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29 gennaio 2011

I BARBIERI DI NEW YORK

Gli otto gradi sotto zero mi danno il benvenuto nella Grande Mela, le strade con i tipici soffioni di vapori del sottosuolo mi dicono che la City è quella di sempre, tante volte vista nei molti films. Occultato dai vetri oscurati di una “mostruosa” limosine - scomodissima, più alcova e discoteca viaggiante che macchina per il transfert- raggiungo con alcuni amici l’hotel Doubletree Hilton nel cuore di Manhattan, a due passi dal Rockefeller Center. Qui faccio conoscenza di quattro italoamericani che gestiscono una sala da barba.. “Sim venuto a Nuova York nel 1936, da San Martino D’Agri, Padula e Buonabitacolo: Ci sim canosciuto e ham pigliato a faticà, prima a padrone dopo da suli. La fatica era forte, ma ham avuto soddisfazione, cresciuta la famiglia e fatto studiare i figli. I clienti ci stanno, il guadagno è bbuono”. Si chiama Renaissance il salone gestito dai quattro barbieri -i Barbieri di New York !- di origine italiana e meridionale, ubicato in una delle più frequentate vie di Manhattan, la Lexington Avenue che fa angolo con la 51a Street, all’interno dell’hotel Doubletree, sopra la metropolitana, a pochi metri dal Crysler Building e dal Grand Central Terminal. Nell’ora passata nel loro salone ho visto avvicendarsi una decina di persone. Taglio di capelli e shampo al costo di cinquanta dollari. Non è poco ed è spontaneo il calcolo del presunto guadagno giornaliero:”si guadambia tanto, ma non lo diciamo”. E’ un flusso consistente di clienti abituali, che lavorano negli uffici o nelle vicine attività commerciali, di gente di passaggio, che viene da Lower Manhattan a Midtown, arrivando da Brooklyn o dal Bronx e da Harlem. Ho letto che nel vicino Rockefeller Center lavorano sessantamila persone, ci sono quarantacinque ristoranti, cento negozi, girano duecentocinquantamila visitatori al giorno. “Io m’aggio fatto sette appartamenti a Nuova York, io tengo una villa nel Maine, io faccio pure attività nell’edilizia. Qua si sta bbuono però si fatica”. Hanno voglia di raccontarsi i Barbieri di New York, di incontrare il “paisan” che parli loro dell’Italia dove pure sono ritornati più di una volta. Incontrare il paesano è per loro come sentire il Paese. Si presentano senza timidezza, pronti a darti tutti i consigli utili per visitare questa città che amano moltissimo. Sono interessati a come sta l’Italia nella crisi e,ovviamente, a ciò che combina Berlusconi. “L’Italia finisce a puttane “-dicono con una punta di tristezza- “però quello ci sa fare; prima ha fatto bene e mo’si è imputtanito”. Mi fanno vedere un giornale newyorkese con foto e commenti: ”così perdiamo la faccia, mai l’Italia è stata presa così in giro, povera Italia”. Quattro barbieri italo-americani, una barberia a Lexington Avenue, lavoro dalla mattina alla sera senza pausa, 50 dollari a capello, 7 appartamenti a New York, una villa nel Maine, interessi collaterali nell’edilizia, famiglie tirate su con decoro e senza privazioni, benessere raggiunto e vissuto con semplicità. Lo racconterò al mio barbiere che resta in un vicolo stretto che fa angolo con via Pretoria, giusto per dare la differenza con New York. Sulla Fifth Avenue è un fiume disciplinato e impressionante di macchine, per la gran parte taxi. Tantissimi. I newyorkesi usano poco la macchina personale in città, per quanto costa tenerla in garage, per quanto è caro il parcheggio, per i tempi di percorrenza. Preferiscono i mezzi pubblici, i taxi costano poco, i bus e le metropolitane sono efficientissimi, i battelli per Brooklyn da Staten Island sono gratis. Viene da chiedersi se la scommessa della Fiat Cinquecento a New York sarà vincente o meno. Si vedrà, per ora non ne ho vista una. Resta fermo però il fatto che i newyorkesi per muoversi nei territori durante il week-end hanno bisogno delle loro grandi macchine e non di una topolino. Percorro la Fifth Avenue passando per il Rockfeller Center, St. Patrick’s, il Top of the Rock ,la statua del Prometeus, i murales di Sert, Radio City, Trump Tower, la Public Library. I diciannove edifici che formano il famoso Center realizzato dal famoso miliardario colpiscono, oltre che per la loro bellezza, anche per l’originalità urbanistica: ai piani superiori gli uffici; al piano terra i grandi atri aperti ai cittadini che diventano aree di sosta, luoghi di appuntamento, zone di relax e di shopping. Camminare! E’ proprio vero che New York si gira a piedi incontrando un mix di gente, di culture, di etnie, di tipi e di personaggi: bianchi e neri, latinoamericani, asiatici, europei; venditori ambulanti, impiegati. I neri , spesso enormi come armadi e con lo sguardo dolce e gentile; i giovani, vestiti come rapper tutti un po’ omologati tra loro con l’i Pod fisso alle orecchie e i pantaloni col cavallo alle ginocchia e una specie di cuffia in testa; le donne, alcune molto