Translate

26 luglio 2010

E' stato approvato il decreto di rinnovo dei Buoni Vacanze

E’ stato firmato, ed è in pubblicazione, il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che proroga l’utilizzo dei Buoni Vacanze.
Pertanto la validità dei Buoni Vacanze già emessi con data di scadenza 30/06/2010 viene estesa al 20/12/2010 ad esclusione del periodo dal 5 Luglio al 22 Agosto 2010.
Resta quindi confermato che anche se i Buoni recano stampata la precedente scadenza 06/2010, sono sempre validi e spendibili, e le strutture convenzionate sono autorizzate ad accettarli.
Dal 23 Agosto sarà quindi possibile spendere i Buoni eventualmente non utilizzati entro Giugno.
Invitiamo pertanto tutti i titolari BVI ad usufruire di questa opportunità nell’ampia scelta di strutture convenzionate ed in continuo aggiornamento presenti sul nostro sito www.buonivacanze.it, anziché procedere al rimborso.
Ricordiamo infine che la prenotazione dei Buoni effettuata nel 2010, comporta il divieto ad inoltrare una seconda domanda per lo stesso nucleo familiare nell’anno in corso. Per coloro, che hanno già usufruito dei buoni nel primo semestre 2010 e volessero accedere di nuovo al contributo statale per i Buoni Vacanze, sarà possibile inoltrare richiesta a partire da Gennaio 2011.
Per qualsiasi chiarimento sulla proroga per l’utilizzo e sulla nuova emissione dei Buoni, potete rivolgervi al seguente indirizzo mail: info@buonivacanze.it
Si invita a consultare frequentemente il sito per ogni ulteriore novità.
Buoni Vacanze Italia - BVI - Via Tagliamento, 9 - 00198 Roma (RM) - Fax 06.84240413 - info@buonivacanze.it - c.f. 97370250587

News turismo

Sciopero strisciante dei controllori di volo minaccia i collegamenti della Meridiana Fly
Fra ritardi e mancati decolli circa 8 mila clienti di Meridiana Fly, in partenza per le vacanze oppure al rientro, risultavano coinvolti ieri sera in una serie di problemi tecnici al controllo del traffico aereo greco, che potrebbero nascondere una specie di sciopero informale del personale greco; questioni che, secondo la denuncia la compagnia aerea italiana, stavano provocando «pesanti danni». Disagi minori hanno coinvolto altri vettori come Alitalia e Easyjet - anche qui qualche cancellazione c’è stata.
Meridiana Fly è particolarmente forte nei voli dall’Italia verso le isole greche e il Mar Rosso. Dal suo punto di vista lo spazio aereo ellenico e le sue strutture di controllo sono strategici anche le rotte fra l’Italia e l’Egitto. I problemi in Grecia sono costantemente monitorati dall’organo di controllo europeo Eurocontrol e «parrebbero celare un non dichiarato sciopero selvaggio dei controllori di volo».
In serata erano 44 i voli Meridiana fly interessati direttamente o indirettamente da questa situazione, «che - sottolinea la compagnia - colpisce più gravemente di altri vettori Meridiana Fly, che con 90 voli settimanali operati sull’Egitto e 70 sulla Grecia ha una quota di mercato di oltre il 40 per cento in Italia su queste destinazioni». Meridiana Fly conteggiava circa 8 mila clienti coinvolti, «ai quali - spiegava la compagnia aerea - vengono costantemente fornite assistenza e informazioni».
I quarantaquattro voli di Meridiana interessati ieri sera dalle difficoltà del traffico aereo sulla Grecia riguardavano soprattutto gli scali del Nord Italia, come Malpensa, Bergamo e Verona, e comprendevano voli sia in partenza che in arrivo. In particolare, le destinazione colpite risultavano le isole di Mykonos e Kos e nel Mar Rosso Marsa Alam e Sharm El-Sheikh.
I controllori di volo greci nei giorni scorsi avevano proclamato uno sciopero di 24 ore a partire da ieri, accusando il governo di Atene di «continuare a ignorare la necessità di cambiamenti organici, secondo le regole europee»; gli uomini radar ellenici chiedono più posti di lavoro e salari più alti, cose difficili da ottenere mentre la Grecia vive sotto la tenda a ossigeno degli aiuti europei, che hanno evitato al Paese di essere travolto dalla crisi finanziaria.
La protesta dei controllori di volo, accolta molto negativamente dagli operatori turistici preoccupati per le ripercussioni sul turismo, era stata ufficialmente revocata dagli stessi uomini radar, dopo che un tribunale greco l’aveva giudicata illegale. Ma secondo la compagnia aerea ieri lo sciopero sarebbe stato avviato lo stesso, senza dichiararlo formalmente, penalizzando in forte misura il trasporto aereo.

21 luglio 2010

Sud/ Svimez: Pil indietro di 10 anni, 7 milioni a rischio...

