Potrebbe arrivare nel 2009, ed essere operativa nel 2010, la nuova legge sul servizio civile. L’annuncio è del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi che ha spiegato come già nel 2009 in Italia si potranno avviare al servizio circa 30mila giovani, facendo fronte all'impegno finanziario con la disponibilità dei soldi già stanziati in bilancio e di quelli che si andranno a recuperare con un emendamento che modifica il sistema previdenziale dei volontari. Per Giovanardi negli ultimi due anni c’è stata una programmazione sbagliata e l'accettazione di oneri impropri e inutili per i volontari che con il ridimensionamento dei fondi hanno reso problematica la gestione di una realtà come quella del Servizio civile nazionale che per il sottosegretario dovrà essere rivisitata.In cantiere anche la riscrittura della legge (l’obiettivo è quello di arrivare alla nuova normativa nel 2009 perché sia operativa nell’anno successivo). A riscrivere la norma ci saranno con Giovanardi Regioni, comuni ed enti del volontariato che si confrontano su punti di riforma condivisi come un rapporto più costruttivo fra Stato e Regioni, il superamento dello squilibrio regionale fra il Sud e il Nord del Paese (il 33% dei volontari viene dalle regioni meridionali e in particolare da Sicilia e Campania), una maggiore flessibilità negli orari di impiego dei volontari. Si pensa anche a una compartecipazione degli enti ai costi del servizio, specialmente quando attingono ad un grande numero di volontari.
Un blog per uno scambio di idee sulla politica del turismo. Uno spazio per poter parlare,discutere e confrontarsi sui temi di politica sociale,cultura,ambiente,sviluppo sostenibile e comunicazione,attraverso esperienze personali e nuove proposte.
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27 novembre 2008
Servizio Civile. Nel 2009 ci saranno 30 mila giovani
Potrebbe arrivare nel 2009, ed essere operativa nel 2010, la nuova legge sul servizio civile. L’annuncio è del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi che ha spiegato come già nel 2009 in Italia si potranno avviare al servizio circa 30mila giovani, facendo fronte all'impegno finanziario con la disponibilità dei soldi già stanziati in bilancio e di quelli che si andranno a recuperare con un emendamento che modifica il sistema previdenziale dei volontari. Per Giovanardi negli ultimi due anni c’è stata una programmazione sbagliata e l'accettazione di oneri impropri e inutili per i volontari che con il ridimensionamento dei fondi hanno reso problematica la gestione di una realtà come quella del Servizio civile nazionale che per il sottosegretario dovrà essere rivisitata.In cantiere anche la riscrittura della legge (l’obiettivo è quello di arrivare alla nuova normativa nel 2009 perché sia operativa nell’anno successivo). A riscrivere la norma ci saranno con Giovanardi Regioni, comuni ed enti del volontariato che si confrontano su punti di riforma condivisi come un rapporto più costruttivo fra Stato e Regioni, il superamento dello squilibrio regionale fra il Sud e il Nord del Paese (il 33% dei volontari viene dalle regioni meridionali e in particolare da Sicilia e Campania), una maggiore flessibilità negli orari di impiego dei volontari. Si pensa anche a una compartecipazione degli enti ai costi del servizio, specialmente quando attingono ad un grande numero di volontari.
26 novembre 2008
Presentata la social card
La Social card costerà a regime 450 milioni di euro l'anno (una spesa resa possibile da subito – per i mesi di ottobre/dicembre 2008 grazie ai proventi della Robin Tax che ha fruttato sino ad oggi 4 miliardi). Lo ha detto il ministro dell'Economia Giulio Tremonti illustrando a Palazzo Chigi la Carta per gli Acquisti in una Conferenza stampa con Maurizio Sacconi. La "carta per gli acquisti” sociale prende esempio dal Food Stamps Programm americano, attuato nel 1939-1943, ma poi riavviato nel 1961 «per iniziativa del partito democratico americano, durante la presidenza Kennedy» ha tenuto a sottolineare il ministro dell'Economia. «L'accusa di chi dice che vogliamo identificare una classe sociale non è assolutamente vera», ribatte Tremonti, «La social card sarà anonima così nell'anonimato non segnerà i portatori, ma la potrà usare chiunque, anche un parente andando a fare la spesa». Per chi «La social card spetta ai cittadini ultrasessantacinquenni e alle famiglie con figli piccoli (fino a tre anni) che abbiano un reddito Isee (indicatore della situazione economica equivalente) fino a 6.000 euro». Per chi ha più di 70 anni la soglia di reddito Isee che dá accesso alla carta acquisti è fino a 8.000 euro. Nel caso di più figli sotto i tre anni gli accrediti si sommano ha aggiunto Tremonti. «Secondo i nostri calcoli la platea è stimata in circa 1.300.000 soggetti». Come funziona la social card, funziona come una carta di credito normale, verra ricaricata dallo Stato ogni mese per un importo di 40 euro più gli sconti delle catene commerciali convenzionate. Chi la riceverà entro il 31 dicembre avrà già un credito di 120 euro per i mesi di ottobre, novembre e dicembre. I negozi alimentari aggiungeranno alla quota della social card uno sconto del 5%, che in futuro potrà anche salire, ha anche spiegato Tremonti. «Si tratta di un’infrasttruttura scalabile e speriamo che presto si aggiungano le grandi catene di distribuzione». Oltre che per la spesa, ha aggiunto il ministro «La carta per gli acquisti si potrà usare per pagare le bollette Enel beneficiando delle tariffe sociali già previste ma non molto usate per una certa farraginosità dei meccanismi burocratici». Da quando il ministro ha spiegato che fino ad oggi sono state spedite 300 mila lettere ai beneficirari e che al ritmo di 150 mila lettere al giorno, grazie alla collaborazione delle Poste, si raggiungerà presto l’intera platea dei soggetti interessati che potranno fare così domanda della carta. La carta sarà distribuita tramite le Poste, l’Inps, ma, ha aggiunto Tremonti «anche i Caaf, i Patronati e gli altri operatori e soggetti della società civile che confidiamo ci aiutino nell’informazione e nella distribuzione. Il progetto è in progress e la rete si amplierà mano mano». In ogni caso, ha sottolineato il ministro, la lettera, i moduli e la spiegazione sono già reperibili sui siti del ministero dell’economia, del lavoro, delle Poste e dell’Inps.