belle, curate nell’abbigliamento e nei modi. I brokers che lavorano nel Financial District, vestiti con abiti scuri, che sbucano velocissimi dalle subway a ondate nelle ore di punta, fermandosi ai carrettini in strada per la colazione, bagel e caffè bollentissimo. Poliziotti alti, belli, neri e bianchi, piccoli e grossi come nei films. Camminare e ancora camminare col naso in su. Palazzi così alti che non si vede la fine, vetri, specchi, metallo, mattoni a vista, pietra e luci, luci e ancora luci. Qui le luci nei palazzi non si spengono mai, neppure quelle degli uffici, nemmeno il sabato e la domenica. La notte è un lunapark abbagliante, affascinante, animato. E’ uno spettacolo vedere dall’ottantaseiesimo piano dell’Empire State Building o dal settantesimo piano del Top of The Rock la notte accendersi in milioni di luci sulla città. Solo l’energia elettrica generata dal Niagara ha potuto dare elettricità a una città affamata di luce. Dire luci vuol dire Times Square: un’esplosione di neon nel luogo che sembra il centro del mondo. Ad ogni ora del giorno e della notte una moltitudine di gente, di ogni razza e colore, si illumina con una moltitudine di luci, colori, suoni, rumori. E’ un caleidoscopio in continuo movimento dove ogni frammento colorato trova sempre il suo posto. E’ così anche per i taxi gialli, per le mostruose limousine, i poliziotti a cavallo, i lampeggianti della N.Y.D.Police e dei mitici pompieri. Solo i Marines in alta uniforme fanno un po’ tristezza quando, in questa esplosione di vita, cercano volontari per l’esercito. Qui c’è il mitico Hard Rock Cafè, tempio dei Beetles; c’è il Bubbagump di Forster; c’è il Planet Holliwood pronti ad accoglierti con hamburger e patatine fritte,cheesburger e patatine fritte, gamberetti e patatine fritte e… cocacola e bella musica. C’è Tois il regno dei giocattoli; c’è la sede del Times da dove la notte di ogni inizio dell’anno cala la sfera di cristallo. Camminare sempre camminare. Lasciando la Broadway verso la 42° Street trovo Bryant Park: un’oasi di verde e di tranquillità con decine e decine di newyorkesi a pattinare su una grande pista di ghiaccio circondata da pittoresche bancarelle e tipici negozietti. Sembra impossibile tutto questo a soli quattrocento metri dall’esplosione di Times Square e in mezzo a grandiosi grattacieli ! Ma New York è anche questo: improvvise oasi di relax, polmoni di verde e di tranquillità in mezzo a colate di cemento, acciaio e vetro. New York e un immenso e magnifico set cinematografico. Per rendersene conto basta passeggiare sul Ponte di Brooklyn e gettare “Uno sguardo dal ponte”con Arthur Miller sugli immigrati italiani in America; basta andare sulla Fifth Avenue e ricordarsi di “colazione da Tiffany”; andare al Washington Park e provare a camminare “A piedi nudi nel parco” ; incrociare le strade ai Five Points stando attenti alle “Bande di New York” di M. Scorsese, senza ritardare all’”Appuntamento al Plaza” per aver indugiato a vedere “King Kong” arrampicarsi ancora sull’Empire State Building. Basta sedersi con Woody Allen su una panchina del Pier17 e ammirare lo skyline di Manhattan per convincersi che tutta New York è stata e sarà sempre un magnifico set cinematografico dove il film nasce per magia. E Manco a dirlo, anche i Barbieri di New York mi consigliano di visitare il Grand Central Terminal dove fu girato il film “Gli intoccabili” di B. De Palma, con la leggendaria scena della carrozzella sulle scalinate della monumentale stazione. Mi consigliano pure di andare al ristorante “la Luna Piena” da Luigi, originario di Putignano: bistecca di carne argentina, scialatielli, nero d’Avola, lenticchie, fazooli, panelluccia fatta in casa. Ci lascio sessanta dollari anche se dichiaro che mi hanno mandato i Barbieri di New York. Meglio un buon panino a otto dollari, fatto con prodotti genuini italiani nella comunità di Little Italy. Ormai il quartiere italiano è cambiato. Dieci anni di nuova immigrazione hanno trasformato la comunità italiana e non solo. Trovo poche bandiere e pochi negozi con le insegne italiane perchè tutto è fagocitato dalla vicina Chinatown. Invasivi, intraprendenti, imprenditivi i cinesi monopolizzano le attività commerciali di questa e di altre zone. Qui restano la festa di San Gennaro, il ristorante “da Mario” dove fu girata la famosa scena de “Il Padrino”,poche famiglie italoamericane. Anche Harlem e il Bronx sono cambiati. Da quando un certo Bill Clinton ha insediato ad Harlem i suoi uffici il quartiere è abitato anche da bianchi e da borghes; resta però la comunità afroamericana più numerosa che vive nel ricordo di Malcom X, nei cori gospel della Chiesa Battista Abissina e nell’Harlem Market. Nel Bronx i latinoamericani ormai sono la maggioranza, sicchè a New York se non conosci l’inglese, ma te la cavi con lo spagnolo, non hai problemi perché la lingua più parlata è quella latinoamericana. Magica New York.