Rallentano investimenti, calano consumi, cresce disoccupazione
Sempre per effetto della crisi, prosegue il rapporto, per la prima volta dalla fine della guerra il valore aggiunto del settore dei servizi è calato per due anni consecutivi, segnando nel 2009 - 2,7% (Centro-Nord -2,6%), con effetti molto più pesanti nel commercio (-11% contro -9%). Giù anche turismo e trasporti (-3%) e intermediazione creditizia e immobiliare (-1,7%). Circa 88mila i posti di lavoro persi nel settore al Sud (-1,9% rispetto al 2008), con punte del -3,9% nel commercio, il doppio che al Centro-Nord (-1,7%), concentrate soprattutto nel lavoro autonomo.
Due le cause principali dell'andamento recessivo spiega il rapporto: investimenti che rallentano, famiglie che non consumano. Queste ultime infatti hanno ridotto al Sud la spesa del 2,6% contro l'1,6% del Centro-Nord. Mentre gli investimenti industriali sono crollati del 9,6% nel 2009, dopo la flessione (-3,7%) del 2008.
Forte l'impatto sull'occupazione anche se la disoccupazione cresce di più al Centro-Nord. Nel 2009 i disoccupati sono aumentati più al Centro-Nord (+29,9%), quasi 30 volte di più che al Sud (+1,4%). Nella classe di età 15-24 anni la disoccupazione è arrivata al 20,1% al Centro-Nord e al 36% al Sud. Qui crescono anche i disoccupati di lunga durata (sono il 6,6% del totale, erano il 6,4% nel 2008). Tuttavia, al Sud continua a crescere la zona grigia della disoccupazione, che raggruppa scoraggiati (persone che non cercano lavoro ma si dicono disponibili a lavorare), disoccupati impliciti e lavoratori potenziali: Considerando questa componente, il tasso di disoccupazione effettivo del Sud salirebbe nel 2009 a sfiorare il 23,9% (era stimato nel 22,5% nel 2008).
Tra il 1990 e il 2009 circa 2 milioni 385mila persone hanno abbandonato il Mezzogiorno. E "la vera America, per i meridionali, resta il Centro-Nord, dove si dirigono 9 emigranti su 10. Solo 1 su dieci si trasferisce all'estero: in valori assoluti, dal 1996 al 2007, parliamo di 242mila persone, di cui oltre 13mila laureati. Nel 2009 114mila persone si sono trasferite dal Sud al Nord, 8mila in meno rispetto al 2008. In crescita invece i trasferimenti in direzione opposta, da Nord a Sud, arrivati nel 2009 a 55mila unità (erano 50mila l'anno precedente).
La crisi ha colpito duro i pendolari, generalmente giovani, laureati e precari. Nel 2009 sono stati 147mila, in calo del 14,8% rispetto al 2008, pari a 26mila unità. Oltre 60mila sono campani, 36.500 i pugliesi, 35mila i siciliani. A seguire, abruzzesi (19mila), calabresi (16.800), lucani (14mila) e molisani (8.300). È un'emigrazione diversa dagli anni 60: il trolley e il pc al posto della valigia di cartone, molti con la laurea in tasca, e moltissime sono donne.

GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO 2010

MESSAGGIO IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DEL TURISMO 2010
(27 settembre) Tema: Turismo e biodiversità
Con il tema Turismo e biodiversità , proposto dall’Organizzazione Mondiale competente, la Giornata Mondiale del Turismo vuole offrire il proprio contributo al 2010, dichiarato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite "Anno Internazionale della biodiversità".
Tale decisione nasce da una profonda preoccupazione "per le ripercussioni sociali, economiche, ambientali e culturali derivanti dalla perdita di biodiversità, comprese le conseguenze avverse che essa comporta per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del Millennio, e vuole mettere in rilievo la necessità di adottare misure concrete per invertire tale perdita ".
La biodiversità si riferisce alla grande ricchezza di esseri che vivono sulla Terra, come pure al delicato equilibrio di interdipendenza e interazione esistente tra di loro e con l’ambiente fisico che li accoglie e li condiziona. Essa si traduce nei vari ecosistemi, di cui sono buon esempio le foreste,le zone umide, le savane, i deserti, le barriere coralline, le montagne, i mari o le
zone polari. Su di loro incombono tre gravi pericoli, che esigono una soluzione urgente: il cambiamento climatico, la desertificazione e la perdita di biodiversità.
Negli ultimi anni quest’ultima è cresciuta ad un ritmo senza precedenti. Studi recenti indicano che, a livello mondiale, sono minacciati o a rischio di estinzione il 22% dei mammiferi, il 31% degli anfibi, il 13.6% degli uccelli o il 27% delle barriere coralline.
A questi cambiamenti contribuiscono, in grande misura, numerosi settori dell’attività umana, tra i quali senza dubbio c’è il turismo, che si colloca tra quelli che hanno conosciuto una crescita più elevata e rapida. Al riguardo, possiamo ricordare le cifre fornite dall’Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT). Se gli arrivi internazionali di turisti sono stati 534 milioni nel 1995, e 682 milioni nel 2000, le previsioni che appaiono nel rapporto Tourism 2020 Vision sono di 1006 milioni per il 2010, e potranno raggiungere i 1561 milioni nel 2020, con una crescita media annuale del 4.1%.3 A queste cifre del turismo internazionale bisogna aggiungere quelle ancor più notevoli del turismo interno. Tutto ciò mostra la forte crescita di questo settore economico, che comporta alcuni effetti importanti per la conservazione e l’uso sostenibile della biodiversità, con il conseguente pericolo che si trasformi in un serio impatto ambientale, specialmente per quanto riguarda il consumo smisurato di risorse limitate (come l’acqua potabile e il territorio) e per la grande produzione di residui contaminati, che superano la quantità che una determinata zona può assorbire.
La situazione è aggravata dal fatto che la domanda turistica si rivolge sempre più a destinazioni della natura, attratta dalle sue innumerevoli bellezze, il che presuppone un impatto importante sulle popolazioni visitate, sulla loro economia, sull’ambiente e sul patrimonio culturale.
Questo fatto può rappresentare un elemento pregiudizievole oppure contribuire in maniera significativa e positiva alla conservazione del patrimonio. Il turismo vive, così, un paradosso.
Se,da una parte, nasce e si sviluppa grazie all’attrazione di alcuni siti naturali e culturali, dall’altra questi stessi possono essere deteriorati e perfino distrutti dal turismo stesso, per cui finiscono per essere esclusi dalle destinazioni turistiche in quanto hanno perduto l’attrazione che li distingueva all’origine.
In considerazione di tutto ciò, possiamo affermare che il turismo non può sottrarsi alla sua responsabilità nella difesa della biodiversità, ma, al contrario, deve assumervi un ruolo attivo.
Lo sviluppo di questo comparto economico deve essere inevitabilmente accompagnato dai principi di sostenibilità e rispetto della diversità biologica. Di tutto questo si è seriamente preoccupata la comunità internazionale, e questi temi sono stati oggetto di ripetuti pronunciamenti. La Chiesa vuole unirvi la sua voce, nel ruolo che le è proprio, partendo dalla convinzione che essa stessa "ha una responsabilità per il creato e deve far valere questa responsabilità anche nella sfera pubblica. E facendolo deve difendere non solo la terra, l’acqua e l’aria come doni della creazione appartenenti a tutti. Deve proteggere soprattutto l’uomo contro la distruzione di se stesso ".
Senza entrare nella questione di soluzioni tecniche concrete, che sfuggirebbero alla sua competenza, la Chiesa si preoccupa di richiamare l’attenzione sulla relazione esistente tra il Creatore, l’essere umano e il creato6. Il Magistero ribadisce ripetutamente la responsabilità dell’essere umano nella preservazione di un ambiente integro e sano per tutti, partendo dal convincimento che "la tutela dell’ambiente costituisce una sfida per l’umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo".
Come afferma il Santo Padre Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate , "nella natura il credente riconosce il meraviglioso risultato dell'intervento creativo di Dio, che l’uomo può responsabilmente utilizzare per soddisfare i suoi legittimi bisogni — materiali e immateriali — nel rispetto degli intrinseci equilibri del creato stesso ", e il cui utilizzo rappresenta per noi "una responsabilità verso i poveri, le generazioni future e l’umanità intera". Per questo, il turismo deve essere rispettoso dell’ambiente, e cercare di raggiungere una perfetta armonia con il creato, di modo che, garantendo la sostenibilità delle risorse da cui dipende, non dia origine a trasformazioni ecologiche irreversibili. Il contatto con la natura è importante. Pertanto il turismo si deve sforzare di rispettare e valorizzare la bellezza del creato, nella convinzione "che tanti trovano tranquillità e pace, si sentono rinnovati e rinvigoriti quando sono a stretto contatto con la bellezza e l’armonia della natura. Vi è pertanto una sorta di reciprocità: nel prenderci cura del creato, noi constatiamo che Dio, tramite il creato, si prende cura di noi ".
C’è un elemento che rende ancor più esigente, se possibile, questo sforzo. Nella propria ricerca di Dio, l’essere umano scopre alcune vie per avvicinarsi al Mistero, che hanno come punto di partenza il creato. La natura e la biodiversità ci parlano di Dio Creatore, il quale si fa presente nella sua creazione, "difatti dalla grandezza e bellezza delle creature per analogia si conosce l’Autore" (Sap 13, 5), "perché li ha creati lo stesso autore della bellezza " (Sap 13, 3). È per questo che il mondo, nella sua diversità, "si offre allo sguardo dell’uomo come traccia di Dio , luogo nel quale si disvela la sua potenza creatrice, provvidente e redentrice". Il turismo, perciò, avvicinandosi al creato in tutta la sua varietà e ricchezza, può essere occasione per promuovere o accrescere l’esperienza religiosa.
Diventa urgente e necessaria, di conseguenza, la ricerca di un equilibrio tra turismo e biodiversità, in cui entrambi si sostengano reciprocamente, di modo che sviluppo economico e protezione dell’ambiente non appaiano come elementi contrapposti e incompatibili, bensì si tenda a conciliare le esigenze di entrambi.
Gli sforzi per proteggere e promuovere la biodiversità nella sua relazione con il turismo passano, in primo luogo, per lo sviluppo di strategie partecipative e condivise, in cui siano coinvolti i settori interessati. La maggior parte dei Governi, istituzioni internazionali, associazioni professionali del
settore turistico e organizzazioni non governative devono difendere, in una visione di ampio raggio, la necessità di un turismo sostenibile come unica forma possibile affinché il suo sviluppo sia, al tempo stesso, economicamente redditizio, protegga le risorse naturali e culturali, e sia aiuto reale nella lotta contro la povertà.
Le autorità pubbliche, poi, devono offrire una legislazione chiara, che protegga e potenzi la biodiversità, rafforzando i benefici e riducendo i costi del turismo, nella vigilanza del rispetto delle regole. A ciò si deve sicuramente accompagnare un investimento importante in termini di pianificazione ed educazione. Gli sforzi governativi dovranno essere più consistenti nei luoghi maggiormente vulnerabili e in cui il degrado è stato più intenso. Probabilmente in alcuni di essi il turismo dovrà essere limitato o addirittura evitato.
Si richiede, invece, alle imprese turistiche di "concepire e sviluppare la propria attività riducendo al minimo gli effetti negativi sulla protezione degli ecosistemi sensibili e dell’ambiente in generale contribuendo attivamente alla loro protezione e facendone beneficiare le comunità locali".
Per questo occorrerà realizzare studi brevi sulla sostenibilità di ciascun prodotto turistico, evidenziando gli apporti positivi reali come pure i rischi potenziali, nella convinzione che il settore non può perseguire l’obiettivo del massimo beneficio ad ogni costo.
Infine, i turisti devono essere consapevoli del fatto che la loro presenza in un luogo non sempre è positiva.
A questo scopo, essi devono essere informati sui benefici reali che comporta la conservazione della biodiversità ed educati al turismo sostenibile.
Essi dovrebbero altresì reclamare che le imprese turistiche contribuiscano realmente allo sviluppo del luogo. In nessun caso il territorio o il patrimonio storico-culturale delle destinazioni devono essere pregiudicati a favore del turista, adattandosi ai suoi gusti o desideri. Uno sforzo importante,che in modo particolare deve realizzare la pastorale del turismo, è l’educazione alla contemplazione, che aiuti i turisti a scoprire la traccia di Dio nella grande ricchezza della biodiversità.

