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30 giugno 2010

5 per mille. Ultima chiamata per mettersi in regola

Entro oggi va spedita la dichiarazione sostitutiva


Tempo quasi scaduto per le onlus che vogliono partecipare al prossimo 5 per mille. Oggi, infatti, è il termine ultimo per l’invio, da parte degli enti del volontariato iscritti nell’elenco del 5 per mille per il 2010, della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà che attesta il possesso dei requisiti che danno diritto al beneficio.
La dichiarazione deve essere resa dal legale rappresentante dell’ente su modello conforme a quello approvato, scaricabile dal sito dell’Agenzia delle Entrate, http://www.agenziaentrate.gov.it/. Da non dimenticare in allegato la copia del documento di riconoscimento di colui che la sottoscrive. Il tutto va spedito, con raccomandata con ricevuta di ritorno, alla Direzione regionale delle Entrate dove si trova la sede legale dell’ente.Anche le associazioni sportive dilettantistiche che hanno presentato domanda di iscrizione per il 5 per mille 2010 devono redigere un’analoga dichiarazione sostitutiva. La dichiarazione del legale rappresentante dell’ente, insieme a una copia del documento di riconoscimento, deve essere spedita con raccomandata r.r., sempre entro il 30 giugno, all’Ufficio territoriale del Coni nel cui ambito ha sede l’associazione.
Gli enti privati di ricerca, iscritti nel settore "ricerca scientifica e università", devono spedire all'indirizzo riportato sul sito cinquepermille.miur.it la modulistica prodotta in occasione dell'iscrizione telematica presso il sito dedicato del ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca.Gli enti iscritti al settore "ricerca sanitaria", infine, non devono inviare alcun documento, avendolo sostanzialmente dovuto già fare entro il 5 maggio scorso.
Istruzioni per le new entry.E’ sempre il 30 giugno il termine per presentare le dichiarazioni sostitutive da parte dei rappresentanti delle fondazioni riconosciute – nuove ammesse al cinque per mille per gli anni 2007 e 2008. La legge 73/2010 di conversione del decreto incentivi, infatti, ha ampliato le tipologie di enti del volontariato che possono accedere al beneficio. In particolare, sono ammesse per il 2007 le fondazioni riconosciute che operano, tra gli altri, nei settori dell’assistenza sociale e socio-sanitaria, d’istruzione e formazione, dello sport dilettantistico, della promozione della cultura e dell’arte. Per l’esercizio 2008, invece, l’estensione si applica alle fondazioni attive negli stessi settori, che operano senza fini di lucro e in via esclusiva o prevalente.
Nel dettaglio, sono tenute a spedire la dichiarazione sostitutiva soltanto le “nuove ammesse” al beneficio che a suo tempo non l’hanno presentata e che hanno provveduto a inviare tempestivamente soltanto le domande di iscrizione telematica per gli anni 2007 e 2008. La dichiarazione sostitutiva deve essere spedita, sempre con raccomandata con ricevuta di ritorno e corredata dal documento di riconoscimento del legale rappresentante dell’ente che sottoscrive la dichiarazione, alla Direzione regionale delle Entrate nel cui ambito territoriale si trova la propria sede legale.

il bello e il buono del sud a Casalbordino




27 giugno 2010

La vacanza? Si prenota con un semplice clic

Prenotare l'agognata vacanza direttamente al computer, evitando code e attese in agenzia. Una cosa che i turisti europei praticano da tempo - uno su tre acquista, infatti, pacchetti turistici nel Belpaese direttamente sul web - e che si va diffondendo sempre più anche in Italia: i connazionali che hanno prenotato quest'anno la propria vacanza estiva via Internet sono infatti un milione e 300mila. Una cifra decisamente importante se si considera che – secondo un rapporto Unioncamere-Isnart per l'Osservatorio Nazionale del Turismo - su un totale di 24,5 milioni di italiani che hanno intenzione di prendere un periodo di ferie tra luglio ed agosto, solo il 28% ha già prenotato e di questi, appunto, un quinto lo ha fatto on line.