di Filippo Pugliese

21 gennaio 2011

Si è spento Nicola Occhiofino

ESPONENTE DI ACLI E SINISTRA
Punto di Riferimento della sinistra barese, esponente nazionale delle Acli: Nicola Occhiofino, 72 anni, è morto ieri in Ospedale a Brindisi dove era stato ricoverato in seguito all'agravarsi dello stato di salute. Di formazione cattolica, più volte ha ricoperto incarichi istituzionali: è stato vicepresidente del Consiglio Regionale e Assessore Provinciale al Welfare.

NO ALLE FALSE ONLUS E TAGLI AL 5X1000. COSI' IL PD RIFORMA IL TERZO SETTORE.

Una legislazione che semplifichi l'iter di riconoscimento delle associazioni e che dia loro la possibilità di realizzare anche attività economiche. Dal Partito Democratico arrivano due proposte di legge di riforma del Terzo settore. Le due proposte, firmate da più di 50 parlamentari, riguardano la riforma del Codice civile per la parte che riguarda le associazioni non profit (le norme attuali risalgono al 1942) e una rivisitazione della normativa che ha istituito nel 2005 l'impresa sociale. Luigi Bobba, vicepresidente della Commissione lavoro della Camera e già presidente delle Acli, ad Affaritaliani: "Vogliamo semplificare il lavoro delle organizzazioni e contrastare chi non agisce correttamente, attraverso nuove norme e maggiori controlli". Qual è l'obbiettivo della vostra proposta? "Oggi il 99% delle associazioni non è riconosciuto giuridicamente e a rispondere dell'operato è il presidente: la procedura per ottenere la personalità giuridica è lunga, si devono presentare i documenti e poi è il ministero dell'Interno a concederla. Il nostro obbiettivo è di far riconoscere automaticamente le organizzazioni non profit: proponiamo che le associazioni con uno statuto conforme al testo che abbiamo presentato possano andare dal notaio, registrarsi ed avere così il riconoscimento giuridico"Proponete anche una valutazione diversa delle attività economiche..."Sì, proponiamo che le associazioni possano esercitare anche attività economico-commerciali solo se strumentali ai fini associativi. Mentre attualmente le onlus possono realizzare le loro attività solo con risorse che derivano da raccolte fondi o donazioni. Vogliamo introdurre questa innovazione per limitare il fenomeno delle associazioni che gestiscono in maniera subdola le attività economiche"Cosa cambierà dal punto di vista dei controlli?"Con le proposte che abbiamo presentato vogliamo anche rafforzare i poteri dell'Agenzia per le onlus, che si chiamerà Agenzia per il Terzo settore, e avrà compiti sia di controllo, oggi affidati dall'Agenzia delle Entrate, sia di sanzione". E i finanziamenti dell'Agenzia, sempre secondo la vostra proposta, arriveranno dal 5x1000. Questo non rischia di ridurre ulteriormente un fondo già tagliato? "Abbiamo proposto di finanziare quella che diventerà l'Agenzia per il Terzo settore con il 2% dell'importo del 5x1000 perché un ente con compiti di controllo deve anche avere le risorse con cui svolgere la propria attività. E' una percentuale bassa e in ogni caso lo stanziamento non avverrà prima della riforma dei compiti dell'Agenzia. Riguardo poi ai tagli ai fondi al 5x1000 la prossima settimana presenteremo al Senato un emendamento al decreto Milleproroghe: chiederemo il reintegro dei 100 milioni di euro che mancano per arrivare allo stanziamento dello scorso anno, che ammontava a 400 milioni di euro". Dopo la presentazione quale sarà l'iter di queste proposte di legge?"Le proposte sono state iscritte alle Commissioni competenti. E adesso cercheremo un consenso largo perché pensiamo che una norma di riforma del Terzo settore sia importante e possa essere condivisa anche da altre forse politiche"