“Famiglie a bordo”: vacanze a misura di famiglia

Crisi economica e crisi dei rapporti familiari fanno da sfondo ad un nuovo modo di concepire le vacanze. Negli ultimi anni, in relazione alle risorse economiche sempre più ridotte, le famiglie hanno cominciato a scegliere vacanze sempre più brevi, come evidenzia anche una recente ricerca sulla domanda turistica delle famiglie italiane svolta dall’IREF, l’Istituto di ricerca delle Acli. Ma se il tempo delle vacanze si riduce in termini quantitativi è allora sempre più urgente che la qualità dei momenti liberi passati insieme in famiglia acquisti maggiore valore. Le occasioni di comunicazione inter e intra familiare stanno diventando sempre di meno e le famiglie, compresse fra tempi lunghi di lavoro e le numerose proposte "mono svago" - come televisione e il computer - sembrano vivere un vero e proprio “ammutinamento dei rapporti familiari”. Molte delle proposte di vacanze offerte dal mercato sono oggi orientate ad una scarsa valorizzazione dei rapporti familiari e privilegiano un approccio “consumistico” del tempo della vacanza, dove è possibile risolvere il problema di occupare completamente il tempo dei figli che interrompono il periodo di frequentazione della scuola nel periodo estivo.“Famiglie a bordo” è un progetto a cui stanno lavorando le ACLI, in collaborazione con il Centro Turistico Acli - che da anni si occupa di turismo associativo e sociale – e con l’Entour, e che si pone proprio nell’ottica di realizzare un’offerta specifica di turismo “alternativo” a misura di famiglia per valorizzare le vacanze come occasioni di socializzazione e di aggregazione in famiglia e tra le famiglie. Il progetto mira alla realizzazione di una rete qualificata di strutture ricettive a misura di famiglia, collocate in “luoghi minori” - ma non per questo meno interessanti del Paese – dove sia possibile coniugare economicità, offerta di servizi adeguati e specifici per le famiglie e proposte di svago e di interesse culturale e naturalistico. Tutto questo secondo una serie di criteri attentamente studiati e certificati dagli esperti aclisti del turismo associativo. Le strutture dovranno superare un “test di qualità” che consentirà loro di entrare a far parte del portale di “Famiglie a bordo” attraverso il quale saranno veicolate le migliori proposte per famiglie per promuovere e valorizzare un nuovo stile e un nuovo modo di fare turismo.

Studi e ricerche: Le famiglie italiane e il turismo sociale secondo l'Iref

Analisi della domanda turistica e potenzialità della proposta. A cura dell'Iref
Il progetto “Rete turistica dei borghi nuovi” intende promuovere e sviluppare il turismo sociale e associativo, una forma per così dire alternativa di andare in vacanza. Allo stato attuale il turismo sociale è ancora una questione di “nicchia”, tuttavia, se si vuole incentivare questa forma responsabile di turismo è necessario conoscere le abitudini, i comportamenti e le preferenze degli italiani in vacanza. A questo proposito si propone uno studio articolato in due fasi: i. nella prima fase si analizzano i dati secondari sull’industria turistica forniti dall’Istat e dall’Isnart (Istituto Nazionale di Ricerche Turistiche), così da fornire una prima base di riflessione per l’implementazione delle azioni progettuali. ii. Nella seconda fase, a seguito della progettazione e dell’esecuzione di tre focus group in tre diverse parti d’Italia, sono interrogati direttamente alcuni rappresentanti del target di progetto così da rispondere in modo più articolato agli obiettivi cognitivi dell’indagine. Il presente rapporto di ricerca consta quindi di due parti, nella prima si analizza lo stato attuale del mercato turistico italiano, prestando particolare attenzione alle componenti strutturali dell’industria turistica italiana (mezzi di trasporto, strutture ricettive, strutture organizzative); inoltre nella prima sezione si discutono le preferenze degli italiani in merito alle caratteristiche delle vacanze (luogo, periodo e modalità di organizzazione); infine, sulla scorta delle analisi relative alla sfera delle scelte turistiche viene infine fornito un quadro generale delle motivazioni che spingono gli italiani ad andare in vacanza. Dal momento che il rationale del progetto Borghi Nuovi è lo sviluppo di una forma alternativa di turismo familiare è fondamentale centrare l’analisi dei dati sulle propensioni turistiche dei differenti tipi di famiglia. A causa delle modalità di costruzione delle fonti statistiche usate questa esigenza analitica non può essere soddisfatta appieno poiché le informazioni riferite alla composizione delle famiglie non sono sempre disponibili. Allo scopo di supplire alle carenze dei dati statistici disponibili, si è deciso di integrare il quadro quantitativo attraverso un modulo di indagine qualitativo. Sono stati quindi realizzati tre focus group con famiglie potenzialmente interessate alla proposta turistica di Borghi Nuovi così da poter entrare nel merito degli aspetti più sottili del turismo familiare: i risultati delle discussioni di gruppo sono l’oggetto della seconda parte del presente rapporto di ricerca.
http://www.aclipuntofamiglia.it/news.interna.php?notizia=223