«Il ruolo di Internet - ha osservato il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello - è sempre più centrale nel turismo, sia come strumento di intermediazione diretta e indiretta per le imprese che come leva aggiuntiva promozionale e pubblicitaria. È una grande opportunità che va sfruttata e ancor più fortemente integrata con gli altri canali tradizionali, perchè è la frontiera su cui una massa enorme di giovani consumatori si muove già».

Cosa dicono i dati. L'85% degli operatori offre alla propria clientela la possibilità di prenotare tramite il web, utilizzando e-mail, siti di proprietà o grandi portali; il 61,2% delle imprese è abilitata a ricevere prenotazioni direttamente on line; il 32,1% degli operatori si serve di agenzie di viaggio on line; il 19,8% delle imprese è presente su social network, Facebook in testa, sul quale sono presenti il 44,8% degli Ostelli della gioventù, il 43,6% dei villaggi ed oltre il 30% degli alberghi a 4 e 5 stelle. Nel primo trimestre 2010, il 34,5% della clientela delle strutture ricettive italiane ha prenotato via rete, quota che sale al 41,3% per i soggiorni in città. Le prenotazioni sono avvenute tramite il contatto diretto con la struttura attraverso il sito web (12,5%), l'invio di e-mail (15,6%) e l'utilizzo dei grandi portali di settore (6,4%).

Anche i tour operator internazionali che lavorano con l'Italia usano sempre di più il web per la vendita dei pacchetti. Lo fa il 62,4% degli operatori europei (oltre l'80% in Belgio, Repubblica Ceca, Ungheria e Regno Unito), il 90% di quelli coreani, l'80% degli australiani, il 56% degli indiani, il 44% degli americani e il 30% dei giapponesi. Sul totale delle vendite, i tour operator europei vendono online il 44,5%, il 32,8% gli indiani, il 45,8% gli statunitensi, il 48,1% gli australiani, il 51,1% i coreani e il 60% i giapponesi.

I paesi che fanno più vacanze. A proposito di vacanze, gli italiani - dopo francesi e spagnoli - sono tra i lavoratori che usano il maggior numero di ferie all'anno. Lo afferma il Daily Mail riferendo di un sondaggio effettuato per conto dell'agenzia di viaggi on line Expedia che ha esaminato le ferie di cui godono i lavoratori di 13 paesi del mondo. Secondo i risultati, i francesi sono quelli che hanno il maggior numero di giorni di vacanza: 37,5 all'anno utilizzati quasi completamente, dalla maggior parte dei lavoratori. Seguono a ruota gli italiani e gli spagnoli che, su circa 32 giorni di ferie annuali, ne usano rispettivamente in media l'82% e l'89%. I meno vacanzieri, oltre che più penalizzati da contratti di lavoro austeri, risultano i giapponesi, con soli 16,5 giorni di vacanza all'anno (che sfruttano mediamente solo al 50%). Basso il numero di giorni liberi anche negli Stati Uniti dove ai lavoratori sono riservati 17 giorni di ferie ogni anno, di cui se ne usano circa 14.
I paesi dell'Europa centrale e settentrionale invece godono delle ferie più lunghe tra i 13 esaminati: in Gran Bretagna si prevedono 28 giorni (di cui in genere si sfrutta il 91%), in Danimarca addirittura 29 (con il 93% sfruttati) e in Germania e in Svezia 27,5.

Allarme inquinamento - Coste e isole a rischio

Legambiente presenta il rapporto 'Mare Nostrum 2010': "Cattiva depurazione e cementificazioni abusive restano i mali endemici". E tra i nuovi nemici delle nostre acque arrivano le trivellazioni petrolifere off-shore.

VENEZIA - Crescono i reati di inquinamento e abusivismo sulle coste italiane, sono a rischio aree di pregio e le isole minori. L'allarme viene lanciato da Legambiente nel rapporto 'Mare Nostrum 2010' presentato oggi a Venezia. "Cattiva depurazione, inquinamento e cementificazioni abusive restano i mali endemici del mare italiano, che niente e nessuno sembra poter scalfire", spiega Legambiente. Il rapporto è stato presentato in occasione della partenza della Goletta Verde, la campagna di monitoraggio delle acque marine dell'associazione ambientalista.

