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19 settembre 2007

Dignità sociale, passa la legge

Più tutele per gli emarginati
Una mano tesa ai più deboli
Ecco cos’è la legge sulla dignità sociale approvata ieri in consiglio regionale della Campania.
La legge riordina il sistema dei servizi sociali che sono di competenza esclusiva delle Regioni
dopo la riforma del Titolo V della Costituzione. «È un fatto storico - commenta l’assessore Rosetta D’Amelio -. È una legge partecipata, condivisa, frutto di un dialogo e e un confronto
con i Comuni, il terzo settore, i sindacati. È una legge davvero democratica». La legge prevede un sistema integrato di interventi e servizi sociali in favore dei più deboli. La discussione della legge, attesa alle associazioni del terzo settore, era stata avviata prima della pausa estiva ma
solo ieri si è trovato l’accordo con l’opposizione sugli emendamenti. La promozione della cittadinanza attiva, la garanzia dei livelli essenziali di assistenza, la rimozione delle cause di emarginazione e disagio, il decentramento delle politiche sociali, la concertazione tra enti pubblici sono alcuni dei principi fissati dalla legge. Ne beneficeranno famiglie, donne in difficoltà, poveri, anziani, disabili, detenuti, immigrati, minori, senza dimora. Per finanziare gli interventi c’è già uno stanziamento di 83 milioni, ma dal prossimo anno la Regione dovrà farsi carico con nuovi fondi in bilancio del piano sociale regionale per garantire vecchie e nuove misure di sostegno a favore dei più deboli. Si istituisce, inoltre, un fondo sociale che comprenderà anche risorse statali e fondi Ue. «Bruxelles - ha detto la D’Amelio - ci ha comunicato che i piani sociali di zona sono ritenuti soggetti prioritari e quindi possiamo utilizzare le risorse europee». Per assicurare la realizzazione del sistema integrato di interventi, la Regione individua quali strumenti di cooperazione la ripartizione del territorio in ambiti territoriali, il Piano sociale regionale con cadenza triennale e il Piano di zona di ambito. Viene valorizzato il ruolo delle Province e viene istituita la Consulta delle autonomie locali. Il testo definisce inoltre i soggetti del terzo settore e valorizza il ruolo del volontariato nella sperimentazione di progetti innovativi. Tra le novità introdotte c’è anche la Carta dei servizi che ogni soggetto erogatore e gestore di servizi dovrà adottare in quanto requisito necessario ai fini dell’autorizzazione e dell’accreditamento.
La Regione, inoltre, attraverso il monitoraggio dei flussi finanziari e della capacità di spesa, intende esercitare una funzione di vigilanza e controllo sul sistema dei servizi e sulla garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni. Soddisfatta Luisa Bossa, presidente della commissione Cultura e relatrice della legge. «Il testo - ha detto - garantirà un passo ed una qualità diversi alla rete dei servizi con norme e risorse certe». Per il presidente della Regione Antonio Bassolino «si tratta di una delle leggi più significative all’interno del programma della coalizione, approvata anche grazie al dialogo con l’opposizione, segno che c’è stato reciproco ascolto. Con questa legge ci confermiamo regione amica delle fasce più deboli». All’indomani del vertice di Ercolano sul rilancio dell’azione politica della Regione, conclude Bassolino, questa legge «è il miglior modo per aprire una fase nuova».

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