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29 ottobre 2007

Sul faro?Come guardiano o come promotore turistico culturale



Passione e spirito d'avventura sono le doti minime per diventare guardiani di un faro. La professione di farista però è ormai accessibile solo con concorsi interni al ministero della difesa. Molto importante dunque, al di là delle romanticherie, è la preparazione tecnica. L'aspirante farista infatti, deve conoscere i segnalamenti a mare saper usare e custodire i sistemi ottici di segnalazione, deve saper guidare l'imbarcazione che gli si mette a disposizione per trasferimenti, rifornimenti e controlli e deve saper far fronte a emergenze e necessità contingenti. Per essere ammessi al concorso inoltre bisogna avere "l'idoneità psico-fisica che attesti anche le capacità di affrontare forti sbalzi di temperatura, di possedere la forza fisica necessaria e di non soffrire di vertigini per arrampicarsi su scale esterne di fari, sia a chiocciola che a parete, e di salire su lanterne, fanali e boe luminose a mare".
La Marina Militare gestisce il servizio dei Fari, circa 1000 lungo le coste italiane, e il segnalamento marittimo. Invece tutte le strutture che non hanno più funzione militare, sono state affidate all'agenzia del demanio, che con il "progetto porti" dal 2005, tenta di riqualificare
i fari abbandonati, affidando loro una funzione alternativa, centri culturali o di ricerca, piccoli hotel o ristoranti.
Per conoscere le opportunità per i privati nel mondo dei fari quindi, è utile tener d'occhio
il sito internet demanioRE.

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