Servizio civile: un 'Manifesto' per salvarlo
25 novembre 2008
Bonus bebe' e social card
Social card, bonus per le famiglie meno abbienti, proroga della detassazione degli straordinari, Iva per cassa, lieve taglio degli acconti fiscali, misure antievasione. A palazzo Chigi il Governo ha illustrato alle parti sociali il pacchetto di interventi per il rilancio dell'economia reale. Misure che saranno varate dal Consiglio dei ministri di venerdì 28 novembre.
24 novembre 2008
Messaggio del Cardinale Crescenzio Sepe al Forum
Sig. Pino VITALE
FITUS Campania
(Federazione Italiana Turismo Sociale)
Ho ricevuto la Sua lettera, pervenutami nei giorni scorsi, con la quale mi ha invitato a partecipare al Forum Nazionale del Turismo Sociale, organizzato dalla FITUS, per i giorni 15 e 16 Novembre, a Paestum, per il 22 Novembre a Napoli.
Purtroppo, impegni urgenti e improcrastinabili, non mi permettono di essere presente.
Desidero, tuttavia, appoggiare la lodevole iniziativa, che ha lo scopo di valorizzare e far conoscere ancora di più le bellezze della nostra amata terra.
Trasmettere la cultura attraverso l’arte e i percorsi paesaggistici, aiuta, soprattutto i giovani studenti, ad appropriarsi del loro patrimonio, ad amarlo e a rispettarlo.
E’, inoltre, lodevole l’intento di mettere insieme una vasta platea di operatori turistici per raggiungere tale finalità.
Auspico che questi incontri aiutino ad integrare cultura e territorio, per riscoprire le proprie origini e guardare alla storia passata per imparare ad essere uomini e donne del nostri tempo, radicati e fondati su sani e stabili principi.
Saluto tutti e invito ad andare avanti nel cammino intrapreso che, sono certo, porterà frutti abbondanti.
Crescenzio Card.Sepe
22 novembre 2008
Intervento di Pino Vitale al Forum Nazionale del Turismo Sociale
Ciò in linea generale perché, come del resto negli altri settori dell’economia , le situazioni sono poi molto diverse fra regione e regione ed addirittura fra zona e zona, anche a causa della scarsa considerazione di cui il turismo gode fra i politici a livello regionale, nazionale ed internazionale.
Basti pensare che,da sempre, gli interventi in un settore tanto importante per il Paese sono più rispondenti a una logica di occasionalità che conseguenza di un piano generale di valorizzazione e di sviluppo. E ancora: attualmente alcune regioni non hanno una propria legge regionale pur essendo regioni con chiara vocazione turistica.
All’assenza dei politici, sui quali spesso cadono gli strali, occorre aggiungere, in troppi casi, la frammentazione e l’arretratezza degli stessi addetti e degli Enti preposti allo sviluppo turistico.
Ciò determina contrapposizioni ed un ostacolarsi a vicenda fra enti, associazioni ed operatori che ben altri risultati potrebbero ottenere con una più fattiva collaborazione.
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I “ difetti “ cui abbiamo accennato sono più evidenti nel Mezzogiorno che, invece, ad avviso di chi parla, avrebbe più interesse e le condizioni pressoché ideali ad uno sviluppo capillare ed armonico del turismo e conseguentemente dell’intera economia. Nonostante tutto, il turismo potrà crescere se saprà cogliere le opportunità che oggettivamente ci sono ( maggiori poteri agli Enti Locali ) in quanto,il decentramento dei poteri potrà favorire una politica strutturale che renderebbe la crescita forte e non soggetta a fattori estemporanei e congiunturali.
Nato come esigenza ed istanza solidale tendente a favorire l’accesso al turismo di quelle classi sociali economicamente deboli ed emarginate, il Turismo Sociale si presenta oggigiorno sempre più come l’insieme delle attività libere e liberanti che concorrono a rendere l’uomo pienamente realizzato, sia in chiave di maturazione personale, sia in chiave di crescita civile all’interno del proprio territorio.
Oggi appare ,sempre più evidente, che il turismo sociale non potrà più limitarsi ad essere quell’insieme di rapporti e di fenomeni risultanti dalla partecipazione delle categorie sociali economicamente deboli al turismo, ma dovrà sapersi rinnovare e vincere cosi una nuova sfida non meno difficile di quella accolta e in buona parte vinta dai grandi “ pionieri “ che, nell’ormai lontano 1956 a Berna, lanciarono l’idea del Turismo Sociale: idea che, attraverso i successivi congressi (Vienna 59 ) - Milano 62) – ha portato alla costituzione ufficiale del BITS (63) e che oggi si dimostra quanto mai profetica e vincente.
Sta dunque a noi continuare nella strada a suo tempo tracciata dai nostri predecessori e , quindi, proseguire con scelte coraggiose che sappiano indicare il senso e la direzione di marcia per gli anni a venire.
Il Turismo sociale, nonostante le difficoltà in cui ha operato, è riuscito ad attirare segmenti di popolazione che certo non avrebbero potuto accedervi attraverso normali canali commerciali.