15 luglio 2010

Tremonti: non isoli chi nel Sud lavora bene

Terzo settore, boom di lavoratori e volontari

Hanno in media trent'anni, danno lavoro a 350mila persone e coinvolgono 1 milione e 600 mila volontari. È questo l'identikit delle 75 organizzazioni che aderiscono al Forum del terzo settore. Dalla ricerca “Le reti del terzo settore”, che viene presentata a Milano alla Fondazione Cariplo, emerge che le organizzazioni del Forum associano 94mila enti di base: cooperative sociali, associazioni, fondazioni, onlus. Il Forum, in altri termini, è composto da “organizzazioni di organizzazioni”. La regione con più enti di base è la Toscana dove sono ben 7.515, seguita da Emilia Romagna (6.574), Lombardia (6.287), Piemonte (4.857) e Veneto (3.643).
Al questionario della ricerca, finanziata della Fondazione Cariplo, hanno risposto 53 organizzazioni aderenti al Forum del terzo settore. Il 23,5% ha risposto che l'attività prevalente è l'assistenza sociale, il 17,6% la tutela dei diritti, il 13,7% la cooperazione internazionale e il 12% il turismo sociale. Nessuno dei soci del Forum è costituito da meno di dieci anni; la metà ha invece almeno 30 anni, un quarto meno di vent’anni e un quarto sono sorti prima degli anni sessanta. Vi sono casi di enti con storia centenaria. Il 44% delle organizzazioni che hanno risposto offre prevalentemente servizi, il 32% si occupa soprattutto di diffondere valori, mentre il 22% di tutelare diritti. Il 95% dei 350 mila lavoratori è dipendente di cooperative. “Negli ultimi decenni il Terzo Settore ha aggiunto alla valenza sociale e culturale un impatto occupazionale di rilievo - si legge nella ricerca -, soprattutto in rapporto alla crescita piuttosto debole e discontinua dell’occupazione nel Paese nel suo complesso”.

Luigi Bobba racconta i suoi primi quattro anni da onorevole

Luigi Bobba, da presidente delle Acli a deputato di opposizione e vice presidente della commissione Lavoro alla Camera.
«Ma il meglio lo sperimento sul territorio. Lì devi guardare in faccia tutti».
Obiettivi? «Ho un’idea in cui credo con forza: il servizio civile obbligatorio.
Il servizio civile obbligatorio è un'idea forte a cui nonrinunciare.
Altrimenti prevalgono le visioni sempre più riduttive. Bisogna avere il coraggio di lanciare la sfida...

Se l’identità diventa l’unico elemento sorgivo dell’azione volontaria e la divisa diventa troppo
proponderante, il rischio è quello di chiudersiin un orizzonte asfittico

Dal non profit mi aspetto qualche scelta innovativa, come quando Banca Etica varò Etica sgr. Ci furono discussioni furibonde, perché si andava sul mercato azionario...

MICA TUTTO È CASTA. LA POLITICA SECONDO GIGI
E’dura starsene a 687 chilometri da casa, fare un mestiere che oggi non si sa più bene in cosa consista e avere addosso l’occhio un po’ perplesso persino delle persone che ti vogliono più bene.
Incontriamo Gigi Bobba quattro anni dopo il grande passo che lo aveva portato dalla presidenza delle Acli alla discesa in politica. Quattro anni in cui ha potuto sperimentare l’ebrezza di essere maggioranza e la depressione di ritrovarsi marginale minoranza. Ma lo sguardo di Bobba è sempre lo stesso, uguale la dedizione professionale con cui durante l’intervista tiene sotto controllo il cellulare per vedere se arriva l’annuncio di inizio votazioni. È uno dei peones. Non se lo nasconde e non se ne fa problema. Ammette in tutta sincerità che la sua vita tra l’essere stato maggioranza ed essere stato ridotto ad opposizione, non è cambiata molto. «Mica mi nascondo. I margini di azione per uno come me erano molto limitati anche nella breve stagione dell’ultimo Prodi. Lì c’erano i gruppetti, decisivi in una maggioranza complicata, che contrattavano per loro. E finiva lì. Oggi la stessa esperienza la vivono tanti miei colleghi dei partiti vincitori. Sono governi che guidano l’azione legislativa in modo molto rigido; questo di Berlusconi quasi al limite del parossismo, come si vede dal ricorso ai dl e alle fiducie».
VITA: Non è penalizzante per uno come lei, con la storia che ha alle spalle?
LUIGI BOBBA: La politica chiede pazienza. Ad esempio, la funzione principale che un gruppo di opposizione svolge è quella di “sindacato di controllo”. Lavoriamo con interpellanze, interrogazioni, mozioni. Poi ci sono buoni margini di azione soprattutto nellavoro bipartisan. L’Intergruppo per la Sussidiarietà funziona, è un ambito in cui si riesce ad essere operativi. Comunque la parte più bella della politica, devo ammetterlo, non è qui.
VITA: E dov’è?
BOBBA: È sul territorio.
Lì il lavoro politico ti obbliga ad esser magari meno approfondito ma ti allarga l’orizzonte.
Devi occuparti di tanti ambiti che sarebbero stati fuori dalla tua traiettoria. Devi guardare in faccia tutti: è una rivincita della realtà, che ti riempie di stimoli e ti dà le ragioni per fare quello che sto facendo.
VITA: Ma anche sul territorio i grattacapi non mancano. La Lega si è presa addirittura la sua Regione, il Piemonte. Come la mettiamo?
BOBBA: In effetti al mio paese, Cigliano, in provincia di Vercelli, Bossi ha preso i due terzi dei voti del Pd. E lì il Carroccio non esiste come presenza politica. Hanno preso voti come una forza di opinione.
Il radicamento della Lega nei turritori forse è un fattore un po’ troppo mitizzato.
VITA: Intanto però si muove con disinvoltura su tutti i fronti: la sua proposta di un servizio civile regionale ha incontrato consensi anche nel non profit…
BOBBA: È vero. Ma sull’argomento vorrei precisare una cosa. Si guarda al servizio civile in una prospettiva sempre più riduttiva, dimenticando qual è stata l’idea di partenza: il dovere costituzionale della leva non è stato cancellato, è stato sospeso. Invece il servizio civile è via via diventato una delle leve del welfare perdendo l’aspetto di costruzione di una coscienza nazionale. Certo è più facile andare sulla strada attuale, ma se si rinuncia a questo elemento sfidante è logico che vincano poi i particolarismi.
VITA: Ha in mente l’idea del servizio civile obbligatorio?
BOBBA: Perché rinunciarci a questa idea? Sarebbe opportuno che tutti i giovani, maschi e femmine, facessero tre o quattro mesi di servizio civile obbligatorio e, invece, il servizio civile volontario – della durata di un anno- fosse riservato a chi vuole fare un’esperienza nel Sud del mondo. Non possiamo continuare a imporre paletti per la concessione della cittadinanza ai nuovi arrivati e non chiederci se i nostri giovani fanno davveropercorsi di cittadinanza. Il servizio civile è strumento prezioso per questo.
VITA: Anche il mondo associazionistico sembra sempre più assorbito dalla dimensione del territorio. Cresce il volontariato della protezione civile e del soccorso. Come guarda a questo fenomeno?
BOBBA: Va bene, purché si abbia una cultura aperta. Se l’identità diventa l’unica elemento sorgivo dell’azione volontaria e la divisa diventa troppo proponderante, si rischia di chiudersi in un orizzonte asfittico. Il volontariato di territorio è una risposta a uno spaesamento visibile: negarlo è roba da salottieri. Invece si deve fare lo sforzo di interpretare queste forme e offrire sia una prospettiva culturale, sia una vita concreta. Perché alla fine c’è sempre bisogno che qualcosa si esprima in vita concreta. Gli alpini in questo sono un esempio.
VITA: In che senso?
BOBBA: È l’unico corpo militare che sia stato capace di trasformarsi in corpo civile.
L’associazione nazionale è una grande realtà che fa leva su due fattori: i rapporti di territorialità, favoriti dai criteri usati per l’arruolamento, e lo spirito di corpo. Nell’associazione quelli che erano i doveri verso la patria si sono trasformati in impegno verso la comunità. C’è un orizzonte in cui tutti i riconoscono e che si traduce anche in vita concreta, nelle emergenzeo nella risposta ai bisogni. Ad esempio gli alpini oggi sono una delle colonne del Banco Alimentare.
VITA: Nel suo passato c’è stata la lunga esperienza nelle Acli culminata nella presidenza. Come le appare oggi il mondo da cui proviene?
BOBBA: Vedo prevalere una certa diffidenza quando non indifferenza nei confronti della politica. È più che comprensibile. Ma mi chiedo se non sia venuto il momento di non avere paura della politica, senza ovviamente intaccare il tema dell’autonomia delle forme associative. Vedrei bene un reinvestimento nella politica, pensata come catalizzatore di energie, in particolare nelle amministrazioni locali. Nella dimensione comunale la dimensione politica e associativa si interconnettono e arricchiscono reciprocamente.
VITA: E al di là del rapporto con la politica, cosa si aspetta dal non profit italiano?
BOBBA: Mi aspetto qualche scelta innovativa e coraggiosa, come quella di cui fui testimone quando Banca Etica decise di varare Etica sgr. Ci furono discussioni furibonde, perché si andava sul mercato dei titoli. Avevamo scelto un’agenzia di rating, Ethibel, che ai criteri negativi affiancava anche quelli positivi.
Era un’idea economica non solo difensiva, che accettava la contaminazione pur di incidere di più.
VITA: Un’ultima domanda. Sinceramente, le gusta ancora la politica?
BOBBA: Sì. Mi piace questo lavoro di sintesi che la politica comporta. Sintesi di storie e interessi diversi. Certo, poi ci si sente un po’ orfani del mondo da cui si viene. Ma la passione di credere in qualcosa in cui nessuno crede più, mi viene da lì…

