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22 novembre 2008

Intervento di Pino Vitale al Forum Nazionale del Turismo Sociale

Il turismo in Italia rimane uno dei punti di forza dell’economia italiana dando ad essa un contributo sostanziale sia in termini economici sia occupazionali.
Ciò in linea generale perché, come del resto negli altri settori dell’economia , le situazioni sono poi molto diverse fra regione e regione ed addirittura fra zona e zona, anche a causa della scarsa considerazione di cui il turismo gode fra i politici a livello regionale, nazionale ed internazionale.
Basti pensare che,da sempre, gli interventi in un settore tanto importante per il Paese sono più rispondenti a una logica di occasionalità che conseguenza di un piano generale di valorizzazione e di sviluppo. E ancora: attualmente alcune regioni non hanno una propria legge regionale pur essendo regioni con chiara vocazione turistica.
All’assenza dei politici, sui quali spesso cadono gli strali, occorre aggiungere, in troppi casi, la frammentazione e l’arretratezza degli stessi addetti e degli Enti preposti allo sviluppo turistico.
Ciò determina contrapposizioni ed un ostacolarsi a vicenda fra enti, associazioni ed operatori che ben altri risultati potrebbero ottenere con una più fattiva collaborazione.
In questo senso si rileva la necessità di ripristinare il ministero del turismo al fine di garantire coordinamento e politiche di sviluppo del primo settore economico del paese.

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I “ difetti “ cui abbiamo accennato sono più evidenti nel Mezzogiorno che, invece, ad avviso di chi parla, avrebbe più interesse e le condizioni pressoché ideali ad uno sviluppo capillare ed armonico del turismo e conseguentemente dell’intera economia. Nonostante tutto, il turismo potrà crescere se saprà cogliere le opportunità che oggettivamente ci sono ( maggiori poteri agli Enti Locali ) in quanto,il decentramento dei poteri potrà favorire una politica strutturale che renderebbe la crescita forte e non soggetta a fattori estemporanei e congiunturali.
Nato come esigenza ed istanza solidale tendente a favorire l’accesso al turismo di quelle classi sociali economicamente deboli ed emarginate, il Turismo Sociale si presenta oggigiorno sempre più come l’insieme delle attività libere e liberanti che concorrono a rendere l’uomo pienamente realizzato, sia in chiave di maturazione personale, sia in chiave di crescita civile all’interno del proprio territorio.
Oggi appare ,sempre più evidente, che il turismo sociale non potrà più limitarsi ad essere quell’insieme di rapporti e di fenomeni risultanti dalla partecipazione delle categorie sociali economicamente deboli al turismo, ma dovrà sapersi rinnovare e vincere cosi una nuova sfida non meno difficile di quella accolta e in buona parte vinta dai grandi “ pionieri “ che, nell’ormai lontano 1956 a Berna, lanciarono l’idea del Turismo Sociale: idea che, attraverso i successivi congressi (Vienna 59 ) - Milano 62) – ha portato alla costituzione ufficiale del BITS (63) e che oggi si dimostra quanto mai profetica e vincente.
Sta dunque a noi continuare nella strada a suo tempo tracciata dai nostri predecessori e , quindi, proseguire con scelte coraggiose che sappiano indicare il senso e la direzione di marcia per gli anni a venire.
Il Turismo sociale, nonostante le difficoltà in cui ha operato, è riuscito ad attirare segmenti di popolazione che certo non avrebbero potuto accedervi attraverso normali canali commerciali.
Ciò ha costituito una promozione umana per le persone che hanno potuto godere delle bellezze naturali ed artistiche del nostro Paese e di altre Nazioni ,ma anche una ricchezza per il comparto turistico, specialmente se si tiene conto che oggi il turismo sociale ha fatto un notevole salto di qualità.
In Italia le Associazioni di Turismo sociale sono riunite in una Federazione di collegamento, la FITUS (Federazione Italiana del Turismo Sociale) che conta più di undici Associazioni tra le più grandi. In Europa la situazione del turismo sociale è molto diversificata.
In Francia ed in Belgio ad esempio, è nata negli anni scorsi una grossa attenzione a questo segmento del turismo, con una vasta ed articolata presenza delle associazioni ed un intervento fattivo da parte dello Stato.
In Svizzera ed anche in Francia si è sviluppato il cosiddetto “ assegno vacanze “, una specie di buono riservato ai lavoratori e spendibile nelle strutture del turismo sociale ; ad esso è collegata una cassa per il finanziamento delle vacanze con un’attenzione speciale per le persone in difficoltà.
Al contrario, in Italia il sociale è la cenerentola del settore, con pochissimo impegno da parte degli Enti pubblici, che solo da pochi anni, hanno incominciato a fare qualcosa per le cosiddette “vacanze – anziani “, spesso riducendo l’impegno nei confronti dei giovani.
In realtà, un’Italia che vuole essere a pieno titolo in Europa, non può non porsi il tema dell’assegno vacanze e restare fuori dal circuito, non accettando i buoni.
Sarebbe, infatti, un errore per l’economia – non solo quella sociale – perché lascerebbe sicuramente una buona parte della popolazione fuori dal mercato turistico e sarebbe, altresì, un errore culturale perché le associazioni di turismo sociale svolgono non solo un’attività di natura economica ma un’importante funzione sociale: appassionare al patrimonio storico ed ambientale ,valorizzare l’appartenenza al territorio e soprattutto stimolare le persone ad essere protagoniste.
A tal proposito, per consentire a tutti l’accesso al turismo, sono necessari sia i buoni vacanza diretti alle fasce meno abbienti sia la detrazione fiscale della spesa turistica che dovrebbe essere considerata almeno alla pari di altri incentivi. Il tutto con risvolti positivi sia socialmente sia economicamente.