Ciò ha costituito una promozione umana per le persone che hanno potuto godere delle bellezze naturali ed artistiche del nostro Paese e di altre Nazioni ,ma anche una ricchezza per il comparto turistico, specialmente se si tiene conto che oggi il turismo sociale ha fatto un notevole salto di qualità.
In Italia le Associazioni di Turismo sociale sono riunite in una Federazione di collegamento, la FITUS (Federazione Italiana del Turismo Sociale) che conta più di undici Associazioni tra le più grandi. In Europa la situazione del turismo sociale è molto diversificata.
In Francia ed in Belgio ad esempio, è nata negli anni scorsi una grossa attenzione a questo segmento del turismo, con una vasta ed articolata presenza delle associazioni ed un intervento fattivo da parte dello Stato.
In Svizzera ed anche in Francia si è sviluppato il cosiddetto “ assegno vacanze “, una specie di buono riservato ai lavoratori e spendibile nelle strutture del turismo sociale ; ad esso è collegata una cassa per il finanziamento delle vacanze con un’attenzione speciale per le persone in difficoltà.
Al contrario, in Italia il sociale è la cenerentola del settore, con pochissimo impegno da parte degli Enti pubblici, che solo da pochi anni, hanno incominciato a fare qualcosa per le cosiddette “vacanze – anziani “, spesso riducendo l’impegno nei confronti dei giovani.
In realtà, un’Italia che vuole essere a pieno titolo in Europa, non può non porsi il tema dell’assegno vacanze e restare fuori dal circuito, non accettando i buoni.
Sarebbe, infatti, un errore per l’economia – non solo quella sociale – perché lascerebbe sicuramente una buona parte della popolazione fuori dal mercato turistico e sarebbe, altresì, un errore culturale perché le associazioni di turismo sociale svolgono non solo un’attività di natura economica ma un’importante funzione sociale: appassionare al patrimonio storico ed ambientale ,valorizzare l’appartenenza al territorio e soprattutto stimolare le persone ad essere protagoniste.
A tal proposito, per consentire a tutti l’accesso al turismo, sono necessari sia i buoni vacanza diretti alle fasce meno abbienti sia la detrazione fiscale della spesa turistica che dovrebbe essere considerata almeno alla pari di altri incentivi. Il tutto con risvolti positivi sia socialmente sia economicamente.
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Il turismo necessita anche del buon funzionamento delle strutture ed infrastrutture che sostengono la vita sociale del Meridione, nonché di una specifica organizzazione imprenditoriale per la produzione di servizi tali da rendere possibile e confortevole il soggiorno dei forestieri: servizi recettivi, alberghieri ed extralberghieri, agenzie di viaggio, pubblici esercizi di ristorazione ecc. Purtroppo il mezzogiorno, attualmente, difetta di tali strutture e, inoltre, resta nell’attesa di una regolamentazione Regionale del Turismo in modo che lo stesso possa favorire la conoscenza del proprio territorio, stili di vita più sani, apertura culturale, rapporti umani più veri.
Anche in Campania è necessario un passo istituzionale per riconoscere al turismo sociale il giusto ruolo nella nuova legge regionale sul Turismo di prossima discussione. Non bisognerà partire da zero in quanto ci sono già linee guida approvate dalla passata amministrazione e orientamenti largamente condivisi. Non sprechiamo questa ennesima occasione!
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L’idea di fondo è stata quella di candidare Napoli e l’intera Campania quale destinazione strategica per il turismo sociale nell’intero Mediterraneo, in una logica culturale ed operativa. In tal senso, si ritiene fondamentale, coerentemente con quanto definito nel precedente Ddl regionale, avviare iniziative concrete sul tema, mediante occasioni di confronto istituzionale ed imprenditoriale, con l’obiettivo di:
· potenziare flussi turistici di specifici target di mercato, ancora in fase di introduzione (ad esempio, il turismo naturalistico, culturale, religioso ed eno-gastronomico delle aree meno note della Regione);
· favorire il prolungamento della stagione delle località regionali, considerando l’alta vocazione turistica ed il clima favorevole delle proprie aree.
· allargare l’accesso alle fasce deboli;
· valorizzare il turismo sociale come volano di sviluppo per aree e territori attualmente fuori mercato o scarsamente utilizzate;
· qualificare la vocazione turistica di un territorio ( ambiente - arte - cultura - tradizioni- qualità della vita - )
· qualificare l’attrattività di detto territorio per la localizzazione e lo sviluppo di imprese attive nel campo del turismo sociale.
I suddetti obiettivi si propongono, ovviamente, di potenziare i segmenti d’interesse per il turismo sociale, favorendo gli interscambi con i Paesi del Mediterraneo, la promozione e lo sviluppo dell’offerta nel comparto (imprese specializzate, occupazione qualificata), la valorizzazione territoriale, l’autorganizzazione attraverso la valorizzazione di forme associative e lo sviluppo di aree e territori attualmente “ fuori mercato” o scarsamente utilizzate.
Perchè Napoli: E’ una grande città del Mediterraneo, multi-etnica, particolarmente interessata dai fenomeni sociali, ubicata nel cuore del Mediterraneo, in fase di ascesa nelle relazioni internazionali. Essa si candida ad essere la città mediterranea ed europea vocata al turismo sociale e culturale.
Perché il turismo sociale: E’ il turismo della persona, senza barriere, volto a favorire un concetto empirico di crescita culturale della persona, di cittadinanza,di socializzazione e di inclusione nel pieno rispetto delle diversità etniche e della tutela del territorio. Un turismo per tutti allargato alle fasce deboli ( diversamente abili- anziani – minori ).