Le percentuali. Il 2009 ha visto una crescita dell'abusivismo edilizio del 7,6% rispetto all'anno precedente. L'inquinamento per scarichi fognari illegali, cattiva depurazione e inquinamento da idrocarburi è aumentato addirittura del 45%. I sequestri sono saliti del 46,2% passando dai 4.049 del 2008 ai 5.920 del 2009. Calati invece del 40% circa i reati accertati fra la costa e il mare, 8.937 infrazioni nel 2009 a fronte delle 14.544 del 2008, una diminuzione determinata soprattutto dalla riduzione di reati accertati nel campo della pesca (-72,4%) e della nautica da diporto (- 76,6%).

Le trivellazioni. Secondo quanto reso noto da Legambiente, "molte società energetiche hanno avanzato richieste di ricerca, e in alcuni casi ottenuto permessi in un'estensione di circa 39mila chilometri quadrati in 76 aree, per la gran parte di elevato pregio ambientale e considerate zone sensibili proprio per i loro ecosistemi fragili e preziosi da tutelare". Le attività di ricerca in mare di idrocarburi sono concentrate nel mar Adriatico, nello Jonio e nell'area davanti alla Sicilia meridionale e occidentale: si tratta di 24 permessi di ricerca rilasciati per una superficie complessiva di circa 11mila chilometri quadrati. I luoghi più interessati dalle attività di ricerca di petrolio sono la costa tra le Marche e l'Abruzzo con tre permessi, il tratto di costa pugliese tra Bari e Brindisi con due, il golfo di Taranto e il canale di Sicilia con 12. L'ultimo permesso in ordine cronologico è stato rilasciato pochi giorni fa alla Shell Italia per avviare le prospezioni in un'area di mare di 1.356 chilometri quadrati di fronte al golfo di Taranto. I tratti di mare che rischiano l'arrivo di trivelle e piattaforme, conclude il dossier, nei prossimi anni potrebbero essere molti di più: dal 2008 ad oggi sono state presentate altre 41 domande per 23.408 chilometri quadrati.

La mafia. In testa nella classifica delle illegalità le regioni a tradizionale presenza mafiosa, dov'è stato accertato il 59% del totale dei reati (a fronte del 55,5% del 2008). La Campania con 1.514 infrazioni è stabile al primo posto, seguita dalla Puglia con 1.338 infrazioni, dalla Sicilia con 1.267 infrazioni e dalla Calabria con 1.160 infrazioni.

Reti killer. Ogni anno migliaia di esemplari tra tartarughe, piccoli delfini, capodogli o balenottere trovano la morte per soffocamento in queste reti killer non selettive che dovrebbero già essere state distrutte grazie ai milioni di euro spesi dall'Ue per indennizzare i pescatori proprietari. In Calabria, Campania, Sicilia e Puglia sono state sequestrate nell'ultimo anno, complessivamente, più di 133 mila metri di reti spadare e quasi 111 mila di ferrettare (una piccola spadara lecita, ma spesso utilizzata in maniera fraudolenta). Le marinerie più coinvolte nelle operazioni di polizia sono state quelle di Reggio Calabria, Catania, Roma e Napoli. Le due località italiane tristemente note per l'utilizzo delle spadare sono Bagnara Calabra (Rc) e Porticello (Pa). Ma anche San Vito lo Capo si è rivelata lo scorso anno una specie di "porto franco", soprattutto per i pescherecci catanesi, così come alcuni porti esteri, tra cui quello di Biserta, in Tunisia, di fronte alle coste trapanesi, scelto da numerose flottiglie per scaricare il pescato.

Abusivismo. Dal punto di vista dei reati accertati sul demanio, la Sicilia è la regione con più illegalità sul fronte dell'abusivismo con 749 infrazioni accertate; seguono la Campania con 702, la Calabria con 561 e la Sardegna con 499.

