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25 agosto 2010

Al Meeting Melucci su tutto quel che c'è da (ri)fare per il turismo

Tutto quello che c'è da fare, e da rifare, per rilanciare il turismo e farne a sua volta strumento di rilancio dell'economia. Francia e Spagna, pur con prodotti turistici inferiori, stanno superando l'Italia. Per un problema di politiche - spiega Melucci - non solo di questo governo, ma degli ultimi 20 anni. Poi l'assessore parte a ritmo spedito: la prossima conferenza nazionale del turismo, in autunno, va colta come occasione per un piano strategico ad ampio respiro. Basta con le passerelle che poi non portano a niente. Gli osservatori turistici sono utili se danno analisi qualitative, oltre che quantitative. La formazione professionale, com'è oggi, rischia di far uscire l'Italia dal mercato rispetto ad esperienze europee ben più avanzate. Serve accessibilità che vuol dire infrastrutture ma anche evitare aumenti dei pedaggi autostradali proprio il primo luglio. Il 20% di turismo estero per l'Emilia Romagna oggi è poco rispetto alle potenzialità di nuovi e vecchi mercati. E il turismo straniero permette anche di limitare il trend dei picchi dei week end e i vuoti infrasettimanali. Ma oggi la promozione nazionale è ancora nebulosa. In Germania, c'è solo un ufficio ENIT aperto. Servono il federalismo demaniale, incentivi per il turismo sociale, un sistema regionale integrato per gli aeroporti.
Il problema di base è che il turismo continua a non essere visto come industria. Caso emblematico, la mancanza di agevolazioni fiscali per gli hotel: "Fondamentali per permettere soprattutto alle nostre strutture medio-piccole di poter fare quegli interventi e investimenti necessari per restare sul mercato".
Alla Commissione Interparlamentare della Sussidiarietà, al richiesta esplicita di adottare il turismo come tema specifico.

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