Proponiamo apertamente di istituzionalizzare questo appuntamento come un vero e proprio work shop del turismo sociale nazionale. Non l’ennesima borsa ma un appuntamento in cui l’incontro virtuoso tra soggetti diversi consenta di raggiungere importanti obiettivi.
“Il turismo sociale come soluzione per la crisi del settore”
La Fitus, (Federazione Italiana del Turismo Sociale), della Campania ha lanciato una proposta in quattro punti; ha dapprima sollecitato il Governo a ripristinare il Ministero del turismo al fine di garantire coordinamento e politiche di sviluppo del primo settore economico del Paese. Inoltre, la Fitus ha chiesto di consentire l’accesso al turismo di tutti attraverso l’istituzione di “buoni vacanza” per le fasce meno abbienti e la detrazione fiscale della spesa turistica, che dovrebbe essere considerata almeno alla pari di altri incentivi.
“La crisi del turismo – afferma Pino Vitale, coordinatore regionale della Fitus nonchè presidente nazionale del Centro Turistico Acli - si può battere solo organizzando in maniera seria e professionale la domanda turistica. A questa esigenza può rispondere, in particolare, il turismo sociale che garantisce il “diritto alla vacanza” ad una grande platea di persone, famiglie, lavoratori.”
Vitale ha poi analizzato lo stato del turismo sociale in Campania: “Oggi la Fitus è un soggetto forte, autonomo e organizzato. Nelle tre giornate del Forum Nazionale abbiamo concordato strategie di sviluppo del settore grazie della concertazione territoriale con le più importanti istituzioni della Campania. La Fitus candida la Campania quale capofila del turismo sociale e chiede di istituzionalizzare un appuntamento (Work Shop) che favorisca lo sviluppo del settore attraverso l’incontro la domanda e l’offerta. Inoltre, chiede che quanto prima sia approvata la legge regionale sul turismo, in cui dovrà essere garantito il sostegno e la promozione del turismo sociale, recuperando cosi l’ottimo lavoro già svolto.”
Tra gli ospiti intervenuti nel corso dei dibattiti, anche gli assessori comunali di Napoli Nicola Oddati, che ha relazionato sulla organizzazione del Forum Mondiale delle Culture. A nome del Comune di Napoli Oddati ha accettato la sfida della Fitus di caratterizzare l’appuntamento come occasione di turismo sociale; d’accordo l’assessore al turismo Valeria Valente, che ha annunciato un tavolo di concertazione sul tema a partire dalla valorizzazione dei beni turistici e culturali della città di Napoli. Analoga disponibilità a collaborare con Fitus è venuta dalla Curia di Napoli, rappresentata dal responsabile della pastorale del turismo e tempo libero don Salvatore Fratellanza. Presenti all’incontro, tra gli altri, anche l’onorevole Compagna ed il presidente di Confcooperative Campania Ferdinando Flagiello, che ha indicato come lo strumento della cooperazione risponda efficacemente alle strategie di sviluppo del turismo sociale. Il Forum è stato coordinato dall’ottimo presidente provinciale delle Acli Pasquale Orlando.
21 novembre 2008
Hotel d'autore
Il Bel Paese non poteva non appropriarsi, reinterpretandola, della più recente tendenza del turismo che viene dal nord Europa, gli hotel ideati da maestri del design, che in Italia diventano "arte-hotel", cioè luoghi nei quali oltre a godere di una raffinata ospitalità si vive letteralmente in mezzo a opere d'autore.
DOMANI MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE
Un anno fa, erano scese in piazza oltre 150mila donne, femministe e lesbiche "per dire no alla violenza maschile".Domani "saremo di nuovo in piazza come femministe e lesbiche per ribadire con la stessa forza, radicalità e autonomia che la violenza maschile non ha classe né confini, nasce in famiglia, all'interno delle mura domestiche, e non è un problema di ordine pubblico ma un problema di ordine culturale e politico".
19 novembre 2008
Napoli 22 novembre 2008 - 1° Forum Nazionale del Turismo sociale
Tappa conclusiva per il 1° Forum Nazionale del Turismo sociale promosso a Napoli dalla Fitus Campania (federazione italiana del turismo sociale) struttura che organizza le principali associazioni del settore.Sabato 22 alle ore 9,30 presso l’Hotel Ramada si affronteranno le sfide del turismo sociale nella prospettiva del mercato globale, con particolare attenzione agli eventi che interesseranno la Campania a partire dal Forum delle Culture del 2013.
La chiave di lettura che viene offerta dalla Fitus è l’entrata in campo di un forte soggetto sociale in grado di organizzare la domanda turistica che presenti qualità, innovazione e attenzione alle fasce deboli con caratteristiche di accessibilità e responsabilità.
"Scommettiamo sul turismo sociale perché siamo in grado di organizzare la domanda anche nei periodi di bassa stagione- afferma Pino Vitale, coordinatore regionale della Fitus e vogliamo altresì contribuire alla nascita di una nuova cultura del turismo attento al territorio e alle persone. Si tratta – continua Pino Vitale - di affermare il diritto alla vacanza. Il 45% degli italiani ne è escluso. Si tratta di un potenziale per rilanciare soprattutto il Mezzogiorno, disegnando nuove politiche di inclusione sociale e sviluppo”. Il Forum, che nelle sessioni della scorsa settimana è stato il luogo del dialogo tra operatori del turismo sociale, imprese, istituzioni ed enti locali, ha già analizzato specificamente il turismo scolastico, la programmazione dei sistemi turistici locali e allo stesso tempo è riuscito a varare un vero e proprio patto d’intesa tra enti locali, soggetti della programmazione e associazionismo sociale. Sabato con la Fitus si confronteranno studiosi e operatori ma anche amministratori come gli assessori Claudio Velardi e Nicola Oddati che illustreranno le strategie di Regione e Comune di Napoli. Non sarà solo il Forum delle Culture a monopolizzare i lavori: di particolare importanza anche il tema dei "buoni vacanza" che dopo le decisioni ministeriali e della Corte dei Conti, saranno sperimentati sul territorio nazionale al fine di garantire il diritto alla vacanze dei lavoratori e delle loro famiglie ponendo particolare attenzione alle fasce deboli e alle situazioni di svantaggio sociale.
