L'introduzione del sottosegretario Carlo Giovanardi
La presente relazione al Parlamento, predisposta come di consueto dall'Ufficio nazionale per il servizio civile ai sensi dell'articolo 20 della legge 8 luglio 1998, n. 230, si riferisce alle attività poste in essere nel 2008, anno nel corso del quale ho nuovamente assunto la responsabilità politica in materia di servizio civile. Pur essendo la mia azione intervenuta in una situazione di crescente difficoltà stante le restrizioni finanziarie di cui dirò subito dopo, desidero anzitutto esprimere la mia sincera soddisfazione per la solida crescita, sia culturale che di prospettiva, che il servizio civile sta maturando.E' innegabile che nella percezione della opinione pubblica il servizio civile abbia ormai guadagnato una sua precisa connotazione di rilievo, associando i valori della solidarietà a quelli della difesa della patria. Ho già accennato però alle ristrettezze finanziarie che hanno caratterizzato le attività del servizio civile. Il 2008 è stato infatti l'anno in cui, per la prima volta dal 2001, le risorse stanziate per l'attuazione degli interventi di servizio civile sono state ridotte a seguito dell'accantonamento dell'11% previsto dalla legge finanziaria 2007. La situazione finanziaria, oltre ai tagli di bilancio, risultava aggravata anche da un indebitamento per contributi previdenziali da versare all'INPS. Tale situazione avrebbe condotto ad una contrazione assai significativa del numero dei giovani avviabili al servizio civile. Le risorse realisticamente disponibili sarebbero state infatti appena sufficienti a garantire la copertura degli assegni da corrispondere ai giovani già avviati al servizio e non consentivano di pianificare un contingente minimo di volontari per gli anni successivi. Uno dei primi impegni affrontati dal Governo ha riguardato pertanto l'eliminazione degli oneri previdenziali posti a carico del Fondo nazionale per il servizio civile, per liberare risorse aggiuntive per l'avvio dei volontari.Nonostante la congiuntura economica, l'azione di governo ha quindi consentito di arginare la complessa situazione ereditata. Ritengo però che, affinché gli sforzi profusi possano dare nel futuro i loro massimi risultati, sia necessario mettere in campo alcune incisive iniziative per gli anni a venire.La relazione descrive le proposte allo studio, che si prefiggono di intervenire sia sotto il profilo qualitativo che sotto quello finanziario. Quanto al primo aspetto, l'obiettivo è quello di improntare sempre di più il servizio civile nazionale secondo criteri che educhino i giovani allo spirito di servizio e alla cittadinanza attiva; ciò anche creando maggiore flessibilità nelle modalità di prestazione tali da agevolare la partecipazione più ampia possibile di giovani che condividano tale aspirazione. Sotto il profilo finanziario, occorre prendere atto che il ruolo che le Regioni reclamano nella gestione del servizio civile nazionale non può prescindere dal loro contributo economico. Essenziale anche il contributo degli enti in una prospettiva che cerchi di massimizzare la complementarietà tra le rispettive risorse. Sono queste le principali linee guida sulle quali si sta muovendo il percorso di revisione normativa e organizzativa del servizio civile nazionale che, grazie anche alla partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti, potrà raggiungere una profondità tale da assumere i connotati di una vera e propria riforma dell'istituto.
La presente relazione al Parlamento, predisposta come di consueto dall'Ufficio nazionale per il servizio civile ai sensi dell'articolo 20 della legge 8 luglio 1998, n. 230, si riferisce alle attività poste in essere nel 2008, anno nel corso del quale ho nuovamente assunto la responsabilità politica in materia di servizio civile. Pur essendo la mia azione intervenuta in una situazione di crescente difficoltà stante le restrizioni finanziarie di cui dirò subito dopo, desidero anzitutto esprimere la mia sincera soddisfazione per la solida crescita, sia culturale che di prospettiva, che il servizio civile sta maturando.E' innegabile che nella percezione della opinione pubblica il servizio civile abbia ormai guadagnato una sua precisa connotazione di rilievo, associando i valori della solidarietà a quelli della difesa della patria. Ho già accennato però alle ristrettezze finanziarie che hanno caratterizzato le attività del servizio civile. Il 2008 è stato infatti l'anno in cui, per la prima volta dal 2001, le risorse stanziate per l'attuazione degli interventi di servizio civile sono state ridotte a seguito dell'accantonamento dell'11% previsto dalla legge finanziaria 2007. La situazione finanziaria, oltre ai tagli di bilancio, risultava aggravata anche da un indebitamento per contributi previdenziali da versare all'INPS. Tale situazione avrebbe condotto ad una contrazione assai significativa del numero dei giovani avviabili al servizio civile. Le risorse realisticamente disponibili sarebbero state infatti appena sufficienti a garantire la copertura degli assegni da corrispondere ai giovani già avviati al servizio e non consentivano di pianificare un contingente minimo di volontari per gli anni successivi. Uno dei primi impegni affrontati dal Governo ha riguardato pertanto l'eliminazione degli oneri previdenziali posti a carico del Fondo nazionale per il servizio civile, per liberare risorse aggiuntive per l'avvio dei volontari.Nonostante la congiuntura economica, l'azione di governo ha quindi consentito di arginare la complessa situazione ereditata. Ritengo però che, affinché gli sforzi profusi possano dare nel futuro i loro massimi risultati, sia necessario mettere in campo alcune incisive iniziative per gli anni a venire.La relazione descrive le proposte allo studio, che si prefiggono di intervenire sia sotto il profilo qualitativo che sotto quello finanziario. Quanto al primo aspetto, l'obiettivo è quello di improntare sempre di più il servizio civile nazionale secondo criteri che educhino i giovani allo spirito di servizio e alla cittadinanza attiva; ciò anche creando maggiore flessibilità nelle modalità di prestazione tali da agevolare la partecipazione più ampia possibile di giovani che condividano tale aspirazione. Sotto il profilo finanziario, occorre prendere atto che il ruolo che le Regioni reclamano nella gestione del servizio civile nazionale non può prescindere dal loro contributo economico. Essenziale anche il contributo degli enti in una prospettiva che cerchi di massimizzare la complementarietà tra le rispettive risorse. Sono queste le principali linee guida sulle quali si sta muovendo il percorso di revisione normativa e organizzativa del servizio civile nazionale che, grazie anche alla partecipazione attiva di tutti i soggetti coinvolti, potrà raggiungere una profondità tale da assumere i connotati di una vera e propria riforma dell'istituto.
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