Scarichi e depuratori. Numeri imbarazzanti per il settimo Paese più industrializzato al mondo sono anche quelli sugli scarichi civili non depurati: il 30% degli italiani - pari a 18 milioni di cittadini - non è servito da un impianto di depurazione, mentre il 15% non ha a disposizione una rete di fognatura dove scaricare i propri reflui e, tra questi, ci sono tutti i veneziani del centro storico e delle isole. Dati che viaggiano spesso insieme con quelli dell'abusivismo edilizio di cui, di solito, gli scarichi illegali sono la conseguenza. Per quanto riguarda le fognature, solo la Lombardia supera il 90% di copertura della popolazione, fanalino di coda la Sardegna e la Liguria con il 75%. Le 15 regioni costiere sono tutte sotto il 90%. Ma i problemi principali riguardano il servizio di depurazione. La regione in cui si registra il deficit maggiore è la Sicilia dove 2,3 milioni di persone (il 54% del totale) riversano i propri scarichi non depurati nel mare. A seguire la Campania dove il servizio copre solo il 67% della popolazione lasciando scoperti quasi 2 milioni di cittadini, poi il Lazio e la Toscana, con circa 1,4 milioni (il 38% del totale) di persone scoperte.

Caso Campania. Quattro reati al giorno, tre infrazioni per ogni chilometro di costa per un totale di 1.514 infrazioni, 2.577 persone denunciate o arrestate e 1.030 sequestri effettuati. Le storie di mare raccolte da Legambiente in Campania sono quasi sempre storie di illegalità: veleni scaricati nel golfo, rifiuti e scarichi fuorilegge, petrolio, bracconieri e cemento che dilaga sul demanio. Sono le coste che pagano il prezzo più alto: la Campania, con 702 infrazioni e 480 sequestri, si piazza seconda a poca distanza dalla Sicilia per casi accertati di abusivismo sul demanio marittimo nell'ultimo anno. Detiene il primato invece per il numero di persone arrestate o denunciate, che sono ben 1.363, il 25% del totale nazionale. Epicentro dell'illegalità la periferia di Napoli, l'isola di Ischia, la Costiera Amalfitana e la penisola Sorrentina, dove, secondo i dati della Procura generale della Repubblica di Napoli, a ottobre 2009 erano stati abbattuti 106 immobili.

Le reazioni Ue. A causa di questi numeri, l'Italia ha in corso una procedura d'infrazione europea per il mancato trattamento delle acque reflue in ben 178 comuni di dimensioni medio-grandi. Le regioni nel mirino dell'Europa sono la Sicilia, con 74 comuni inosservanti, fra cui spiccano diversi capoluoghi di provincia come Palermo, Catania, Messina, Ragusa, Caltanissetta e Agrigento; la Calabria con 32 comuni tra i quali Reggio Calabria, Lamezia Terme e Crotone; la Campania con Benevento, Napoli, Salerno, Avellino, Caserta e altri 18 agglomerati tra cui Ischia; la Liguria con 19 comuni fra cui Imperia, Genova e la Spezia; e poi 10 comuni pugliesi, le province di Campobasso, Isernia, Trieste e Chieti e così via. Uno degli esempi più evidenti di cattiva depurazione è quello dei Regi Lagni, una serie di canali d'acqua che attraversano un bacino di più di 1.000 chilometri quadrati tra l'area napoletana e quella di Caserta, la provincia che da anni si attesta al primo posto per maggiore percentuale di costa vietata alla balneazione.