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Per quanto ci concerne, diciamo- con orgoglio- che siamo stati in prima fila nell’affermazione del Turismo Sociale sia nell’ accreditarlo presso i pubblici poteri e farne riconoscere l’importanza sia per le attività che abbiamo messo a disposizione dei nostri soci. Per quanto concerne il Mezzogiorno, la Fitus si adopera per dare una risposta alla crescente esigenza di autorganizzazione del tempo libero da parte dei suoi associati e delle loro famiglie. Si impegna, altresì, all’affermazione di una concezione sociale della politica turistica, la quale deve ampliare la frizione del turismo a tutti i cittadini, per far conoscere le bellezze naturali ed artistiche del sud Italia nonché la cultura di altri popoli e nazioni. Considerato che le principali risorse del nostro turismo sono costituite dal patrimonio ambientale e dal patrimonio storico-culturale riteniamo, senza ombra di dubbio, che gli stessi debbano essere conservati e ripristinati là dove hanno subito processi di degradazione.
Il turismo necessita anche del buon funzionamento delle strutture ed infrastrutture che sostengono la vita sociale del Meridione, nonché di una specifica organizzazione imprenditoriale per la produzione di servizi tali da rendere possibile e confortevole il soggiorno dei forestieri: servizi recettivi, alberghieri ed extralberghieri, agenzie di viaggio, pubblici esercizi di ristorazione ecc. Purtroppo il mezzogiorno, attualmente, difetta di tali strutture e, inoltre, resta nell’attesa di una regolamentazione Regionale del Turismo in modo che lo stesso possa favorire la conoscenza del proprio territorio, stili di vita più sani, apertura culturale, rapporti umani più veri.
Anche in Campania è necessario un passo istituzionale per riconoscere al turismo sociale il giusto ruolo nella nuova legge regionale sul Turismo di prossima discussione. Non bisognerà partire da zero in quanto ci sono già linee guida approvate dalla passata amministrazione e orientamenti largamente condivisi. Non sprechiamo questa ennesima occasione!


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L’idea di fondo è stata quella di candidare Napoli e l’intera Campania quale destinazione strategica per il turismo sociale nell’intero Mediterraneo, in una logica culturale ed operativa. In tal senso, si ritiene fondamentale, coerentemente con quanto definito nel precedente Ddl regionale, avviare iniziative concrete sul tema, mediante occasioni di confronto istituzionale ed imprenditoriale, con l’obiettivo di:
· potenziare flussi turistici di specifici target di mercato, ancora in fase di introduzione (ad esempio, il turismo naturalistico, culturale, religioso ed eno-gastronomico delle aree meno note della Regione);
· favorire il prolungamento della stagione delle località regionali, considerando l’alta vocazione turistica ed il clima favorevole delle proprie aree.
· allargare l’accesso alle fasce deboli;
· valorizzare il turismo sociale come volano di sviluppo per aree e territori attualmente fuori mercato o scarsamente utilizzate;
· qualificare la vocazione turistica di un territorio ( ambiente - arte - cultura - tradizioni- qualità della vita - )
· qualificare l’attrattività di detto territorio per la localizzazione e lo sviluppo di imprese attive nel campo del turismo sociale.
I suddetti obiettivi si propongono, ovviamente, di potenziare i segmenti d’interesse per il turismo sociale, favorendo gli interscambi con i Paesi del Mediterraneo, la promozione e lo sviluppo dell’offerta nel comparto (imprese specializzate, occupazione qualificata), la valorizzazione territoriale, l’autorganizzazione attraverso la valorizzazione di forme associative e lo sviluppo di aree e territori attualmente “ fuori mercato” o scarsamente utilizzate.
Perchè Napoli: E’ una grande città del Mediterraneo, multi-etnica, particolarmente interessata dai fenomeni sociali, ubicata nel cuore del Mediterraneo, in fase di ascesa nelle relazioni internazionali. Essa si candida ad essere la città mediterranea ed europea vocata al turismo sociale e culturale.
Perché il turismo sociale: E’ il turismo della persona, senza barriere, volto a favorire un concetto empirico di crescita culturale della persona, di cittadinanza,di socializzazione e di inclusione nel pieno rispetto delle diversità etniche e della tutela del territorio. Un turismo per tutti allargato alle fasce deboli ( diversamente abili- anziani – minori ).
Proponiamo apertamente di istituzionalizzare questo appuntamento come un vero e proprio work shop del turismo sociale nazionale. Non l’ennesima borsa ma un appuntamento in cui l’incontro virtuoso tra soggetti diversi consenta di raggiungere importanti obiettivi.

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