Una legislazione che semplifichi l'iter di riconoscimento delle associazioni e che dia loro la possibilità di realizzare anche attività economiche. Dal Partito Democratico arrivano due proposte di legge di riforma del Terzo settore. Le due proposte, firmate da più di 50 parlamentari, riguardano la riforma del Codice civile per la parte che riguarda le associazioni non profit (le norme attuali risalgono al 1942) e una rivisitazione della normativa che ha istituito nel 2005 l'impresa sociale. Luigi Bobba, vicepresidente della Commissione lavoro della Camera e già presidente delle Acli, ad Affaritaliani: "Vogliamo semplificare il lavoro delle organizzazioni e contrastare chi non agisce correttamente, attraverso nuove norme e maggiori controlli". Qual è l'obbiettivo della vostra proposta? "Oggi il 99% delle associazioni non è riconosciuto giuridicamente e a rispondere dell'operato è il presidente: la procedura per ottenere la personalità giuridica è lunga, si devono presentare i documenti e poi è il ministero dell'Interno a concederla. Il nostro obbiettivo è di far riconoscere automaticamente le organizzazioni non profit: proponiamo che le associazioni con uno statuto conforme al testo che abbiamo presentato possano andare dal notaio, registrarsi ed avere così il riconoscimento giuridico"Proponete anche una valutazione diversa delle attività economiche..."Sì, proponiamo che le associazioni possano esercitare anche attività economico-commerciali solo se strumentali ai fini associativi. Mentre attualmente le onlus possono realizzare le loro attività solo con risorse che derivano da raccolte fondi o donazioni. Vogliamo introdurre questa innovazione per limitare il fenomeno delle associazioni che gestiscono in maniera subdola le attività economiche"Cosa cambierà dal punto di vista dei controlli?"Con le proposte che abbiamo presentato vogliamo anche rafforzare i poteri dell'Agenzia per le onlus, che si chiamerà Agenzia per il Terzo settore, e avrà compiti sia di controllo, oggi affidati dall'Agenzia delle Entrate, sia di sanzione". E i finanziamenti dell'Agenzia, sempre secondo la vostra proposta, arriveranno dal 5x1000. Questo non rischia di ridurre ulteriormente un fondo già tagliato? "Abbiamo proposto di finanziare quella che diventerà l'Agenzia per il Terzo settore con il 2% dell'importo del 5x1000 perché un ente con compiti di controllo deve anche avere le risorse con cui svolgere la propria attività. E' una percentuale bassa e in ogni caso lo stanziamento non avverrà prima della riforma dei compiti dell'Agenzia. Riguardo poi ai tagli ai fondi al 5x1000 la prossima settimana presenteremo al Senato un emendamento al decreto Milleproroghe: chiederemo il reintegro dei 100 milioni di euro che mancano per arrivare allo stanziamento dello scorso anno, che ammontava a 400 milioni di euro". Dopo la presentazione quale sarà l'iter di queste proposte di legge?"Le proposte sono state iscritte alle Commissioni competenti. E adesso cercheremo un consenso largo perché pensiamo che una norma di riforma del Terzo settore sia importante e possa essere condivisa anche da altre forse politiche"
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