Programma delle attività: 22 novembre 2008
Ore 10.00 - Coordina: Pasquale Orlando Presidente ACLI Napoli
Saluti delle autorità: On. Rosa Russo Iervolino Sindaco di Napoli
Riccardo Di Palma Presidente della Provincia di Napoli
Introduce: Pino Vitale Cordinatore Fitus Campania
Interventi:
Fabiola Sfodera V. Direttore Centro Interdisciplinare Turismo e Territorio e Ambiente UNI Sapienza di Roma
Nicola Oddati Assessore Forum delle Culture Napoli
Ferdinando Flagello Presidente Confcooperative Campania
Don Salvatore Fratellanza Ufficio Tempo Libero, Turismo e Pellegrinaggi Diocesi di Napoli
Conclude: Claudio Velardi Ass. Turismo Regione Campania
Benevento con il Cuore
17 novembre 2008
Turismo: 347 eco-strutture
Turismo: 347 eco-strutture
A Natale a casa il 40% degli italiani
14 novembre 2008
Giornata della legalità
Nella mattinata di sabato, a partire dalle ore 10,00, nel Chiostro San Agostino a Caserta, via Mazzini, si terrà un incontro a cui parteciperanno Tino Iannuzzi, segretario regionale PD; Enzo Iodice, segretario PD di Caserta; Nicodemo Petteruti, sindaco di Caserta; Alessandro De Franciscis, presidente della Provincia di Caserta; Antonio Bassolino, presidente della Regione Campania; Raffaele Cantone, magistrato di Cassazione e Cristina Coppola, vicepresidente di Confindustria. E’ prevista anche la presenza di Carmine Crisci a nome di Cgil- Cisl-Uil; Stefano Graziano; deputato Pd; don Luigi Merola, sacerdote; don Tonino Palmese esponente di Libera, Pina Picierno e Marco Minniti.
A Casal di principe dopo l’incontro con Veltroni al cinema Faro seguirà un omaggio a Miriam Makeba scomparsa improvvisamente nei giorni scorsi proprio mentre partecipava a un concerto anticamorra a Castel Volturno.
13 novembre 2008
TURISMO SESSUALE: BRAMBILLA, CONTRO I VIAGGI VERGOGNA
I turisti sessuali (stime Ecpat) sono per il 37% in una fascia d'età che va dai 31 ai 40 anni; il 24% ha tra i 18 e i 30 anni; il 20% dai 41 ai 50 anni. Il loro reddito è nel 50% dei casi medio-alto. Il 65% dei 'turisti' è occasionale; il 30% è 'abituale'; il 5% è costituito da 'pedofili'.
11 novembre 2008
Gossip
A fare compagnia al Cavaliere altri personaggi della politica: in primo luogo il nuovo presidente americano Barack Obama; ma non manca la Gelmini “che indossa un grembiule con una coccarda sul lato sinistro e in mano un pallottoliere”. E, udite udite, da questa settimana entra in ballo anche Brunetta armato di cartello con scritto ‘Abbasso i fannulloni’. E Di Virgilio è pronto a giurare sul successo del “Brunetta natalizio”.
Ma i politici di destra non sono l’unica fonte di ispirazione. I personaggi da ritrarre non mancano neppure a sinistra. “Ho realizzato anche Veltroni, ma è poco richiesto”, ha continuato l’artigiano napoletano. Non potevano mancare i Prodi, Bertinotti, Casini, D’Alema e Mastella “ma li ho messi un po’ da parte, perché vanno molto più forte quelli di destra”, ha detto. Del resto, chi vince le elezioni e scala la classifica dei consensi (nonostante gli ultimi venti sfavorevoli che danno un lieve calo per il Governo), non può che conquistare il cuore degli appassionati di presepi. Che quasi rappresentano la realtà.
