Il turista come un animale in via d’estinzione, da proteggere e salvaguardare dalle insidie della giungla metropolitana. Al primo bagliore d’estate a Napoli ed in Campania, amministrazioni locali, organizzazioni di categoria, imprenditori, si prodigano nel presentare iniziative più o meno fantasiose a tutela del succitato visitatore. Dagli orologini di plastica che gli alberghi
“cambiano” con i rolex lasciati in custodia nelle casseforti delle strutture extralusso del lungomare, all’ultima trovata: quella di dotare i turisti di un palmare satellitare con il quale chiamare soccorso alla prima aggressione! Oggettino interessante, quello a cui fanno riferimento gli industriali della provincia di Napoli, ma molto appetito dai ladruncoli locali. Il pericolo, insomma, è che proprio il
“Palmarino” diventi l’oggetto del desiderio delle bande organizzate in scippi e rapine, ponendo l’ignaro turista in una condizione di ulteriore pericolo.Non si tutela così un patrimonio, per quantità e qualità
(i turisti, per l’appunto) che, negli anni, non è stato né coltivato né tanto meno protetto .
Occorre puntare sull’accoglienza, sulle strutture, sull’internazionalizzazione degli operatori e sulla capacità di fare sistema.
Poi magari se si evitasse di accogliere i
“ben capitati” turisti con montagne di rifiuti per le strade, con servizi di trasporto pubblico insufficienti, e con una programmazione dei
“tempi della città” lasciata alla dabbenaggine di improbabili dirigenti, sarebbe sicuramente una gran cosa.
Il riferimento, in particolare, è ai musei ed alle immense bellezze monumentali della città di Napoli, poco fruibili e male organizzati. Interessante l’idea di puntare ad eventi legati alla tradizione, come la
“Piedigrotta”, o alle proposte musicali alternative, come il
“Circuito del Jazz”.Lasciamo stare le cervellotiche iniziative spot, lungi dall’essere un rimedio al problema rischiano solo di accentuarlo.
Che ognuno faccia, e bene, il proprio mestiere, quindi
concentriamoci sui trasporti via mare, che è meglio….
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