Scandalo Ruby: Donne Acli, deturpata l'immagine femminile

«Un quadro avvilente, che deturpa l’immagine delle donne e dovrebbe indignare tutto il Paese». E’ amaro il commento della neo-responsabile del Coordinamento Donne delle Acli, Agnese Ranghelli, alle vicende che stanno investendo in queste ore la politica italiana, che riguardano storie di sfruttamento di giovani donne, addirittura minorenni, e ipotesi gravi di reato.«Ci indigna e dovrebbe indignare tutti – afferma la responsabile delle donne delle Acli – la riproposizione di un modello femminile legato esclusivamente allo sfruttamento e alla mercificazione del corpo, che deturpa l’immagine delle donne, in spregio alle tantissime giovani che portano avanti con dignità la loro vita, alle donne che ogni giorno, faticosamente e onestamente, lavorano per aggiungere valore alla nostra società. In spregio anche alla storia del nostro Paese, nell’anno in cui celebriamo il suo 150° anniversario, e ripensiamo al percorso difficile di emancipazione compiuto dalle donne e al contributo decisivo che hanno dato all’Italia e alla democrazia».

FEDERALISMO: PD, CALDEROLI UCCIDE IL TURISIMO E BRAMBILLA DORME

''Sulla tassa di soggiorno il ministro del Turismo Brambilla tace e il ministro per la Semplificazione normativa Calderoli complica. Le soluzioni di Calderoli sono delirio allo stato puro, un pasticcio incredibile ideato per fare cassa ma che alla fine produrranno danni solo al turismo. Il bello e' che tutto avviene senza che il ministro Brambilla si renda minimamente conto di cio' che sta accadendo''. Lo dichiara Armando Cirillo, responsabile Turismo del Pd. ''Nella manovra correttiva del 2010 il Governo ha dato la possibilita' al Comune di Roma di introdurre la tassa di soggiorno fino a 10 euro per notte di soggiorno, senza uno scopo preciso, per rispondere ad esigenze di equilibrio economico - finanziario. Adesso si utilizza il federalismo fiscale municipale per dare la possibilita' anche agli altri comuni capoluogo di provincia di istituire la tassa di soggiorno , ma in questo caso da 0,5 a 5 euro per notte di soggiorno. A differenza del ''modello Roma'', entra in campo uno scopo volutamente lasciato in modo generico: la tassa di soggiorno sara' istituita per finanziare interventi in materia di turismo, che in altri termini significa tutto e niente - prosegue l'esponente del Pd -. L'altra sorpresa arriva nelle osservazioni per il parere parlamentare dove si chiede al Governo di valutare ancora una volta il ruolo che potrebbero avere le Province, che d'intesa con i comuni non capoluogo di provincia , potrebbero istituire una tassa di soggiorno. In tutto questo ragionamento ci si dimentica clamorosamente che sono le Regioni ad avere competenze esclusive in materia di turismo. Al Ministro Calderoli consigliamo un periodo di riposo, e al ministro Brambilla di uscire dal torpore invernale e far capire perche' ricopre il suo incarico''

