse dell'apertura posticipata.
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Dentro gli esclusi
Nel decreto milleproroghe la riapertura dei termini per le organizzazioni escluse in un primo momento per motivi formali. La documentazione va inviata entro il 2 febbraio
Il Governo riapre la porta agli esclusi dal 5 per mille. E la chiave si chiama decreto Milleproroghe, approvato dal Consiglio dei ministri il 17 dicembre. Il decretone contiene infatti, all'articolo 50 comma 5, la riapertura dei termini per le organizzazioni escluse in un primo momento per motivi formali. Quindi dentro tutti, tranne quelle associazioni sportive dilettantistiche che, pur riammesse in quanto tali, avevano commesso qualche errore formale (ciò per evitare doppi ripescaggi). Si noti bene la data: 2 febbraio. È questo infatti il termine per spedire alla propria Direzione regionale delle Entrate la documentazione mancante e così integrare la pratica. Sulla riammissione delle onlus ingiustamente penalizzate è intervenuta il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella: «Abbiamo mantenuto l’impegno», ha detto, «con lo schema di decreto legge Milleproroghe che consente alle associazioni escluse di integrare la documentazione mancante e quindi di poter essere iscritte nelle liste dei beneficiari». Dopo all'approvazione in Consiglio dei ministri, il Milleproroghe affronta l’iter parlamentare (potrebbe quindi teoricamente essere modificato, anche se un impegno così forte del governo dovrebbe essere un valido "lasciapassare") e infine essere approvato entro 60 giorni dal Parlamento. Potrebbe quindi essere ancora in itinere alla scadenza del 2 febbraio? Sì, ma niente panico: è valido lo stesso.
Per tutti gi interessati, il servizio di consulenza legale e amministrativa “Infocontinua” di CSVnet ha predisposto un Instant Book, ovvero un pratico vademecum con la modulistica essenziale e i riferimenti normativi utili per la richiesta di riammissione. È possibile scaricarlo ciccando qui.
ART. 50 c 5 (Differimento di termini in materia fiscale)Al fine di assicurare la pronta definizione delle procedure di riparto delle somme relative al 5 per mille inerenti gli anni finanziari 2006 e 2007, è prorogato al 2 febbraio 2009 il termine di integrazione documentale delle domande regolarmente presentate dai soggetti interessati ai sensi dell’articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 gennaio 2006, e dell’articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 16 marzo 2007. La proroga non si applica nei riguardi delle posizioni amministrative definite ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 aprile 2008.
Il Governo riapre la porta agli esclusi dal 5 per mille. E la chiave si chiama decreto Milleproroghe, approvato dal Consiglio dei ministri il 17 dicembre. Il decretone contiene infatti, all'articolo 50 comma 5, la riapertura dei termini per le organizzazioni escluse in un primo momento per motivi formali. Quindi dentro tutti, tranne quelle associazioni sportive dilettantistiche che, pur riammesse in quanto tali, avevano commesso qualche errore formale (ciò per evitare doppi ripescaggi). Si noti bene la data: 2 febbraio. È questo infatti il termine per spedire alla propria Direzione regionale delle Entrate la documentazione mancante e così integrare la pratica. Sulla riammissione delle onlus ingiustamente penalizzate è intervenuta il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella: «Abbiamo mantenuto l’impegno», ha detto, «con lo schema di decreto legge Milleproroghe che consente alle associazioni escluse di integrare la documentazione mancante e quindi di poter essere iscritte nelle liste dei beneficiari». Dopo all'approvazione in Consiglio dei ministri, il Milleproroghe affronta l’iter parlamentare (potrebbe quindi teoricamente essere modificato, anche se un impegno così forte del governo dovrebbe essere un valido "lasciapassare") e infine essere approvato entro 60 giorni dal Parlamento. Potrebbe quindi essere ancora in itinere alla scadenza del 2 febbraio? Sì, ma niente panico: è valido lo stesso.
Per tutti gi interessati, il servizio di consulenza legale e amministrativa “Infocontinua” di CSVnet ha predisposto un Instant Book, ovvero un pratico vademecum con la modulistica essenziale e i riferimenti normativi utili per la richiesta di riammissione. È possibile scaricarlo ciccando qui.
ART. 50 c 5 (Differimento di termini in materia fiscale)Al fine di assicurare la pronta definizione delle procedure di riparto delle somme relative al 5 per mille inerenti gli anni finanziari 2006 e 2007, è prorogato al 2 febbraio 2009 il termine di integrazione documentale delle domande regolarmente presentate dai soggetti interessati ai sensi dell’articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 20 gennaio 2006, e dell’articolo 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 16 marzo 2007. La proroga non si applica nei riguardi delle posizioni amministrative definite ai sensi del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 24 aprile 2008.
Buoni vacanze per famiglie a basso reddito
In arrivo il buono governativo per le ferie delle famiglie meno abbienti: interessate 30mila famiglie. Ci siamo quasi. Sarà pubblicato a giorni in Gazzetta Ufficiale il decreto del sottosegretario con delega al turismo Michela Vittoria Brambilla che istituisce i buoni vacanza, un rimborso sul costo delle ferie per le famiglie a basso reddito. Dopo l’ok della Corte del Conti che a fine ottobre aveva dato il via libera ai fondi, a gennaio il meccanismo dovrebbe partire per davvero. «Se tutto va come deve andare», puntualizza Benito Perli, presidente di Fitus (Federazione Italiana turismo sociale), il consorzio di associazioni che nei mesi scorsi ha messo in piedi il sistema dei buoni, prima di tutto sul web (con il sito www.buonivacanze.it). E cosa manca, dunque? «Prima di tutto i soldi: per ora la prima tranche del finanziamento, 3 dei 5 milioni stanziati, è accantonata all’Istituto industriale per evitare che con il cambio di legislatura e il passaggio di competenze dal Ministero delle attività produttive alla presidenza del Consiglio, andassero persi» spiega Perli. E poi manca ancora la firma sulla convenzione tra l’ente gestore, cioè Fitus, e il governo.
