E’ iniziato con una sana e piacevole ventata di freschezza e di emozioni. Si è concluso con una raffica di orgogliose e stimolanti rivendicazioni, nella consapevolezza di essere soltanto partiti col piede giusto. E che il percorso lungo, ma affascinante, va affrontato con immutata perseveranza e rinnovati entusiasmi. Nell’insolito grigiore barese, di un fine settimana novembrino, sono state soprattutto le donne a regalare sprazzi di solarità al Terzo Forum regionale del Turismo in Puglia, voluto con subliminale determinazione dall’assessora a Turismo e Industria alberghiera, Magda Terrevoli, nello spazio suggestivo e funzionale del Terminal crociere del Porto di Bari. Il primo dei fiori all’occhiello di una regione controcorrente: il porto dell’Adriatico con più passeggeri già nel 2008 e proiettato a doppiare la boa dei due milioni nel 2009. Oltre una performance del 38 percento d’incremento di merce movimentata, nei primi dieci mesi del 2009 sull’anno precedente, secondo le stime prudenti e gratificanti del presidente dell’Autorità Portuale del Levante, Francesco Mariani.Pungente e rigeneratrice la relazione introduttiva di Fabiola Sfodera, coordinatrice scientifica dell’Osservatorio Regionale sul Turismo e vicedirettore del Centro di Ricerca CITTA della Sapienza Università di Roma, in particolare per la sobrietà, il ritmo e l’incisivo vigore innovativo della sua analisi. Aria nuova, finalmente, proveniente da una serie di finestre aperte sul panorama turistico pugliese. Un volo planato sulle peculiarità di una destinazione sempre più percepita attraverso i refoli delle “Emozioni”, delle “Sensazioni” e delle “Esperienze”. Spinti da quel valore inestimabile e propedeutico, “ormai dato per scontato” da qualsiasi tipo di ospite, turista o viaggiatore, che resta la qualità.La Puglia ha imboccato un sentiero virtuoso, una sorta di ‘via lucis’ notata dal milione di navigatori, registrati da Tripadvisor.it in cerca di informazioni sulla regione più plurale del Mediterraneo. Un cammino intrapreso con lo spirito voluto dal Governo della Puglia che, come ha ricordato Magda Terrevoli: “Non vuole lasciare indietro nessuno”. Una traversata lungo rotte e tracciati che incrociano la suggestione emblematica e travolgente di mons. Liberio Andreatta, dei Cammini d’Europa e dei moderni pellegrini, mossi non più dai soli sentimenti di devozione, ma dal caleidoscopio di stimoli ambientali, naturalistici, culturali, storici ed etnoantropologici. La testimonianza di “un uomo alla ricerca di se stesso e dell’incontro con gli altri”, che si fa flusso turistico determinante per una Puglia caratterizzata dalla presenza della Montagna Sacra del Gargano, dal misticismo attraente di Padre Pio, dalle declinazioni penitenziali dei Riti della Settimana Santa e da ciascuna delle diramazioni della Francigena verso la Via Sacra di Gerusalemme. Tornare a coltivare l’amore per questo territorio, in particolare, e l’attenzione in generale per la salvaguardia del creato, è stato il tema conduttore dell’intervento conclusivo del presidente della Regione, Nichi Vendola. Attraverso la pratica quotidiana, comunitaria e individuale, del “conoscere” e “custodire”, che fa della Puglia un modello di discontinuità nella fase più critica del turismo e dell’economia internazionali. Un modello perfettibile che “non consente di dormire sugli allori” dei risultati positivi contingenti. Ma che chiama tutti a essere protagonisti del loro consolidamento. Con la costituzione di una cabina di regia che organizzi il potenziale ricettivo regionale e lo riqualifichi anche sul fronte, in sostanza ancora inesplorato, del turismo congressuale. Che sviluppi una rete ecosostenibile dei porti turistici. Che renda più incisiva l’informazione dell’offerta turistica pugliese e riesca a comunicarla adeguatamente, nei tempi reali della fibra ottica e in linea con le esigenze programmatiche degli operatori di settore.Nel contempo, che contagi di innovazione l’anchilosato versante dell’accessibilità, della viabilità e dei collegamenti in generale. Assumendo fino in fondo il ruolo di “modello”, che la Puglia riveste da qualche tempo a questa parte. Rivendicando inoltre con orgoglio, ad esempio, la prossima apertura del primo asilo nido nell’aeroporto di Bari-Palese. O la prospettiva lungimirante di un “Gino Lisa”, l’aeroporto di Foggia, quale braccio e piattaforma di traffico verso i Balcani, nell’ambito di quella centralità mediterranea ripetutamente affermata, ma ancora poco praticata.Un Forum che ha registrato una stimolante partecipazione giovanile, ricca di istanze, speranze e di una straordinaria capacità di sintesi creativa. Una componente brillante di quel mosaico di emozioni che la Puglia vuole mettere in evidenza. Una forza espressiva che si è manifestata negli otto tavoli di lavoro tematici e nel confronto sulle nuove sfide per il turismo pugliese, all’insegna dell’attenzione a Persone, Qualità, Sostenibilità e Formazione.Una Puglia al femminile che si rinnova anche nelle icone che da sempre la rappresentano. E che nel recuperare dignità, nonché valori condivisi e formativi alla “generazione donna” di questa terra, passa dal dritto e rovescio della nonna, che lavora con l’uncinetto fra le ceste di vimini paesane, al dritto e rovescio più dinamico di Flavia Pennetta. La più fresca e più genuina testimonial, nel mondo, di una Puglia consapevole dell’impegno e della dedizione necessari al suo riscatto possibile e decisamente meritato.Un approccio rosa al lavoro paziente che riesce a mandar giù anche lo sgarbo istituzionale di un ministro del Turismo, alquanto evanescente, che dalla sua nomina non riesce a trovare il modo di metter piede nell’unica regione che, in Italia, registra dati in controtendenza ai pesanti indici negativi del comparto. Ma non riesce neanche a trovare, tra i propri collaboratori e dirigenti, nessuno che possa adeguatamente rappresentarla o sostituirla in un’occasione di confronto come sarebbe stato questo, comunque riuscito, Terzo Forum del Turismo in Puglia.
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