Sarà perché Di Virgilio si ispira alle notizie di ogni giorno: “Seguo molto la televisione, il gossip, l'attualità, gli scandali”, ha assicurato. E alla domanda della ragione del successo, l’artigiano risponde con semplicità: “La gente vede una forte somiglianza tra le statuette e il personaggio, ci ridono sopra e le vedono molto poco caricaturali". Chissà come la prenderebbe Santoro…
Italia spaccata: mezzo Paese sul divano
Un Paese diviso in due, tra chi svolge attività fisica e chi vi rinuncia. È l’Italia dello sport, dipinta così dal presidente del Coni, Gianni Petrucci, come in effetti emerge dal "Primo Rapporto Sport e Società", realizzato dal Censis e presentato oggi a Roma, nella sede del Comitato olimpico nazionale italiano. Dall’indagine risulta che in Italia, una quota rilevante pari a 23 milioni e 300 mila cittadini, il 41 per cento del totale, non pratica nè sport nè alcun tipo di attività fisica. «È una cifra preoccupante e su cui si deve porre tutta l’attenzione possibile», ha dichiarato Petrucci in conferenza stampa. «L’Italia non è solo il Paese dei sedentari - ha detto Giuseppe De Rita, presidente del Censis - paradossalmente è anche quello della maggiore pervasività dello sport». Il numero dei punti di offerta sportiva sul territorio supera, infatti, quello di tabaccherie, bar, scuole, panetterie, ristoranti, alberghi e sportelli bancari. Ginnastica, calcio e nuoto sono le prime tre attività praticate. Nell’ambito delle federazioni sul podio ci sono calcio, pallacanestro e pallavolo, che insieme raccolgono il 43 per cento del totale dei tesserati. Dal rapporto emerge anche il lato economico dello sport, identificato in 2,7 - 3,0 punti di Pil, investimenti in opere pubbliche, turismo, trasporti, media tradizionali e innovativi, occupati diretti e indiretti, una moltitudine di imprese e di eventi. «Lo sport italiano è anche volontariato - ha ricordato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Rocco Crimi - è mi fa piacere leggere nel documento che nel complesso l’attività a titolo gratuito dei volontari è pari a un controvalore di 3,4 miliardi di euro all’anno». Crimi ha posto l’attenzione poi sul dato delle palestre scolastiche. «Un sistema - si legge nel Rapporto - che presenta lacune ed insufficienze nell’impiantistica e nell’accoglienza sportiva della disabilità, visto che una palestra su cinque non è accessibile ai portatori di handicap». Proprio agli impianti e alle strutture è dedicato un capitolo dell’indagine Censis su "Sport e Società". Le stime effettuate valutano in circa 149.000 unità il totale degli spazi di attività sportiva presenti sull’intero territorio nazionale. Nel 1996 tale quota era pari a poco più di 144.000 unità, mentre nel 1989 si contava la presenza di 134.000 spazi. Tra quelli attuali i campi all’aperto e di calcetto vedono valori più elevati. Aumentano piscine e palestre, mentre campi da tennis, piste e pedane per l’atletica indicano valori molto più bassi e ritmi di crescita meno sostenuti. I dati relativi ai finanziamenti erogati dall’Istituto per il Credito Sportivo (ICS) nel periodo 2003-2006 evidenziano un trend decrescente. Nell’ambito delle spese per lo sport il Rapporto sottolinea come sia «noto che il sistema sportivo, nel suo complesso, trova alimento finanziario dalla spesa delle famiglie (iscrizioni, biglietti degli spettacoli sportivi, acquisto di prodotti e servizi si settore), spesa che incide per oltre il 70 per cento sul fatturato complessivo dello sport. La spesa centrale resta residuale rispetto alla spesa pubblica (meno dell’1 per cento del Pil). Lo Stato contribuisce con una quota annua al Coni, pari a 450 milioni di euro e con somme «una tantum« per grandi eventi internazionali. Le Regioni indirizzano allo sport una cifra che per il 44,08 per cento viene investita negli impianti e per il 26,50 va alle società sportive. Il resto è diviso tra Enti locali, enti di promozione sportiva, federazioni e sponsorizzazioni. Sport come mondo di valori e disvalori. I più avvertiti dai cittadini, in senso positivo, sono: lo spirito di squadra, la disciplina e il rispetto delle regole, l’amicizia. Tra quelli connotati negativamente ci sono: il doping, la violenza, l’eccesso di interessi economici e di affari, la corruzione. Attorno allo sport ruota anche il sistema dei media. I dati sulla diffusione della carta stampata dedicata allo sport registrano una quota di mercato dei giornali sportivi pari al 15 per cento del totale, con oltre 250 milioni di copie vendute annualmente. Sullo scenario televisivo ci sono due tendenze prevalenti: da un lato si assiste ad una concentrazione, in termini di acquisizione dei diritti televisivi, verso i grandi eventi planetari (Olimpiadi, Mondiali di calcio), dall’altro cercano di trovare spazio nuovi segmenti di nicchia attraverso programmi a pagamento in pay tv e pay per view.
Anziani:i servizi di assistenza sono insufficienti
Forum Nazionale del Turismo Sociale
Programma delle attività:
Hotel Ariston Sala Venere - 15 novembre 2008 Paestum (SA) ore 10:30 - 13:00
“Il Turismo scolastico volano delle risorse territoriali”
Coordina: Claudio Esposito Consigliere Nazionale Federcultura Turismo e Sport
Saluti delle autorità:
Pasquale Marino Sindaco di Capaccio
Angelo Villani Presidente Provincia di Salerno
Interventi:
Gennaro Avella Presidente E.P.T. di Salerno
Vito Caponigro Direttore E.P.T. di Salerno
Emanuele Salzano UNI SALERNO
Franco Garbaccio UNI PARTHENOPE
Maria Luisa Nava Soprintendente Archeologico di Salerno
Testimonianze e Proposte:
Cooperativa Archeosannio - Napoli
Cooperativa Città dell’Essere - Pozzuoli (NA)
Cooperativa Millesoli - Acerra (NA)
Cooperativa ParteNeapolis - Napoli
Conclude: On. Giuseppe Pizza Sottosegretario Ministero Istruzione Università Ricerca
Programma delle attività:
16 novembre 2008 Paestum (SA) ore 10:30 - 13:00 - Hotel Ariston Sala Venere
“La Qualità dell’offerta del turismo sociale nei sistemi di sviluppo locale e l’opportunità dei Buoni Vacanza”
Coordina: Pasquale Orlando Portavoce del Forum del Terzo Settore Campania
Interventi:
Gerardo Giordano Patto Sviluppo Sele Picentini - Salerno
Leopoldo Spedaliere Agenzia Locale di Sviluppo TESS Costa del Vesuvio - Napoli
Osvaldo Cammarota Agenzia Locale di Sviluppo Città del Fare - Napoli
Rosario D’Acunto Responsabile Buoni Vacanze Campania
Antonio Bossone Responsabile ANPCI Campania
Mario De Biase Coordinatore Tavolo di Concertazione Regione Campania
Francesco Escalona Ente Parco dei Campi Flegrei (NA)
Giovanni De Angelis Patto Territoriale dell’Agro S.p.A. - Agenzia Locale di Sviluppo della Valle del Sarno
Raffaele Esposito Vicepresidente A.N.C.I. Campania - Resp. Turismo
Programma delle attività:
22 novembre 2008 Napoli (NA) ore 10:00 - 13:30 - Hotel Ramada
“Le grandi sfide del Turismo sociale, verso il 2013. Cultura, sostenibilità e accessibilità per l’apertura del mercato globale”
Coordina: Pasquale Orlando Presidente ACLI Napoli
Saluti delle autorità: On. Rosa Russo Iervolino Sindaco di Napoli
Riccardo Di Palma Presidente della Provincia di Napoli
Introduce:
Pino Vitale Cordinatore Fitus Campania
Interventi:
Fabiola Sfodera V. Direttore Centro Interdisciplinare Turismo e Territorio e Ambiente UNI Sapienza di Roma
Nicola Oddati Assessore Forum delle Culture Napoli
Ferdinando Flagello Presidente Confcooperative Campania
Don Salvatore Fratellanza Ufficio Tempo Libero, Turismo e Pellegrinaggi Diocesi di Napoli
Conclude: Claudio Velardi Ass. Turismo Regione Campania
10 novembre 2008
Muore Miriam Makeba dopo il concerto per Saviano
L'artista aveva 76 anni. Era nata a Johannesburg il 4 marzo 1932. Aveva speso tutta la sua vita per l'impegno civile ed è morta 'sul campo', a Castel Volturno, un luogo-simbolo della lotta alla criminalità ed alla sopraffazione, dove aveva voluto partecipare a tutti i costi, nonostante le non brillanti condizioni di salute, al concerto anticamorra a sostegno di Saviano.