13 luglio 2010

A TERAMO CONVEGNO SUGLI ITALIANI NEL MONDO

“Gli italiani nel mondo tra diritti di cittadinanza, rappresentanza e partecipazione”.
Questo il titolo del convegno che si svolgerà il 17 luglio, presso la sala polifunzionale bicentenaria di Pagliare di Morro d’Oro, in provincia di Teramo. L’incontro è organizzato dalla presidenza nazionale Us Acli , in collaborazione con il comune di Morro d’Oro e ASD USacli “Spiga d’oro” e il patrocinio della regione Abruzzo. L’incontro si aprirà con la celebrazione eucaristica in ricordo dei caduti sul lavoro; subito dopo verrà proiettato il film “Nuovo Mondo” di Emanuele Crialese. Seguirà il dibattito animato da testimonianze a confronto. Nel corso del convegno, inserito nel programma della manifestazione sportiva internazionale del 15°campionato amatoriale “Open di ciclismo”, che si svolgerà a Morro d’Oro il 1° agosto, interverranno rappresentanti delle istituzioni e dell’associazionismo locale. Sarà anche presentato, in collaborazione con il centro anziani Acli di Intermesoli, il volume di Gianfranco Spitilli “Il paese di mezzo, storia di vita e fotografie familiari a Intermesoli di Pietracamela”, che ha ricevuto il premio Costantino Nigra per una ricerca antropologica.