A gennaio quindi, la Fitus potrebbe erogare i primi buoni, incentivi alle ferie destinati a chi redditi che non superano i 35mila euro e variano a seconda del numero di componenti per famiglia. Un esempio? Per i nuclei formati da un’unica persona, il buono non potrà superare i 500 euro e corrisponderà al 45, al 30 o al 20 % del costo dell’intera vacanza per redditi che non superino rispettivamente i 10, i 15 e i 20mila euro. Per le famiglie composte da 2 persone, il tetto massimo di rimborso diventa 785 euro e il reddito massimo di chi lo richiede non deve superare i 25 mila euro. E così via fino ad un buono massimo di 1230 euro per nuclei composti da 4 o più persone con reddito molto bassi.
Ma come funzionerà il meccanismo? Chi ne ha diritto, dovrà innanzitutto recarsi al proprio comune di residenza per autenticare la propria dichiarazione dei redditi (basta un’autocertificazione, ma un funzionario deve verificare che le firme siano originali). Poi occorre decidere quanto investire in una vacanza e fare tappa in uno degli sportelli bancari di Banca Intesa, partner di Fitus, per pagare la quota di spese non coperta dal buono. Il rimborso arriverà direttamente a casa, per posta, una settimana dopo la richiesta e avrà la forma di un ticket, proprio come quelli per i pasti. Infine, non resta che decidere come spenderlo (per uno o più periodi di ferie) in una delle 400mila strutture convenzionate elencate sul sito.
Secondo le stime di Fitus, potrebbero essere 30mila le persone che usufruiranno dei buoni. «A gennaio poi», inizieremo a mettere a punto altri due progetti dedicati alle vacanze di anziani e disabili non autosufficienti». Sempre con il sistema dei buoni.
A gennaio quindi, la Fitus potrebbe erogare i primi buoni, incentivi alle ferie destinati a chi redditi che non superano i 35mila euro e variano a seconda del numero di componenti per famiglia. Un esempio? Per i nuclei formati da un’unica persona, il buono non potrà superare i 500 euro e corrisponderà al 45, al 30 o al 20 % del costo dell’intera vacanza per redditi che non superino rispettivamente i 10, i 15 e i 20mila euro. Per le famiglie composte da 2 persone, il tetto massimo di rimborso diventa 785 euro e il reddito massimo di chi lo richiede non deve superare i 25 mila euro. E così via fino ad un buono massimo di 1230 euro per nuclei composti da 4 o più persone con reddito molto bassi.
Ma come funzionerà il meccanismo? Chi ne ha diritto, dovrà innanzitutto recarsi al proprio comune di residenza per autenticare la propria dichiarazione dei redditi (basta un’autocertificazione, ma un funzionario deve verificare che le firme siano originali). Poi occorre decidere quanto investire in una vacanza e fare tappa in uno degli sportelli bancari di Banca Intesa, partner di Fitus, per pagare la quota di spese non coperta dal buono. Il rimborso arriverà direttamente a casa, per posta, una settimana dopo la richiesta e avrà la forma di un ticket, proprio come quelli per i pasti. Infine, non resta che decidere come spenderlo (per uno o più periodi di ferie) in una delle 400mila strutture convenzionate elencate sul sito.
Secondo le stime di Fitus, potrebbero essere 30mila le persone che usufruiranno dei buoni. «A gennaio poi», inizieremo a mettere a punto altri due progetti dedicati alle vacanze di anziani e disabili non autosufficienti». Sempre con il sistema dei buoni.
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Turismo sociale
01 gennaio 2009
Papa: combattere la poverta'
Il papa ha celebrato la messa solenne a S.Pietro, riprendendo i temi del messaggio per la 42/a giornata mondiale della pace. Nel Te Deum di ieri sera Bendetto XVI aveva parlato delle nubi che offuscano il 2009. Oggi e' tornato a lanciare una fortissima esortazione alla comunita' internazionale perche' sia affrontata con 'solidarieta' e sobrieta'' la crisi economica mondiale e combattuta una poverta' che genera sempre piu' ingiustizia, diseguaglianza e minacce per la pace.
Anche il 2009 si apre con il triste bollettino degli incidenti causati da botti e spari.
Capodanno, un morto a Napoli colpito da un proiettile vagante
E anche quest'anno si apre con una vittima e decine di feriti. Un giovane di 24 anni è rimasto ucciso a Napoli durante i festeggiamenti del Capodanno. Nicola Sarpa è stato colpito alla testa da un proiettile vagante mentre era affacciato al balcone della sua abitazione in Vico Lungo Trinità degli Spagnoli. Il corpo senza vita è stato trovato dalla madre. A una cinquantina di metri di distanza dall'edificio è stato rinvenuto un bossolo.
E anche quest'anno si apre con una vittima e decine di feriti. Un giovane di 24 anni è rimasto ucciso a Napoli durante i festeggiamenti del Capodanno. Nicola Sarpa è stato colpito alla testa da un proiettile vagante mentre era affacciato al balcone della sua abitazione in Vico Lungo Trinità degli Spagnoli. Il corpo senza vita è stato trovato dalla madre. A una cinquantina di metri di distanza dall'edificio è stato rinvenuto un bossolo.
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Profit e non profit: nuove prospettive per il turismo sociale
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