Miriam Makeba era divenuta famosa in tutto il mondo per essersi battuta contro il regime dell'apartheid che aveva dilaniato il suo Paese, il Sudafrica. Per questo era diventata delegato delle Nazioni Unite. E non a caso il suo impegno contro la segregazione razziale, ingigantito dalla fama di cantante nota in tutto il mondo, aveva causato la reazione del governo sudafricano che, nel 1963 - in pieno regime di apartheid - l'aveva costretta all'esilio ed aveva messo al bando tutti i suoi dischi.
Per tornare in Sudafrica, Miriam Makeba dovette attendere quasi 30 anni: soltanto nel 1990, infatti, Nelson Mandela riuscì a convincerla a tornare nella terra dove era nata (sua madre era di etnia swazi e suo padre, morto quando lei aveva sei anni, era uno Xhosa). Trasferitasi prima in Europa e poi negli Stati Uniti, proprio in quella lunga fase della sua vita, espresse il meglio di sè nel campo artistico. In America Miriam Makeba incise le sue canzoni più conosciute: Pata Pata, The Click Song e Malaika.
Nel 1968 si sposò con Stokely Carmichael, un attivista per i diritti civili. Il matrimonio scatenò grandi polemiche negli Stati Uniti e la sua carriera ne subì un notevole rallentamento. Si separò dal marito - con il quale si era trasferita in Guinea - nel 1973. Nel 1985, dopo la morte della sua unica figlia, Bongi, tornò a vivere in Europa.
Nel 2005 decise di dare il suo addio alle scene e lo fece con un memorabile tour, che toccò tutti i Paesi del mondo nei quali si era esibita. Ma il destino, per l'addio definitivo, le aveva riservato un altro appuntamento. Quello che ieri sera l'ha condotta sul palco di Baia Verde, a Castel Volturno, dove un pubblico accorso per una grande testimonianza di impegno civile, le ha riservato l'ultimo, indimenticabile applauso.
Portiamo i mondiali di rugby in Italia
08 novembre 2008
Il nuovo servizio civile
06 novembre 2008
Giorni di festa per il Novello
Borsa del turismo Cooperativo e Associativo
Stop al reddito di cittadinanza
La sforbiciata è arrivata in giunta ad opera dell'assessore al Bilancio Mariano D'Antonio ed è stata portata all'attenzione della VI Commissione regionale, presieduta da Franco Casillo. «D'Antonio — continua De Felice — ci ha detto chiaro e tondo che non ci sono risorse e che il sussidio non potrà essere più erogato». Le diciottomila famiglie in stato di indigenza sono avvisate ma, almeno per adesso, non abbandonate. Il reddito ha ancora dei ratei da saldare, si parla di almeno due semestralità. Dopo? Dopo è allo studio una serie di misure di aiuto «che superino il vecchio sussidio e aprano la strada ad una nuovo assetto di welfare regionale», afferma De Felice. «Oramai quella del sussidio post factum è una politica datata — analizza — tanto che la Regione Campania è l'unica ad averla ancora in campo. Non può più essere così, perché soldi la Regione non ne ha e soprattutto l'esborso oggi è a totale carico delle casse regionali, visto che né il governo di centrosinistra né quello di centrodestra hanno mai pensato di cofinanziare l'iniziativa».Il difficile sarà spiegarlo a quei 18mila nuclei familiari con un reddito annuo inferiore ai 5.000 euro e che con i 350 euro di sussidio mensile certo non vedevano cambiata la loro vita ma sicuramente una minima chance in più l'hanno avuta.L'idea del reddito di cittadinanza nacque nel 2004 con la legge numero 2. S'avviò una sperimentazione che alla lunga è diventata economicamente insostenibile. E i numeri parlano chiaro: nel primo e secondo anno anno la Regione ha sborsato 74 milioni di euro, che sono diventati 92 nel terzo. Poi il decremento: 30 milioni al quarto anno (quello ancora in pagamento grazie a ratei arretrati), 15 milioni al quinto anno. Stop; fine.«Io avevo provato a mettere in Bilancio altri 20 milioni per finanziare il reddito di cittadinanza — ricorda De Felice — ma D'Antonio mi ha fermato. Mi rendo conto che in questa regione c'è un tessuto sociale difficilissimo e che si rischiano tensioni una volta terminato il saldo degli anni precedenti. Ma non ce ne staremo con le mani in mano. Prima che finisca la legislatura abbiamo ancora molti mesi davanti per apportare correttivi, pensare ad idee nuove. Come il potenziamento del servizio civile ad esempio. Le politiche sociali in questi anni sono state la ‘‘cenerentola'' dell'azione amministrativa. Bisogna invertire la marcia con l'aiuto di tutti: della politica in primis. E penso a maggioranza e opposizione. Sa qual è il mio obiettivo? Portare la spesa sociale in Campania dai 5-30 euro procapite a 60, come accade per la maggior parte delle realtà italiane».Una miopia quella di provvedere ad un sussidio «passivo» pensato quattro anni fa? «Una scelta coraggiosa all'epoca — conclude De Felice — ma che non va più bene. Anche perché ai 350 euro mensili erano affiancate procedure di avviamento al lavoro dei soggetti interessati. Questa seconda parte della legge ha completamente fallito».