Risorsa Mezzogiorno: il nuovo numero di luglio


07 luglio 2010

TURISMO: La voce di Berlusconi nello spot che promuove l’Italia

Brambilla : “Testimonial di grande consenso, gratis”
La voce impostata, volutamente morbida, che invita a trascorrere le vacanze in Italia, mentre scorrono le immagini dei luoghi più suggestivi del Paese: Silvio Berlusconi nelle prossime settimane sarà sulle reti nazionali in veste di testimonial audio del turismo italiano, avendo prestato la sua voce allo spot del ministero del Turismo che inizierà ad andare in onda tra pochi giorni. "Un grande atto d'amore, un gesto nobile", sottolinea la titolare del dicastero senza portafoglio Michela Brambilla, compiuto "senza ricevere compensi: era immaginabile, ma è meglio chiarire". E così, spiega Brambilla, "abbiamo avuto gratis un testimonial di grande consenso e popolarità". Sulle immagini dei luoghi più belli d'Italia, che cambiano per ognuna delle molte versioni dello spot, Berlusconi dice: "Questa che vedi è la tua Italia. Un paese unico, fatto di cielo, di sole e di mare, ma anche di storia, di cultura e di arte. E' un paese straordinario che devi ancora scoprire: impiega le tue vacanze per conoscere meglio l'Italia, la tua magica Italia". Uno spot simile, sempre con la voce di Berlusconi, verrà poi trasmesso anche sulle tv estere. E proprio il fatto che lo speaker sia il premier è il dato che il ministro Brambilla mette più in risalto, nella conferenza stampa a palazzo Chigi: "E' la prima volta che un presidente del Consiglio mette la sua voce e la sua autorevolezza al servizio del Paese: un mettersi in gioco, uno scendere in campo per promuovere questo Paese. Cosa che Berlusconi fa già ogni giorno nell'ambito del suo lavoro nazionale e internazionale, ma una cosa del genere non era mai stata fatta in precedenza". Nè potranno esserci polemiche per il fatto che la voce del premier sia protagonista su spot nazionali: "Sfido chiunque a muovere critiche su questo aspetto", dice il ministro. Brambilla, dati alla mano, fa notare che "gli italiani amano l'Italia, ma in molti non hanno mai visitato i luoghi più incantevoli del nostro Paese, e questo vale soprattutto per i giovani e giovanissimi, che spesso hanno già visitato mezza Europa ma non tutta l'Italia". Il ministro precisa che "non è nazionalismo di facciata, ma nel 2009 "sono stati oltre 43 milioni i soggiorni fuori dai confini, per 182 milioni di pernottamenti e una cifra complessiva di quasi 14 miliardi spesi dai nostri connazionali al'estero. Recuperare anche solo una parte di questa cifra sarebbe importante per il sistema turistico e per l'intero Paese. Per ogni euro speso per dormire, altri 4 vengono spesi per altri comparti dell'economia". Dunque "invitare gli italiani ad approfittare di queste vacanze estive per scoprire l'Italia è d'obbligo: nel loro interesse, perchè è un Paese splendido, e nell'interesse del sistema Paese".
Del resto, molte sono le "potenzialità" del turismo "per recuperare gettito e favorire la ripresa dal Paese. E' l'unica industria che non si può delocalizzare, l'unica attività che produce immediatamente gettito, ricchezza e occupazione". Il turismo "va quindi valorizzato e sostenuto e questo governo la ha fatto fin dal suo insediamento come nessun altro governo aveva fatto in precedenza".

06 luglio 2010

"Vacanze coi fiocchi"




Parte la campagna estiva promossa dall’Osservatorio per l’Educazione Stradale e la Sicurezza della Regione Emilia-Romagna e dal Centro Antartide


IMMIGRATI: ACLI, GOVERNO INTERVENGA CON LA LIBIA PER GLI ERITREI RECLUSI NEL CENTRO DI BRAQ.

OLIVERO: "SI TRASFERISCANO IN ITALIA"
Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani esprimono «seria preoccupazione» per la sorte dei 245 rifugiati eritrei reclusi nel centro di detenzione di Braq, nel sud del deserto libico. Le notizie giunte dalle agenzie internazionali secondo le quali, dopo i maltrattamenti subiti nei giorni scorsi, gli oltre duecento cittadini eritrei sarebbero in pericolo di vita, spingono le Acli a chiedere «un deciso intervento del governo italiano su quello libico».Per il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, «la situazione di assoluta precarietà alla quale questi uomini sono costretti, la impossibilità da parte degli organismi umanitari internazionali di accedere ai campi di detenzione libici e la conseguente impossibilità di verificare le condizioni di salute dei reclusi, impone un intervento straordinario che liberi i cittadini eritrei dal rischio di dramma umanitario».Nel chiedere «l'immediato accesso al Centro di Braq delle organizzazioni umanitarie», che potranno prestare l'opportuno soccorso e verificare il rispetto dei trattati internazionali in materia di protezione umanitaria, le Acli propongono al governo italiano, anche al fine di «scongiurare la possibilità di rimpatrio forzato», di «trasferire momentaneamente in Italia i 245 cittadini eritrei». «E' in gioco il valore inviolabile della vita umana» ribadisce il presidente Olivero.

05 luglio 2010

Giù le mani dai disabili

La manovra contiene una vera e propria aggressione alle persone con disabilità.

La Manovra che il Parlamento sta per approvare è la peggiore aggressione, nella storia repubblicana, alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Contiene disposizioni discriminanti di dubbia costituzionalità.
La Manovra eleva a 85 la percentuale di invalidità necessaria per ottenere l’assegno mensile di assistenza. Per godere dell’assegno sono previste altre due condizioni oltre a quella sanitaria: risultare inoccupati e iscritti alle liste di collocamento e non superare il limite reddituale annuale di 4.408,95 euro. Un limite molto basso, quindi. L’importo dell’assegno è di 256,67 euro mensili (importo 2010) per un totale annuo di 3.336,71 euro.
La Manovra, come emendata dal Governo, crea una illegittima disparità fra gli invalidi civili: chi ha la “fortuna” di essere affetto da una patologia singola per la quale è prevista una invalidità del 74%, avrà l’assegno mensile anche se non raggiunge l’85% di invalidità. Chi è colpito, invece, da due patologie o menomazioni, la cui somma dà l’80 per cento, non ha diritto a nulla.
La Manovra fissa nuovi criteri per ottenere l’indennità di accompagnamento che sono irraggiungibili se non ci si trova in stato vegetativo. Ci saranno dei nuovi esclusi: persone con sindrome di Down, persone che deambulano a fatica e tra mille difficoltà (amputati, poliomielitici), persone che riescono a guidare con adattamenti, probabilmente persone che lavorano, persone che riescono a vestirsi o a mangiare, ma che magari non sanno dove sono, chi sono, dove vanno.
CHIEDIAMO
1.
l’abrogazione del comma 1 dell’articolo 10 del Decreto Legge 78/2010, e dei relativi emendamenti, che prevede l’innalzamento a 85 della percentuale di invalidità necessaria per ottenere l’assegno agli invalidi parziali;
2. la cancellazione o il ritiro dell’emendamento del Governo che rivede i requisiti medico-legali per la concessione dell’indennità di accompagnamento.