10 giugno 2010

DDL INTERCETTAZIONI: ACLI, PAESE CHIEDE LEGALITA' E TRASPARENZA, NON SEGRETEZZA

«Il Paese ha bisogno di trasparenza e legalità, non di segretezza». E' fortemente critico il giudizio delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani sul disegno di legge sulla disciplina delle intercettazioni telefoniche e ambientali che approda oggi al Senato.«Di fronte all'emergenza legalità che affligge gravemente il nostro Paese - spiega il presidente delle Acli Andrea Olivero - e che viene portata a conoscenza dell'opinione pubblica proprio grazie alle indagini dei magistrati e alle cronache dei giornalisti, ci saremmo aspettati dalla politica altre risposte: nuove regole contro la corruzione, un potenziamento delle capacità investigative, un'interpretazione più rigorosa del senso dello Stato e della moralità pubblica. Si procede, invece, pervicacemente, malgrado le correzioni delle ultime ore, a ridurre gli spazi di azione di magistrati e giornalisti, per giunta a colpi di maggioranza, anzi "blindando" i testi per coprire i dissidi all'interno della stessa coalizione di Governo».«Certamente - aggiunge Olivero - il diritto alla riservatezza dei cittadini è importante, le violazioni al segreto istruttorio vanno impedite, i giornalisti possono e devono essere richiamati ad un maggior senso di responsabilità nell'utilizzo delle informazioni di cui vengono in possesso. Per tutelare queste esigenze era ed è possibile trovare soluzioni ragionevoli e condivise. Ma è la corruzione la vera emergenza del Paese, con ricadute gravissime non solo sul piano politico ed economico - l'evasione fiscale, il lavoro sommerso, lo spreco di denaro pubblico, le mafie e le clientele - ma anche sul piano sociale ed educativo: il venir meno del senso dello stato, della legalità, del bene comune».«Per fare crescere finalmente la democrazia nel nostro Paese - conclude il presidente delle Acli - avremmo allora bisogno di maggiore responsabilità e trasparenza, non certo di maggiore segretezza. E per far questo la libertà d'informazione non è solo un diritto fondamentale della Costituzione ma anche un dovere imprescindibile».

01 giugno 2010

INTERNI - RILANCIATA LA PROPOSTA DEL CTA


Non una violazione di copyright ma è chiaro che la recente proposta del senatore Pdl Giorgio Rosario Costa di prolungare le vacanze scolastiche sino al 30 settembre, facendo proseliti in tutt’Italia, riflette in toto l’iniziativa lanciata nel ‘04 da Pino Vitale, presidente nazionale del Centro Turistico Acli. La proposta di Vitale, diffusa in quell’anno attraverso i media nazionali, fu proprio quella di predisporre un piano che, al fine di incrementare il turismo, facesse slittare l’apertura delle scuole al primo ottobre.

“In quei giorni – ricorda Vitale – sembravano avverarsi le più buie previsioni sul turismo in Italia. Autorevoli esponenti del Governo ipotizzavano la vendita dei litoranei marittimi e delle spiagge, insieme alla promessa di costruire aeroporti a quattro piste e campi da golf nel Mezzogiorno, con l’ambizione di riguadagnare il primato del Mediterraneo”. Secondo Vitale, si trattava di scelte dettate dall’improvvisazione e dalla mancanza di una visione strategica su un prodotto, quello italiano, riconosciuto in tutto il mondo per l’arte, l’archeologia, la cultura popolare, la gastronomia. Per il Centro turistico Acli, il paese poteva crescere, dal punto di vista turistico, solo se le istituzioni avessero investito sulla potenzialità del territorio, l’accoglienza, le località minori e le zone interne, nonché sulla destagionalizzazione e sul turismo sociale. “Il CTA – afferma Vitale – ha sempre puntato l’attenzione sulla destagionalizzazione e sul prolungamento della stagione estiva che, nel Bel Paese e soprattutto nel Mezzogiorno, vede impegnati gli impianti per un periodo troppo breve. Proprio per questo proposi nel ‘04 di ritornare ad aprire le scuole il primo ottobre, facendo guadagnare il mese di settembre al turismo. Un mese in più, insomma, per favorire economie di scale, investimenti, attrazione e soprattutto occupazione”. Un’idea già proposta, dunque, sei anni fa da Vitale e che oggi il senatore Costa rilancia, sottoponendola al vaglio della Commissione Istruzione del Senato.

Vitale: 'Tassare non è la strada giusta'


Anche il presidente del Cta dice no all'ipotesi di una tassa per i turisti a Roma

"L’introduzione di una tassa di soggiorno a carico di ogni turista che alloggia negli alberghi romani, non può, senza alcun dubbio, essere considerata una manovra vincente". E’ quanto afferma Pino Vitale, presidente nazionale del Cta, circa l’ipotesi dell’introduzione di un contributo di soggiorno ipotizzato dal Governo nell’ambito della manovra economica. “Un eventuale tassa – continua – finirebbe non solo con il danneggiare la Capitale d’Italia e di conseguenza creare inevitabile ingiustizie rispetto ad altre città, ma anche e soprattutto colpirebbe il turismo, oggi faticosamente in ripresa e da sempre considerata una fondamentale risorsa per l’economia di un Paese”.

Profit e non profit: nuove prospettive per il turismo sociale

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