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18 febbraio 2010

Pirati della neve in galera

Il Governo vuole una norma che prevede pesanti multe e perfino il carcere per chi mette a rischio la propria e altrui vita in montagna.
Il casco obbligatorio per i giovanissimi (caldamente consigliato anche a tutti gli altri) e l'assicurazione imposta da alcune Regioni non sono bastati a ridurre gli incidenti sulla neve. Gli inviti alla prudenza e a evitare escursioni e arrampicate in condizioni critiche sono stati spesso ignorati, con conseguenze quasi sempre tragiche per chi le affrontava e chi doveva prestare soccorso. Così, il Governo ha pensato di passare alle maniere forti per contrastare i pirati e gli incoscienti della neve.
Il ministro del Turismo Brambilla ha presentato un «emendamento al decreto sulle emergenze, all'esame del Senato, che inasprisce le pene per chi mette a rischio la propria vita e quella degli altri sciando fuori pista quando i bollettini meteorologici indicano una situazione di pericolo»: «Tanti, troppi incidenti si sono verificati e continuano a verificarsi. Il contributo delle forze dell'ordine e del soccorso alpino sulle piste da sci, sui percorsi delle escursioni è molto forte, e per questo merita il ringraziamento di tutti, ma c'è bisogno di un ulteriore intervento attraverso l'educazione della popolazione, canali di informazione martellanti, regolamentazione più rigida, sanzioni pesanti».L'emendamento del Governo prevede cinquemila euro di ammenda per chi si avventura tra i picchi quando le autorità lo sconsigliano e arriva a punire con il carcere chi provoca una valanga mortale. Ma non dimentica la formazione dei professionisti della montagna: «Abbiamo il dovere - afferma il ministro - di garantire che quanti esercitano le professioni legate al turismo montano possiedano le particolari competenze necessarie. E quindi che lo specifico percorso formativo che porterà all'abilitazione risponda a criteri omogenei. Occorre valorizzare il ruolo dei professionisti per contrastare imperizia e imprudenza degli avventori della montagna». Misure giuste? E, soprattutto, sufficienti a ridurre le morti sulla neve?

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