Firma l'appello della Fish!

FISH : via Gino Capponi, 178 - 00179 Roma
Tel. 06.78851262 - Fax 06.78140308
presidenza@fishonlus.it - www.fishonlus.it

01 luglio 2010

Aumenti tariffe autostradaliTempi duri per i vacanzieri


Secondo alcuni stime gli automobilisti potrebbero pagare fino al 5% in più

Alle stelle i pedaggi autostradali che a partire dal primo luglio subiranno forti aumenti. Scatta infatti, come prevede il decreto sulla manovra, l'introduzione del pedaggio sui raccordi e le autostrade gestite direttamente dall'Anas e che oggi possono essere utilizzate gratuitamente. All'inizio, nella fase transitoria, il pagamento avverrà attraverso una maggiorazione del pedaggio riscosso ai caselli delle autostrade in concessione che si intersecano con la rete Anas. Ad esempio, se un'auto viene dall'Aquila o da Firenze in autostrada e si immette nel grande raccordo anulare di Roma, dovrà pagare un sovrapprezzo al casello di uscita. L'aumento è di un euro per le auto (veicoli a due assi) e di due euro per i veicoli più lunghi (a tre, quattro o cinque assi). Se, invece, un automobilista si immette nel raccordo di Roma dalla via Cassia e esce sull'Aurelia non paga alcuna maggiorazione. In questo modo sono fatti salvi i pendolari che utilizzano quotidianamente il raccordo per spostarsi da una parte all'altra della città. La fase transitoria durerà fino al 31 dicembre 2011, quindi il pedaggio vero e proprio non scatterà prima di gennaio 2012 e si utilizzerà il sistema di esazione di tipo 'free flow' (a flusso libero) al posto dei tradizionali caselli.Va comunque rilevato che l'entrata in vigore del sovrapprezzo è subordinata all'emanazione di un decreto del presidente del consiglio, che individua i caselli attraverso i quali si può riscuotere la quota aggiuntiva, decreto che al momento non è stato ancora definito (per farlo il decreto dà tempo fino al 15 luglio).Sarà più costoso anche utilizzare le autostrade in concessione. Le società di gestione, dal primo luglio, dovranno corrispondere all'Anas un aumento del canone ed è quindi probabile che questo si riverserà sui pedaggi. Secondo alcuni stime gli automobilisti potrebbero pagare fino al 5% in più.

RISULTATO DEL SONDAGGIO

SEI FAVOREVOLE ALL'INIZIO DELLE LEZIONI
SCOLASTICHE IL 1° OTTOBRE?

SI 90%
NO 9%

In spiaggia sì al divertimento no ai massaggi

Accade ormai da tre anni e quindi non si tratta di una novità. Ma è importante segnalare che, anche quest’anno, il sottosegretario alla Salute Francesca Martini ha firmato un’ordinanza che vieta i massaggi in spiaggia. Obbiettivo: tutelare la salute dei bagnati. Molti sono infatti i rischi connessi a prestazioni fisioterapiche non professionali. Innanzitutto l’igiene. Una scarsa pulizia delle mani, da parte dei massaggiatori, potrebbe favorire l’insorgenza di infezioni della pelle, così come l’utilizzo di creme ed oli casalinghi aumenta il rischio di reazioni allergiche in soggetti particolarmente sensibili.
E poi i danni più strettamente fisici. Tecniche di massaggio non corrette determinano, molto spesso, lo sviluppo di patologie muscolari non gravi ma comunque molto fastidiose e lente a guarire. Purtroppo questo tipo di situazioni è legato ad una casistica in costante aumento, a causa del proliferare di personaggi fantasiosi che, senza alcun tipo di attestazione ufficiale, solcano le spiagge italiane improvvisando massaggi terapeutici dalla dubbia tecnica.
Ai sindaci delle singole località marittime il compito di far rispettare il provvedimento, avvalendosi anche dell’aiuto dei venditori autorizzati della zona, tenuti a segnalare eventuali violazioni. Tra le possibili sanzioni anche ammende pecuniarie, come accaduto ad una massaggiatrice cinese non in regola, multata a Lignano Sabbiadoro per un ammontare di 2500 euro. L’ordinanza sarà in vigore dalla data di pubblicazione ufficiale fino al termine della stagiona balneare. «L’adozione di tale disposizione – ha spiegato il Sottosegretario Martini – risponde all’esigenza di arginare un fenomeno che nelle scorse stagioni estive ha causato gravi problemi».
Ricordiamo infatti l’episodio avvenuto nel 2007, quando una turista della Repubblica Ceca è morta a Caorle, appena un’ora dopo aver ricevuto un massaggio da un abusivo in spiaggia. La malcapitata, sin dai primi minuti, aveva iniziato ad avvertire dolori al collo che via via si erano fatti sempre più insopportabili. Nel tentativo di salvarla i soccorsi avevano addirittura richiesto l’intervento di un elicottero. Purtroppo però all’arrivo del mezzo sul posto non era rimasto che constatare il decesso della donna.
E’ bello trascorrere una tranquilla giornata al mare. Ma, se proprio avete bisogno di rilassarvi, un riposino o un buon libro sono una soluzione di gran lunga più sicura.

Profit e non profit: nuove prospettive per il turismo sociale

Flv Player