L’ente per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno ha pubblicato il Rapporto 2011: male Campania e Sannio
Nessun comune della provincia è citato tra le zone in crescita.
Nessun comune della provincia è citato tra le zone in crescita.
Male anche il capoluogo
Un Mezzogiorno in recessione nel quale la Campania recita la parte di regione più povera in assoluto. E’ questa la fotografia scattata dalla Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, nell’annuale Rapporto sull’economia.Costante impoverimento demografico (il Rapporto parla testualmente di “tsunami” per significarne la misura), fuga verso il Centro-Nord di migliaia di persone, alta disoccupazione giovanile: dati allarmanti quelli diffusi dalla Svimez in riferimento a tutto il Meridione e, in particolare, alla Campania che nel 2010 ha fatto registrare la contrazione del proprio Prodotto interno lordo dello 0,6%, la perdita di 27.900 posti di lavoro con conseguente ingrossamento delle fila dei disoccupati (18.500 in più rispetto al 2009), l’abbandono del suolo regionale di 16.200 residenti.Cifre senz’altro inquietanti alle quali la provincia di Benevento ha fornito purtroppo un contributo. Più contenuto che nel resto della regione il calo demografico, “solo” 409 unità perse in un anno, è sul fronte dello sviluppo che giungono le note più dolenti. Pur non fornendo il dettaglio numerico relativo al bilancio occupazionale della provincia, la Svimez traccia un quadro davvero poco confortante per il Sannio. E’ in particolare la sezione del Rapporto dedicata a ‘Competitività, internazionalizzazione e innovazione’ a bocciare clamorosamente la nostra provincia. Il Rapporto individua nel Meridione 325 ‘Sistemi locali di lavoro’ e 7 differenti livelli di sviluppo: ‘Aree marginali’, ‘Aree deboli divergenti’, ‘Aree deboli convergenti’, ‘Aree urbane in difficoltà’, ‘Aree industriali in difficoltà’, ‘Aree forti consolidate’, ‘Aree forti in crescita’. Nessun comune della provincia di Benevento trova spazio nelle fasce a più elevato grado di sviluppo economico mentre non mancano centri sanniti nelle categorie svantaggiate. E’ il caso ad esempio di Circello, Guardia Sanframondi, Morcone, San Bartolomeo in Galdo, San Marco dei Cavoti, che la Svimez colloca impietosamente tra le ‘Aree marginali’ al pari delle zone interne della provincia di Avellino (Calitri, Lacedonia, Montecalvo Irpino, Paternopoli, Vallata). Ma se la città di Avellino riesce a trovare posto almeno nelle ‘Aree forti consolidate’, categoria nella quale lo studio colloca i centri che “si caratterizzano per la presenza di elevati tassi di attività e una dinamica crescente dell’occupazione”, non altrettanto accade al capoluogo sannita. Benevento viene infatti citata desolatamente tra le ‘Aree deboli’, vale a dire “aree a potenziale turistico inutilizzato” o anche “aree votate al turismo ma i cui dinamismi non sono in grado di correggere il dato complessivo di arretratezza”. Lo stesso ‘rating’ in provincia viene assegnato ad Apice. E purtroppo non possono dirsi più fortunati nemmeno i centri principali della provincia come Montesarchio, Sant’Agata de’ Goti, Telese Terme, accomunati dallo studio nella categoria ‘Aree urbane in difficoltà’ in quanto “comuni di maggiori dimensioni caratterizzati per una crescita particolarmente bassa del valore aggiunto e una forte flessione dell’occupazione e della forza lavoro”.
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