19 gennaio 2011

Terzo settore ed impresa sociale

Mercoledi 19 gennaio alle ore 17,30, presso la Sala delle Conferenze, Via del Pozzetto, 158, si terrà l'incontro "Terzo settore ed impresa sociale", durante il quale verranno illustrate le due proposte di legge recanti "Delega al Governo per la riforma della disciplina del codice civile in materia di associazioni, di fondazioni,e di altre istituzioni di carattere privato senza scopo di lucro , nonchè istituzione dell'Agenzia per il Terzo Settore" e " Misure a sostegno dell'impresa sociale".

PROGRAMMA

Introducono

On. Luigi Bobba

Augusto Battaglia

Intervengono

Stefano Zamagni, Agenzia delle Onlus

Giuseppe Guerini, Federsolidarietà

Andrea Olivero, Portavoce Forum terzo Settore

Pietro Barbieri, Federazione Italiana Superamento Handicap

Maurizio Marotta, Consorzio Cooperative Sociali Integrate

Emanuele Baio

Daniele Bosone

Conclude

On. Giuseppe Fioroni

ISTAT: TURISMO, IN CALO GLI ALBERGHI, NEL 2008 374 MLN PRESENZE

Nel 2009, in Italia si contano 111.391 esercizi extra-alberghieri e 33.967 alberghi. Rispetto all'anno precedente, i primi risultano in aumento del 5 per cento, mentre i secondi si sono lievemente ridotti (-0,5 per cento). E' quanto si legge nel rapporto 'Noi Italia' 2011 dell'Istat.Nel 2008, nel complesso degli esercizi ricettivi operanti sul territorio italiano si sono registrati circa 96 milioni di arrivi con quasi 374 milioni di presenze. Il periodo medio di permanenza nelle strutture ricettive e' di 3,9 notti, valore rimasto invariato rispetto all'anno precedente ed sostanzialmente stabile sia per gli italiani, sia per gli stranieri.Nel 2009, si legge nel rapporto, sono circa 115 milioni i viaggi con pernottamento effettuati dai residenti per motivi di vacanza e di lavoro, sia in Italia sia all'estero, per un totale di oltre 680 milioni di notti. La durata media dei soggiorni per vacanza e' di 6 notti, quella dei soggiorni per lavoro e' di 2,8 notti.

08 gennaio 2011

2011 'Anno Europeo del Volontariato

Il 2011 è stato proclamato anno europeo del volontariato: dodici mesi per rendere omaggio all'opera dei volontari (oggi, circa il 20% degli europei dedica una parte del proprio tempo a un'attività di volontariato) e per incoraggiare un maggior numero di persone a dare il proprio contributo. Si pensa, ad esempio, ad una ricompensa per i volontari, al miglioramento della qualità del volontariato con un'apposita formazione e ad un'opera di sensibilizzazione al valore del volontariato.