Il Centro Turistico Acli in formazione a Vicenza
Una nuova leva per il turismo sociale
Il CTA in formazione a Vicenza
Dal 7 all’ 8 novembre si sono dati appuntamento a Vicenza presso l'Hotel
Viest più di 30 tra dirigenti e operatori del CTA provenienti dalle sedi
La politica turistica del CTA, nuove prospettive per il turismo associativo, nel
nuovo scenario del turismo in Italia, inquadramento e aggiornamento
amministrativo – fiscale a sostegno di chi opera nel CTA, sono i temi al centro
di questo incontro che si caratterizza come opportunità formativa
dell'importante associazione turistica promossa dalle ACLI: "Siamo convinti
di poter dare inizio ad un nuovo percorso formativo della nostra Associazione,
per un rinnovato impegno a fare più moderno il CTA, dice – Pino Vitale –
Presidente Nazionale del Centro Turistico Acli- raccoglieremo la sfida della
qualità per rendere la nostra associazione all'altezza della sfida che lo
scenario turistico oggi richiede".
All'appuntamento di Vicenza prenderanno parte il presidente regionale delle
Acli Andrea Luzi che presenterà gli scenari di rilancio del CTA nel Veneto, il
padovano Matteo Altavilla Vice Presidente Nazionale CTA, il prof. Franco
Chesani, autore per i manuali di “Fisco Pratico”.
05 novembre 2008
Dopo la storica vittoria, Obama guarda al futuro
04 novembre 2008
Al Sud si sta sempre peggio
«La soglia di povertà per una famiglia di due componenti - spiega l'Istituto di statistica - è rappresentata dalla spesa media mensile per persona, che nel 2007 è risultata pari a 986,35 euro. Le famiglie composte da due persone che hanno una spesa media mensile pari o inferiore a tale valore vengono quindi classificate come relativamente povere». In sostanza l'indagine Istat mostra da un lato che l'incidenza della povertà relativa è rimasta «sostanzialmente stabile» perché il dato è costruito sulla spesa per consumi che sono diminuiti in generale nel 2007. Dall'altro, però, la povertà continua ad essere maggiormente diffuso nel Mezzogiorno, dove l’incidenza di povertà relativa è quattro volte superiore a quella osservata nel resto del Paese e, tra le famiglie più ampie, in particolare con tre o più figli, soprattutto se minorenni. È inoltre più diffuso tra le famiglie con componenti anziani - nonostante il miglioramento osservato negli ultimi anni - che presentano valori di incidenza superiori alla media, soprattutto se si tratta di più anziani conviventi tra loro o con altre generazioni (famiglie con due o più anziani o con membri aggregati).La povertà è infine fortemente associata a bassi livelli di istruzione, a bassi profili professionali (working poor) e all’esclusione dal mercato del lavoro: l’incidenza di povertà tra le famiglie con due o più componenti in cerca di occupazione (35,8%) è di quasi quattro volte superiore a quella delle famiglie dove nessun componente è alla ricerca di lavoro (9,9%). Il fenomeno della povertà relativa, oltre che attraverso la misura della sua diffusione, può essere descritto anche rispetto alla sua gravità. L’intensità della povertà, che indica in termini percentuali di quanto la spesa media mensile equivalente delle famiglie povere si colloca al di sotto della linea di povertà, nel 2007, è risultata pari al 20,5%: le famiglie povere hanno una spesa media equivalente pari a 784 euro al mese (l’1,9% in più rispetto al 2006 quando era di 769 euro).Tornando al Mezzogiorno, che ospita un terzo delle famiglie residenti nel paese, è povero ben il 22,5% delle famiglie e vi risiede quindi il 65% del totale delle famiglie povere. Nel centro-nord, dove meno di 7 famiglie su 100 si trovano in condizione di povertà (5,5% nel Nord e 6,4% nel Centro), vive il 35% delle famiglie povere e il 67,8% delle residenti. Nel Mezzogiorno, inoltre, a una più ampia diffusione del fenomeno si associa una maggiore gravità: le famiglie povere presentano una spesa media mensile equivalente di circa 774 euro (l’intensità è del 21,6%), rispetto ai 797 e 818 euro osservati per il Nord e per il Centro (19,2% e al 17,1% rispettivamente). Le famiglie «sicuramente non povere», infine, sono l’81% del totale e si passa da valori prossimi al 90% nel Nord e nel Centro (rispettivamente 89,6% e 86,6%) al 64,7% del Mezzogiorno. Ne deriva che circa i due terzi delle famiglie sicuramente non povere (il 69,7%) risiedono al Centro-nord.