Il piacere di mangiare un bel piatto di pasta trionfa sempre, anche in tempo di crisi. Lo sapevano bene i nostri nonni che, nel Secondo dopoguerra, l’assunsero quale piatto principale della propria alimentazione e, associandola a verdure, legumi, carne e olio d'oliva, posero le fondamenta della dieta mediterranea, riscoperta dagli Stati Uniti negli anni novanta, come migliore via per un regime alimentare sano ed equilibrato. La pastasciutta continua ad essere lo stereotipo della cucina italiana. Celebrata da Alberto Sordi in «Un Americano a Roma» e prima ancora da Totò in «Miseria e Nobiltà», si rivela metafora dell’universo culinario e del sistema sociale. La sua forza è quella di esprimere unità e molteplicità con le sue mille forme e gusti diversi. Di questo si parlerà domani venerdi 10 dicembre, alle 18,00 presso il Palazzo della Cultura di Monteforte Irpino (AV), con il convegno «La pasta: tra passato e futuro». La pastasciutta, e più in generale la dieta mediterranea, rimangono, dunque, le migliori risposte alla voglia di gusto e leggerezza degli italiani e, in genere, dei consumatori nel mondo. Di questo ne è convinto anche l’imprenditore e produttore irpino, Gerardo Marano, che, in meno di un anno, è riuscito a realizzare un laboratorio di pasta artigianale - «La Pasta dei Carrabàri» - che verrà inaugurato a chiusura del convegno.«Voglio portare la fragranza ed il sapore tipico della pasta irpina anche oltre confine - dice Marano - per far scoprire il gusto semplice e autentico, eppure così prezioso della nostra terra».
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