07 gennaio 2011

LA PROPOSTA DEL PRESIDENTE DEL CTA

Ex Moscati, Vitale: perché non diventa
un albergo per poveri?
La discussione è oramai aperta, anzi apertissima. L’inaugurazione della città ospedaliera in contrada Amoretta ha portato ad accelerare i tempi della riflessione relativa all’ex struttura di viale Italia. Questione delicata e importante che va ad interessare una delle aree più centrali della città, che oggi si vede abbandonata dopo anni di utilizzo sfrenato. A lanciare una proposta, molto suggestiva e che il Corriere promuove, è stato il Presidente Nazionale del CTA (Centro Turistico Acli), Pino Vitale.
«Sulla struttura di viale Italia -ha spiegato Vitale- è stato aperto un dibattito piuttosto ampio.
Nello specifico ho ascoltato la proposta dell’Ordine degli Avvocati di ipotizzarvi una cittadella giudiziaria. A mio avviso, però, in quell’area si potrebbero coniugare due aspetti fondamentali per il rilancio della città: turismo e sociale».
La proposta, dunque, riguarda «la nascita di un albergo per poveri, che potremmo definireun ostello, che potrebbe da un lato rappresentare un “rifugio” per quanti vivono indifficoltà economiche ad Avellino, dall’altro, invece, un luogo dove poter albergare a basso costo».
Una proposta importante che però andrà a scontrarsi sicuramente con i fortissimi interessi, sia pubblici che privati, che vanno ad addensarsi in quell’area.
Tuttavia, proprio a tal proposito, Vitale ha sottolineato: «L’idea dell’albergo per poveri potrebbe, soprattutto nel clima di austerity in cui si trovano ad operare le amministrazioni locali in questi periodi, rappresentare una ottima coniugazione tra pubblico e privato. Infatti il primo potrebbe interessarsi dell’aspetto sociale, il secondo, invece, di quello economico legato al turismo». Si apre, dunque, un nuovo fronte della complicata vicenda. Intanto, mentre si pensa a cosa fare della struttura si registrano le continue lamentazioni dei commercianti di quell’area. Infatti, l’improvviso depauperamento in termini di servizi, ha prodotto quale primo risultato, una sensibile diminuzione dell’utenza e, conseguentemente, della spesa in quell’area.
Infatti, la maggior parte degli esercizi commerciali sorti nella zona erano legati in maniera stretta alla caserma “Berardi” prima, e all’ospedale “Moscati” dopo.
Oggi però passeggiando in quell’area si ha la sensazione concreta di quanto sia diminuito il potenziale attrattivo. A questo punto l’unica possibilità per evitare l’abbandono definitivo di quel tratto di viale Italia è legata proprio all’ex struttura ospedaliera.
Certo il percorso, sarà lungo, anche perché restano ancora d definire la proprietà dell’edificio e le condizioni in cui versa. Nello specifico non è ancora chiaro se questo potrà essere semplicemente messo in sicurezza o se risulterà più comodo, e molto probabilmente anche meno dispendioso, abbatterlo e costruirlo ex novo. I nodi da sciogliere sono tanti, ma la pietra è stata lanciata. Ora bisogna capire quali e quanti saranno i cerchi che si svilupperanno.

