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16 luglio 2008

Meduse, in arrivo una nuova ondata

Per l'ottavo anno consecutivo saranno le regine incontrastate del
Mediterraneo facendo dannare esperti e bagnanti

Anche quest'anno saranno le regine incontrastate dei mari. Colorate, eleganti nelle forme, danzanti nella onde, temute per le loro punture fastidiose. Gli scienziati le chiamano Pelagiae nocticulae o “mauve stingers”. Vivono in mare aperto, fluttuanti in colonne d'acqua, sospinte alla deriva da correnti marine. Sono le meduse ed appartengono al phylum dei coralli o delle gorgonie, costituite per il 98-99 percento di acqua e presentano consistenza gelatinosa. In Oriente vengono pescate, essiccate, tagliate a fettine e gustate con la salsa di soia. In realtà sono la dannazione di bagnanti e vacanzieri. Le loro dinamiche evolutive stanno facendo ammattire intere equipe di biologi e studiosi degli ecosistemi. Solitamente hanno un ciclo vitale di sei anni. Un team di scienziati adesso sta approntando un monitoraggio delle coste italiane e greche, per studiare il fenomeno. Gli esperti sostengono che la loro diffusione a macchia d'olio, per l'ottavo anno consecutivo, sia la risultante del surriscaldamento e del cambiamento irreversibile dell'ecosistema marino del Mediterraneo. In questi giorni la loro concentrazione in alcune spiagge è impressionante. I biologi marini hanno notato dei considerevoli cambiamenti nel vento e nei modelli delle correnti. Mutamenti che possono essere collegati agli stravolgimenti climatici o alla quasi estinzione di alcune specie come il tonno,per non dimenticare le tartarughe e i delfini (pescati sempre più accidentalmente dalle reti derivanti con conseguente alterazione della fragile catena alimentare) che si nutrono di esse. Un fatto è certo, le località balneari più rinomate corrono ai ripari e si attrezzano per fronteggiare l'invasione. Dalla prossima settimana a Cannes saranno recintati alcuni specchi d'acqua con reti metalliche dalle maglie molto strette per preservare i bagnanti dal contatto con questi predatori. Ma anche altre zone del Mediterraneo saranno soggette all'invasione di banchi di questi celenterati gelatinosi, che gli americani chiamano jellyfish.
I rimedi, dopo un contatto epidermico con una medusa sono semplici e pratici. La prima reazione istintiva è quella di grattarsi: niente di più sbagliato. Si aggraverebbe la situazione, senza trarne alcun vantaggio. È utile lavare la zona dolente con acqua salata oppure alcool, evitando però di sfregare l'area di contatto. Poco efficace l'azione dell'ammoniaca. È consigliabile applicare un impacco di aceto o di bicarbonato.

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