Ex Moscati, Vitale: perché non diventa
un albergo per poveri?
La discussione è oramai aperta, anzi apertissima. L’inaugurazione della città ospedaliera in contrada Amoretta ha portato ad accelerare i tempi della riflessione relativa all’ex struttura di viale Italia. Questione delicata e importante che va ad interessare una delle aree più centrali della città, che oggi si vede abbandonata dopo anni di utilizzo sfrenato. A lanciare una proposta, molto suggestiva e che il Corriere promuove, è stato il Presidente Nazionale del CTA (Centro Turistico Acli), Pino Vitale.
«Sulla struttura di viale Italia -ha spiegato Vitale- è stato aperto un dibattito piuttosto ampio.
Nello specifico ho ascoltato la proposta dell’Ordine degli Avvocati di ipotizzarvi una cittadella giudiziaria. A mio avviso, però, in quell’area si potrebbero coniugare due aspetti fondamentali per il rilancio della città: turismo e sociale». La proposta, dunque, riguarda «la nascita di un albergo per poveri, che potremmo definireun ostello, che potrebbe da un lato rappresentare un “rifugio” per quanti vivono indifficoltà economiche ad Avellino, dall’altro, invece, un luogo dove poter albergare a basso costo».
Una proposta importante che però andrà a scontrarsi sicuramente con i fortissimi interessi, sia pubblici che privati, che vanno ad addensarsi in quell’area.
Tuttavia, proprio a tal proposito, Vitale ha sottolineato: «L’idea dell’albergo per poveri potrebbe, soprattutto nel clima di austerity in cui si trovano ad operare le amministrazioni locali in questi periodi, rappresentare una ottima coniugazione tra pubblico e privato. Infatti il primo potrebbe interessarsi dell’aspetto sociale, il secondo, invece, di quello economico legato al turismo». Si apre, dunque, un nuovo fronte della complicata vicenda. Intanto, mentre si pensa a cosa fare della struttura si registrano le continue lamentazioni dei commercianti di quell’area. Infatti, l’improvviso depauperamento in termini di servizi, ha prodotto quale primo risultato, una sensibile diminuzione dell’utenza e, conseguentemente, della spesa in quell’area.
Infatti, la maggior parte degli esercizi commerciali sorti nella zona erano legati in maniera stretta alla caserma “Berardi” prima, e all’ospedale “Moscati” dopo.
Oggi però passeggiando in quell’area si ha la sensazione concreta di quanto sia diminuito il potenziale attrattivo. A questo punto l’unica possibilità per evitare l’abbandono definitivo di quel tratto di viale Italia è legata proprio all’ex struttura ospedaliera.
Certo il percorso, sarà lungo, anche perché restano ancora d definire la proprietà dell’edificio e le condizioni in cui versa. Nello specifico non è ancora chiaro se questo potrà essere semplicemente messo in sicurezza o se risulterà più comodo, e molto probabilmente anche meno dispendioso, abbatterlo e costruirlo ex novo. I nodi da sciogliere sono tanti, ma la pietra è stata lanciata. Ora bisogna capire quali e quanti saranno i cerchi che si svilupperanno.
un albergo per poveri?
La discussione è oramai aperta, anzi apertissima. L’inaugurazione della città ospedaliera in contrada Amoretta ha portato ad accelerare i tempi della riflessione relativa all’ex struttura di viale Italia. Questione delicata e importante che va ad interessare una delle aree più centrali della città, che oggi si vede abbandonata dopo anni di utilizzo sfrenato. A lanciare una proposta, molto suggestiva e che il Corriere promuove, è stato il Presidente Nazionale del CTA (Centro Turistico Acli), Pino Vitale.
«Sulla struttura di viale Italia -ha spiegato Vitale- è stato aperto un dibattito piuttosto ampio.
Nello specifico ho ascoltato la proposta dell’Ordine degli Avvocati di ipotizzarvi una cittadella giudiziaria. A mio avviso, però, in quell’area si potrebbero coniugare due aspetti fondamentali per il rilancio della città: turismo e sociale». La proposta, dunque, riguarda «la nascita di un albergo per poveri, che potremmo definireun ostello, che potrebbe da un lato rappresentare un “rifugio” per quanti vivono indifficoltà economiche ad Avellino, dall’altro, invece, un luogo dove poter albergare a basso costo».
Una proposta importante che però andrà a scontrarsi sicuramente con i fortissimi interessi, sia pubblici che privati, che vanno ad addensarsi in quell’area.
Tuttavia, proprio a tal proposito, Vitale ha sottolineato: «L’idea dell’albergo per poveri potrebbe, soprattutto nel clima di austerity in cui si trovano ad operare le amministrazioni locali in questi periodi, rappresentare una ottima coniugazione tra pubblico e privato. Infatti il primo potrebbe interessarsi dell’aspetto sociale, il secondo, invece, di quello economico legato al turismo». Si apre, dunque, un nuovo fronte della complicata vicenda. Intanto, mentre si pensa a cosa fare della struttura si registrano le continue lamentazioni dei commercianti di quell’area. Infatti, l’improvviso depauperamento in termini di servizi, ha prodotto quale primo risultato, una sensibile diminuzione dell’utenza e, conseguentemente, della spesa in quell’area.
Infatti, la maggior parte degli esercizi commerciali sorti nella zona erano legati in maniera stretta alla caserma “Berardi” prima, e all’ospedale “Moscati” dopo.
Oggi però passeggiando in quell’area si ha la sensazione concreta di quanto sia diminuito il potenziale attrattivo. A questo punto l’unica possibilità per evitare l’abbandono definitivo di quel tratto di viale Italia è legata proprio all’ex struttura ospedaliera.
Certo il percorso, sarà lungo, anche perché restano ancora d definire la proprietà dell’edificio e le condizioni in cui versa. Nello specifico non è ancora chiaro se questo potrà essere semplicemente messo in sicurezza o se risulterà più comodo, e molto probabilmente anche meno dispendioso, abbatterlo e costruirlo ex novo. I nodi da sciogliere sono tanti, ma la pietra è stata lanciata. Ora bisogna capire quali e quanti saranno i cerchi che si svilupperanno.
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