La sfida del turismo sociale di Vitale

Nasce dalla volontà di “fare turismo” non solo a livello nazionale e regionale ma anche locale il volume “Diario di un viaggio nella sfida del turismo e del buon vivere” di Pino Vitale, presidente nazionale del Cta e massino esperto di turismo sociale. La pubblicazione passa in rassegna progetti e iniziative promosse per lo sviluppo del turismo inteso come strumento d’incontro e di socializzazione. Dall’approvazione della legge del 1998, grazie all’introduzione dei buoni vacanza in Italia, per un ammontare che varia, tra il 20 e il 45% della spesa effettuata, alla dura presa di posizione, nel 2000, del Cta contro la tassa di soggiorno, “una posizione - ricorda Vitale - motivata dal fatto che l’imposta a carico dei visitatori era il frutto di una vecchia impostazione, sconosciuta, peraltro, a tutti i paesi europei che avevano già modernizzato la propria industria turistica”, dalla progressiva affermazione del “made in Irpinia” all’entrata in Internet del Cta. E’ Vitale a sottolineare come proprio la presenza sul web abbia rappresentato uno strumento decisivo per lo sviluppo delle regioni meridionali. «Capimmo - prosegue Vitale - che la rete poteva contribuire allo sviluppo del settore, ponendo una maggiore attenzione alle risorse turistiche e culturali, che costituiscono, peraltro, la base per il progresso e la crescita di una nuova imprenditoria che è quella dell’online». A cambiare, ribadisce Vitale, è la concezione stessa del turismo, grazie alla possibilità di dialogare attraverso il web con i propri soci e di offrire una variegata serie di servizi. Altra tappa fondamentale è nel 2001 l’istituzione del Telefono Verde, servizio telefonico pensato per offrire ai disabili una risposta qualificata alle loro esigenze di una vacanza, grazie alla presenza du operatori professionali in grado di fornire, in tempo reale, informazioni e prenotazioni relative alle strutture turistiche. Tra le costanti dell’impegno del Cta l’attenzione a tutte le iniziative turistiche volte a favorire la cooperazione internazionale e l’amicizia tra i popoli, soprattutto dopo il duro contraccolpo subito dai flussi turistici nel 2001, all’indomani dei sanguinosi attentati terroristici negli Usa, che aveva determinato una vera psicosi tra i viaggiatori. Crisi che proseguirà anche negli anni successivi. Di qui la proposta di Vitale di ridurre l’Iva su biglietti aerei e ferroviari e di ripristinare il Ministero del turismo per dare un segnale forte ai viaggiatori e agli operatori turistici. E proprio la scommessa di incrementare le presenze turistiche nel Mezzogiorno ritorna con forza nel volume, in particolare in occasione dei trent’anni della fondazione della Convention Internazionale del turismo sociale nel 2001. Una scommmessa che non può non partire dal turismo rurale e dunque dall’integrazione tra i diversi settori dell’economia, dall’agricoltura all’industria, nel segno di un turismo sostenibile, attraverso la promozione di incentivi, servizi e invesimenti per chi sceglieva le regioni del Sud. Tanti i traguardi degni di essere ricordati. Nel 2006 il Cta celebre la Giornata Mondiale del turismo con iniziative turistiche in tutta la Campania ed è ancora nel 2006 che l’allora assessore regionale Di Lello approva finalmente il disegno di legge sul turismo, definendo la suddivisione delle competenze tra i diversi enti. Un percorso proseguito anche nel segno della solidarietà con l’impegno del Cta per le vittime del sisma dell’Abruzzo e l’attenzione alle aree del Sud del mondo e comunque sempre nel segno delle fasce più deboli.

Incontro Cta Acli con giornalista antimafia Capacchione

I miei giorni sotto scorta”. È il tema dell'incontro organizzato dal Centro Turistico Acli di Potenza con la giornalista anti-camorra Rosaria Capacchione che si terrà questa sera alle 19 presso la sede di via Rosica. La giornalista campana, nota alle cronache per il suo impegno contro le mafie, è autrice del libro “L'oro della camorra” che racconta l'ascesa criminale ed economica del clan dei Casalesi. Proprio per il suo impegno contro la camorra come cronista di giudiziaria del quotidiano Il Mattino è stata più volte minacciata di morte, e per questo è costretta a vivere sotto scorta. “La vita sotto scorta di Rosaria Capacchione – dice il presidente del Cta di Potenza, Filippo Pugliese – è uno straordinario esempio di coerenza e impegno contro le mafie. Con questo incontro vogliamo promuovere una riflessione sul tema della lotta alla criminalità organizzata attraverso la testimonianza in prima persona di chi, come la Capacchione, paga il prezzo di una vita blindata pur di non mollare di un millimetro sul rispetto dei diritti e della legalità in un terra difficile e martoriata come la Campania”.

03 gennaio 2011

Saldi: al via al Sud

SALDI: IL CALENDARIO, OGGI INIZIANO A NAPOLI E A PALERMO
Ecco il calendario dei saldi nelle principali citta' italiane
Reggio Calabria da ieri - 28 febbraio
Napoli oggi - max 90 gg.
Potenza oggi - 2 marzo
Palermo oggi - 15 marzo
Trieste 3 gennaio - 31 marzo
Udine 3 gennaio - 31 marzo
Milano 6 gennaio - max 60 gg.
Torino 6 gennaio - 3 marzo
Genova 6 gennaio - 19 febbraio
Venezia 6 gennaio - 28 febbraio
Bologna 6 gennaio - per 60 gg.
Firenze 6 gennaio - 6 marzo
Ancona 6 gennaio - marzo
Pescara 6 gennaio - 6 marzo
Perugia 6 gennaio - max 60 gg.
Roma 6 gennaio - max 6 settimane
Bari 6 gennaio - 28 febbraio
Cagliari 8 gennaio - 8 marzo

Profit e non profit: nuove prospettive per il turismo sociale

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